Si è spento ieri ad Asiago all’età di 87 anni, Ermanno Olmi, uno dei grandi maestri del cinema italiano.
Molti sono stati da subito gli omaggi di colleghi e attori, che attraverso le proprie parole accorate, hanno voluto omaggiare e ringraziare il grande regista.
Questo paese perde un altro grande padre, assomiglia sempre più ad una zattera governata da una ciurma inesperta e senza bussola. Attraverso il lavoro di questo artista, possiamo riguardare chi eravamo e forse ritrovare la direzione
Ha dichiarato Alessandro Gassman
Una vita per il cinema
Olmi nacque a Bergamo nel 1931; rimasto orfano dei genitori in giovanissima età non finì mai il liceo ma riuscì comunque ad ottenere un ottimo posto alla Edisonvolta di Milano. Qui la sua passione per il cinema fu notata dai dirigenti che gli affidarono una cinepresa 16mm per documentare la realtà aziendale.
Per la Edison volta girerà molti titoli, tra cui “Il tempo si è fermato” girato a 2800 metri tra le nevi dell’Addamello e che raccontava la storia di due guardiani di una diga
Da quel momento inizia per Olmi una lunga carriera, costellata da grandi successi ma anche da diverse delusioni. Tra i grandi successi ricordiamo “Il posto” (1961), narrazione di una giornata tipo nella Milano di allora che lo consacrerà nel cuore della critica e del pubblico e che lo farà accostare per realismo, a Pierpaolo Pasolini.
Altri grandi successi furono “La leggenda del santo bevitore” con Rutger Hauer e “I segreti del bosco vecchio” con Paolo Villaggio tratto dal romanzo di Dino Buzzati. Molto acclamato fu anche il bellissimo “Il mestiere delle armi”, ma possiamo dire che la cinematografia di Ermanno Olmi è piena di pietre miliari e numerosi sono i premi che lo testimoniano: David di Donatello, nastri d’Oro, Leoni e una Palma d’oro a Cannes sono i sigilli su una carriera come ce ne sono poche (senza contare l’infinita sfilza di lauree ad honorem).
L’amore per l’Altopiano e l’ultimo saluto
Da molti anni, Olmi aveva scelto l’Altopiano di Asiago come sua casa; lì aveva girato nel 2014 in occasione del centenario della Grande Guerra, “Torneranno i prati” ispirato al romanzo “La paura” di Federico de Roberto.
Dove avverrà l’ultimo saluto al regista, se nella natìa Bergamo o ad Asiago, ancora non è dato saperlo, ma saranno moltissimi, colleghi e gente comune, che andranno a rendere omaggio al grande regista scomparso.