Il secondo capitolo della commedia campione d’incassi Come un gatto in tangenziale vede il ritorno di Paola Cortellesi e Antonio Albanese nei panni della sboccata e tatuata Monica e dell’intellettuale radical chic Giovanni, a tre anni dalla fine della loro storia d’amore.
Quando Monica finisce in carcere perché le sorellastre gemelle (Alessandra e Valentina Giudicessa) hanno nascosto della merce rubata nel locale di Monica “Pizza e Samosa”, chiede aiuto a Giovanni perché suo figlio Alessio (Simone de Bianchi) è in Inghilterra e sta per tornare a Roma. Ah, strana coincidenza (forzature che odio nei film) anche la figlia di Giovanni sta a Londra. Monica ovviamente non vuol farsi vedere dietro le sbarre dal figlio. Per far uscire Monica dal carcere, Giovanni riesce a sostituire la detenzione con il servizio civile nella parrocchia di San Basilio guidata da don Davide (Luca Argentero).
Così, le vite di Monica e Giovanni si intrecciano di nuovo, ma quando organizzano un pranzo a Coccia di Morto con tutta la famiglia, accade l’impensabile…
Il duo Cortellesi/Albanese si riconferma una carta vincente anche se il primo capitolo aveva qualcosa in più rispetto a questo sequel. Era riuscito a comunicare molto meglio la differenza di classe attraverso due personaggi contrapposti. E la comicità riusciva ad essere anche più efficace. Questo è un po’ il problema dei sequel che ripropongono lo stesso stile del precedente film. Cosa cambia in questo sequel? Rispetto al primo film vengono trattati nuovi temi come l’integrazione di comunità straniere, il sostegno delle comunità povere o la fase di recupero dopo la detenzione in carcere. Ma nessuno di essi viene sviluppato più di tanto perché questo capitolo vuole concentrarsi per lo più sulla differenza di classe messa in mostra da Giovanni e Monica. Le fazioni contrapposte si sono avvicinate perché Monica si sta redimendo in una parrocchia che sta a 100 metri dalla sede super cool dove lavora Giovanni. Luca Argentero – new entry – ha molto spazio in questo secondo capitolo e viene proposto come il prete perfetto per le comunità bisognose… come una sorta di esempio che dovrebbe seguire tutta la comunità ecclesiastica, anche quella più restia a confrontarsi con quelli che se la passano meno bene. La commedia non vuole modificare ciò che aveva fatto divertire nel primo film: la passione per lo shopping compulsivo da parte delle due gemelle e la contrapposizione di due stili prettamente diversi messi in mostra da Albanese e dalla Cortellesi. C’è l’aggiunta della fobia per le suore da parte della Cortellesi che inserisce qualche altro momento divertente all’interno del film… ma a mio avviso il primo capitolo aveva qualcosa in più, forse proprio perché era il primo film.
La Recensione
Come un gatto in tangenziale - Ritorno a Coccia di Morto
Come un gatto in tangenziale - Ritorno a Coccia di Morto rimette in mostra i difetti delle due classi sociali per cui l'Italia è sempre divisa. Dramma e comicità si incontrano come poveri e ricchi e trovano il modo di coesistere anche in questo sequel. Non c'è nulla di nuovo in termini di formula rispetto al primo capitolo ma è comunque piacevole riscoprire i personaggi che ci hanno fatto divertire 4 anni fa. Se ti è piaciuto il primo film ti divertirai vedendo anche Come un gatto in tangenziale - Ritorno a Coccia di Morto... Mi vien difficile catalogarlo come un buon sequel ma più come un gradito ritorno.
PRO
- Ripropone la formula del primo film
CONTRO
- Ripropone la formula del primo film