West Memphis, 5 Maggio 1993, otto di sera: viene denunciata la sparizione di Chris Byers, un bimbo di 8 anni, scomparso dopo l’uscita da scuola insieme a due compagni di classe.
Dopo ore di ricerche, i cadaveri dei tre bambini vengono ritrovati esanimi nelle acque di un torrente lì vicino, con le mani ed i piedi legati, e con il corpo ferito da armi da taglio.
La prima idea che circola nella mente delle autorità e della popolazione locale è il satanismo: si pensa infatti che la morte di Chris e dei suoi amici sia legato ad un sacrificio rituale. Il cerchio dei colpevoli si stringe immediatamente attorno a tre adolescenti del luogo: Damien Echols, Jessie Misskelley Jr. e Jason Baldwin, che vengono ribattezzati “i Tre di West Memphis“.
Il loro atteggiamento introverso e scostante, l’outfit dark, la passione sfegatata per l’horror e il macabro li rende i personaggi ideali della perfetta storia thriller che ha per protagonista il satanismo.
I tre vengono dunque subito interrogati, e Misskelley, con tranquillità e serietà, non ci mette molto a confessare la loro colpevolezza nell’omicidio dei bambini.
Ma c’è qualcosa che non quadra, qualcosa di strano nella sua deposizione: errori circa il luogo e l’orario del delitto e sulla modalità dell’omicidio, principalmente.
Tuttavia è necessario individuare un colpevole, per l’opinione pubblica, almeno, e i tre ragazzi sono proprio i colpevoli perfetti.
Vengono pertanto arrestati, e condannati: alla pena di morte per il loro leader, Echols; a 16 e 17 anni rispettivamente per Baldwin e Misskelley.
Caso chiuso, la vita riprende.
Arriviamo a luglio 2007.
I legali di Echols, che non è ancora stato giustiziato, depositano un memoriale per evidenziare come il materiale genetico ritrovato sulla scena del crimine non corrisponda a quello dei tre di West Memphis, bensì a quello di Terry Hoobs, patrigno di uno dei bambini, che dopo la loro morte aveva lasciato in tutta fretta lo Stato.
Tutto ricomincia, dunque.
Il caso viene riaperto, grazie anche all’intervento di personaggi di spicco dello scenario televisivo, quali Johnny Depp, Eddie Vedder, Peter Jackson e Winona Ryder, convinti dell’innocenza dei tre giovani.
Echols, Baldwin e Misskelley vengono liberati, senza però poter fare causa allo Stato per i 18 lunghi anni trascorsi in prigione da innocenti, in quanto al momento del processo si erano dichiarati colpevoli.
Ma la questione appunto è questa: perché si sono dichiarati colpevoli? Ancora oggi non si sa con certezza la motivazione.
Alcuni pensano che siano stati preda dell’effetto della “teoria dell’etichettamento” (elaborata dalla Scuola di Chicago, si basa sul principio che ci si comporta come si crede ci si dovrebbe comportare in base a ciò che gli altri pensano di noi), altri invece sono convinti che i tre di West Memphis siano stati indotti a dichiararsi colpevoli stipulando un accordo con le autorità giudiziarie.
Chissà.
“Devil’s Knot – Fino a prova contraria”: un film sui tre di West Memphis
Tratto dal libro scritto da Mara Leveritt, “Devil’s Knot: The True Story of the West Memphis Three“, “Devil’s Knot – Fino a prova contraria” è un film del 2013 diretto da Atom Egoyan, e incentrato proprio sugli eventi sopracitati aventi come protagonisti i giovani Echols, Misskelley e Baldwin, interpretati rispettivamente da James Hamrick, Kristopher Higgins e Seth Meriwether.
Completano il cast attori di spicco quali Colin Firth, Dane DeHaan, Mireille Enos, Reese Witherspoon e Alessandro Nivola, quest’ultimo nei panni del patrigno Terry Hoobs, l’uomo accusato dell’omicidio del piccolo Chris.