Ieri ho visto questo nuovo film di Natale in onda su Netflix dal titolo “Come sempre a Natale“.
La storia si concentra su Thea che, per festeggiare il suo fidanzamento, decide di portare a casa per le vacanze natalizie il suo promesso sposo Jashan. L’ambientazione è quella delle feste natalizie, un periodo tipicamente familiare e conviviale. Tuttavia, l’incontro tra Jashan, di origine indiana, e la madre norvegese di Thea, porta a scontri culturali e a situazioni caotiche. Questa trama riflette le difficoltà e le incomprensioni che possono sorgere quando due culture molto diverse si incontrano, in particolare in un contesto così intimo e familiare come quello del Natale.
Il film si inserisce nel genere delle storie d’amore ambientate a Natale, un periodo spesso scelto per questo tipo di racconti perché associato al calore, all’intimità e alla condivisione di momenti felici con i propri cari, come bere bevande calde, gustare dolcetti, vedere Una poltrona per due e coccolarsi in compagnia. Questo tipo di storie, dove il nuovo membro cerca di fare colpo sulla famiglia del partner, sono abbastanza comuni nei film romantici ambientati durante le festività natalizie. Tuttavia, la storia prende una piega inaspettata quando emerge un trattamento ostile da parte della famiglia di Thea nei confronti di Jashan. Ciò che potrebbe essere scambiato per una normale preoccupazione genitoriale si rivela avere sfumature più insidiose e razziste. Il film avrebbe potuto essere eccezionale se avesse affrontato con maggiore sensibilità questi temi, ma nella sua versione finale non esplora adeguatamente il razzismo della famiglia norvegese né la reazione passiva di Thea a questi eventi.
I quattro giorni che precedono il Natale sono contrassegnati da quattro diverse attività che mostrano come i norvegesi celebrino questo periodo festivo. Jashan, come previsto, rovina tutti questi momenti, a volte semplicemente con la sua presenza, come quando prende un raffreddore dopo essersi immerso in un bagno di ghiaccio. Vorrei parlare di una cosa che mi ha disturbato per tutto il film: le performance dei protagonisti. Ida Ursin-Holm nel ruolo di Thea e Kanan Gill in quello di Jashan non sembrano formare una coppia. Non mi riferisco ai dubbi di Thea come causa di questa distanza, ma piuttosto alla mancanza di reazione di Jashan in alcune parti del film, dove è evidente che Thea non sia sicura della loro relazione. In sostanza, hanno deciso di annunciare la loro relazione alla famiglia senza assumere pienamente il ruolo di personaggi follemente innamorati.
C’è una notevole distanza emotiva tra Thea e Jashan, che si sente attraverso le loro interazioni. Questa distanza, anziché creare un senso di tensione o un desiderio di superare gli ostacoli insieme, finisce per rallentare il flusso narrativo del film. Invece di mostrare i personaggi che lottano con passione per la loro relazione, nonostante le differenze culturali, il film presenta Thea e Jashan come se fossero troppo diversi e non abbastanza motivati a rimanere insieme.
A mio avviso, “Come sempre a Natale” non ha un nucleo emotivo forte. Non c’è quell’energia o passione necessaria per spingere la storia in avanti e coinvolgere lo spettatore. Invece di essere una storia su come l’amore può superare le differenze culturali, il film sembra quasi suggerire che il multiculturalismo non funzioni senza una profonda empatia e la volontà di comprendere e accettare punti di vista diversi. In altre parole, manca quella scintilla che rende la storia convincente e coinvolgente, trasformando il film più in un’analisi fredda delle sfide del multiculturalismo piuttosto che in una narrazione appassionante su due persone che lottano per il loro amore.
Il film “Come sempre a Natale” non riesce a essere particolarmente audace o sorprendente. Inoltre, non approfondisce tanto i personaggi, lasciando che rimangano un po’ superficiali. Il finale del film è molto prevedibile, tra l’altro ambientato in un aeroporto, un classico delle storie d’amore. Questo finale è così scontato che ho dovuto quasi fermarmi un attimo per capire come la storia sia arrivata a quel punto, quasi come se mancasse qualcosa nel racconto per giustificare quella conclusione.
Per quanto riguarda la rappresentazione del Natale, il film fa un buon lavoro. Le scene delle celebrazioni natalizie sono ben fatte, e il team che si è occupato della scenografia ha contribuito a rendere le ambientazioni davvero belle e suggestive.
Il film, in alcuni momenti, sembrava avvicinarsi a dei momenti decisivi dove poteva davvero distinguersi, prendendo delle scelte audaci nella trama. Tuttavia, questo potenziale non viene sfruttato appieno. Le gag (scene comiche) sembrano forzate e i personaggi non sono sviluppati in modo naturale, il che alla fine indebolisce il film.
Se ti piace Kanan Gill, noto per il suo talento comico, ti consiglio di guardare i suoi spettacoli di stand-up comedy, dove riesce a esprimere al meglio la sua comicità. Nel film, invece, sembra che non riesca a interpretare il suo personaggio in modo completamente convincente dal punto di vista emotivo.
E tu cosa ne pensi del film diretto a Petter Holmsen? Dì la tua nei commenti.
La Recensione
Come sempre a Natale
"Come sempre a Natale" inizia con Thea che porta a casa il suo fidanzato Jashan per Natale, incontrando problemi con la madre norvegese. La storia mostra le difficoltà di unire due culture diverse. I protagonisti sembrano distanti, e questo rende la loro storia d'amore poco credibile. Il film ha un finale prevedibile in aeroporto e non approfondisce i personaggi. Le scene natalizie sono belle, ma non bastano a rendere il film coinvolgente. In sostanza, il film tenta di esplorare il multiculturalismo, ma manca di empatia e comprensione profonda.
PRO
- Belle le scenografie natalizie.
CONTRO
- La mancanza di chimica tra i protagonisti rende la storia d'amore poco convincente.
- Il trattamento superficiale del multiculturalismo lascia insoddisfatto lo spettatore.
- La prevedibilità del finale, specialmente la scena in aeroporto, toglie suspense alla trama.
- Lo sviluppo dei personaggi è limitato, rendendo difficile l'empatia dello spettatore con loro.