Un luogo di frontiera, una location scelta più volte come set cinematografico: questa è Castel Volturno. Edoardo de Angelis con il film “Il vizio della speranza“, nelle sale dal 22 novembre, ha voluto questa connection house per il set del suo lavoro, definendola una terra dove convivono “inferno, paradiso e purgatorio“.
Che cosa rappresenta Castel Volturno?
Una terra dove paradossalmente ci sono più migranti che castellani, una baracca piena di luci di Natale che si scontrano con il disagio e la violenza, pochissime chiese cattoliche ma ben 70 quelle pentacostali e per di più una moschea; ovunque si può iniziare a predicare e bisogna offrire molto, altrimenti viene considerata come un offesa e nel frattempo si beve alcol a fiumi. Per non parlare dell’aborto clandestino, le acque inquinate, i riti voodo. Una terra al tracollo e l’obiettivo è quindi salvarla, Ma salvarla come? Forse è proprio questo che tentano di fare coloro che hanno scelto questo luogo per le riprese dei loro lavori, tra i quali ricordiamo Gomorra, Mozzarella Story, Dogman e molti altri.
De Angelis ha ottenuto molteplici riconoscimenti grazie alla sua opera; vincitore del premio del pubblico alla Festa del Cinema di Roma e vari riconoscimenti a Tokyo per la miglior regia e per la protagonista Pina Turco. “In fondo quello che racconto qui è un distillato degli incontri di uomini e donne che ho conosciuto. – Ha spiegato il regista – Non posso dire esattamente quello che mi è rimasto dentro, probabilmente lo capirò dopo. Questo per me è un racconto arcaico“.
Cosa fare per Castel Volturno?
Intanto questo luogo che si snoda tra inferno, paradiso e purgatorio, va salvato e De Angelis vuole partire dalla pulizia dei canali, che stanno inquinando tutto il territorio circostante. Spesso si dice che il mare è fatto di gocce, di conseguenza la pulizia delle acque potrebbe essere un primo passo, una spinta a rimboccarsi le maniche e offrire ad una terra che può dare tanto una possibilità.