Questa sera Rai 3 trasmetterà in prima serata il film argentino “Criminali come noi” del regista Sebastián Borensztein e distribuito nelle sale cinematografiche italiane nel Febbraio 2020.
La commedia ha vinto il Premio Goya per il “miglior film straniero in lingua spagnola” all’edizione del 2020.
Il titolo originale argentino è “La odisea de los giles” che dunque focalizza l’attenzione sul termine “gil” che sta a indicare una brava persona, priva di malizia e al tempo stesso tempo un po’ credulona. Il film che si sviluppa durante la crisi economica argentina del 2001, non è ispirata a una storia vera bensì è la trasposizione cinematografica del libro “La noche de la Usina”, del celebre scrittore argentino Eduardo Sacheri.
Nei panni del protagonista Fermín troviamo l’attore argentino Ricardo Darín, noto soprattutto per il ruolo interpretato ne “Il segreto dei suoi occhi” vincitore agli Oscar 2010 nella categoria Miglior film internazionale. Nel cast sono presenti anche Chino Darín, Luis Brandoni, Carlos Belloso, Andrés Parra, Rita Cortese e Marco Caponi.
“Criminali come noi” è una produzione delle compagnie argentine K&S Films e Kenya Films e della spagnola Mod Producciones in associazione con Warner e con la partecipazione di RTVE e Movistar+.
“Criminali come noi”: la trama
La trama di “Criminali come noi” si sviluppa a cavallo tra primo e secondo millennio quando l’Argentina è stata colpita da una grossa crisi economica. Nell’Agosto del 2001, nel piccolo paese di Villa Alsina, Fermín Perlassi, sua moglie Lidia e l’amico Antonio Fontana pensano un progetto per la riapertura di una cooperativa agricola fallita anni fa.
L’investimento minimo per coprire i costi iniziali è di 300.000 pesos. Non possedendo tale somma, i tre espongono la loro idea ai residenti della città. Entusiasti, alcuni di questi decidono di appoggiare il progetto con un contributo monetario. Tra i concittadini coinvolti nella raccolta fondi troviamo il meccanico Rolo Belaúnde, i fratelli Gómez, il disoccupato Medina e Carmén Lorgio, una piccola imprenditrice locale. Insieme riescono a raggiungere 158.653 pesos, che Fermín deposita nel caveau di una banca a Villagrán.
Pochi giorni dopo, il direttore della banca convoca Fermín e lo convince affinché depositi il denaro sul proprio conto. La crisi finanziaria raggiunge il culmine il giorno successivo quando il Presidente dell’Argentina decide di congelare tutti i conti denominati in dollari. Il direttore della banca era a conoscenza delle misure del governo in arrivo e aveva approvato personalmente una richiesta di prestito di Fortunato Manzi, un avvocato che ha convertito tutto il denaro depositato in banca in dollari USA per poi prelevarlo.
Arrivata la notizia della sparizione del deposito, Fermín e Lidia affrontano senza successo il direttore della banca. Sulla via del ritorno, la loro auto viene portata fuori strada da un camion. L’incidente uccide Lidia e ferisce gravemente Fermín.
La trama subisce un salto temporale. Un anno dopo, Manzi assume un operaio edile per scavare una buca di 10 piedi quadrati nel mezzo di una vicina area rurale. La fossa ospiterà la sua cassaforte, con all’interno tutti i soldi rubati alla piccola comunità rurale. Venuti a conoscenza di ciò, i protagonisti allora decidono di recuperare i loro soldi rubati. Tuttavia Manzi ha installato un impenetrabile dispositivo di allarme attorno al caveau. Fermín ha l’idea di replicare il colpo visto nel film “Come rubare un milione”, ossia facendo scattare più volte l’allarme nel tentativo di costringere Manzi a scollegarne l’alimentazione.
Quella notte, la squadra si divide in due gruppi: Belaúnde e Medina hanno il compito di rompere il generatore di corrente che alimenta l’area mentre Fermin, Rodrigo e Hernán irromperanno nella cassaforte quando le luci si spegneranno. Accidentalmente però Medina crea un’esplosione che distrugge tutti i generatori, provocando un enorme blackout. Ciò insospettisce Manzi che avverte la vulnerabilità del caveau.
Nel frattempo, Fermín e gli altri irrompono nel caveau e procedono a recuperare i soldi. Manzi arriva poco dopo, ma la sua auto rimane bloccata in una barricata sistemata da Fontana. I protagonisti fuggono con i soldi mentre Manzi può solo maledirli a distanza.
Successivamente i personaggi separano i soldi in due auto: una guidata da Rodrigo e l’altra da Hernán, e tornano ad Alsina. Tuttavia Hernán scappa con quasi 2 milioni di dollari e di lui non si avrà più notizia.
Nonostante ciò Fermín e gli altri usano i soldi rimasti per riaprire la cooperativa agricola, che garantisce una vita migliore a tutti ad Alsina.
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Bellissimo e poetico. Mille volte meglio di quei film americani di cassetta, veramente orribili, che ci propinano in dosi massicce.