Se ne parla tanto in data odierna, ma in realtà Leiji (all’anagrafe Akira) Matsumoto ha abbandonato per sempre il nostro Pianeta una settimana fa, il 13 di febbraio del 2023; il giorno prima che il mondo si apprestasse a festeggiare San Valentino, l’immenso amore di Matsumoto per il grande, variopinto e sfaccettato mondo dei manga (e degli anime da essi tratti) si è scisso dal suo corpo carnale, il cui cuore ha smesso di battere all’interno di un ospedale in quel di Tokyo.
Aveva 85 anni, e ancora tanta voglia di fare e di disegnare, con quella stessa penna da cui è nata la celeberrima saga di “Capitan Harlock“, che per quanto sia di “vecchia generazione” ancora adesso è amata e conosciuta anche dai novizi in ambito di “fumettologia” (o almeno si spera…).
Ed eccoci dunque qui, a ricordare questo grande artista, questo maestro, questo formidabile sensei.
Leiji Matsumoto: una vita per i manga
Le più grandi passioni della vita, quelle che ci accompagnano fino al termine dei nostri giorni, tendono spesso a sbocciare già negli anni della giovinezza: così è stato per Matsumoto, che a soli 15 anni pubblica la sua prima opera, dal titolo “Le avventure di un’ape“.
Dopo di essa, la sua attenzione si incentra dapprima sui manga shojo, termine con cui si intendono opere rivolte tendenzialmente ad un pubblico femminile, ma poi muta, e passa a concentrarsi sulla realizzazione di manga di fantascienza, di cui il primo esempio è “Sexaroid“, datato 1968.
Si tratto però solo dell’inizio, l’inizio di una carriera che lo porterà ad essere conosciuto e amato ovunque grazie ad opere di grandissimo e intramontabile successo quali il sopracitato “Capitan Harlock” (1977-1979) ma anche, per fare solo alcuni tra i tanti, possibili esempi, “Galaxy Express 999” (1977-1981), “Queen Emeraldas” (1978-1979) e “La regina dei mille anni” (1980-1983), trasposti in anime dal fascino eterno, tutti curati da Leiji Matsumoto in persona.
Non solo mangaka, inoltre, ma anche un fervido collezionista: si dice infatti che Matsumoto abbia nell’arco degli anni messo su una collezione di manga enorme, addirittura una delle più grandi del mondo. Al contempo, è stato anche un ottimo disegnatore: il suo orologio Omega, incentrato sullo spazio, ha riscontrato molto successo presso gli astronauti nipponici.
E dunque addio, caro maestro
“Ci rivedremo in quel luogo dove le ruote del tempo si incrociano”.
Questa era una frase che Leiji Matsumoto tendeva spesso a ripetere.
E questo è anche il nostro desiderio. Di (r)incontrarci, un giorno, da qualche parte. Altrove. A parlare insieme a lui dei suoi manga e di quei mondi onirici e fantascientifici che grazie alla sua mente hanno preso forma, ed in cui intere generazioni si sono completamente perdute.
Ah, quanti ricordi…… Ma non bisogna essere tristi, non è mai un’addio ma un arrivederci. Poi, lui è partito con il treno della speranza per altre galassie, il suo Galaxy Express 999…..
Arrivederci MAESTRO…