Dopo anni di studio e di impegno, arriva finalmente il film sull’inquinamento del fiume ACNA di Cengio (Savona). Il merito va a due coraggiosi studenti del Politecnico di Torino, Alberto Momo e Laura Cantarelli, i quali lavorano a questo ambizioso progetto dal 2013, con il sostegno e il supporto della Compagnia San Paolo, le Fondazioni Crc e Ctr e la Fondazione Piemonte.
Il docufilm e la partecipazione al Torino Film Festival
Una situazione che andava documentata e tenuta sotto controllo, al punto da crearci un documentario, il quale sarà proiettato al Cinema Massimo il 24 novembre in occasione della 36esima edizione del Torino Film Festival.
Il documentario ripercorre tutta la storia dell’ACNA, acronimo di Azienda Coloranti Nazionali e Affini, fabbrica attiva fino al 1999, con un livello di inquinamento altissimo per le acque e i terrene circostanti, al punto che già 30 anni fa si parlava di nube tossica.
Anche grazie alle testimonianze dei residenti della zona è stato possibile realizzare questo progetto. A rendere il tutto ancora più speciale sono le musiche inserite da Alessandro Sciaraffa.
“Un modo per non dimenticare questa pagina di storia – dicono i due studenti del Politecnico torinese – spalmata su un’area di 1.550 Kmq, abitata da 206.000 persone a cavallo tra Liguria e Piemonte, dichiarata nel 1987 dal Consiglio dei ministri, zona ad alto rischio di crisi ambientale.”
Da sottolineare, inoltre, che il film è stato dedicato a Marina Garbarino, presidente dell’associazione “Villa Bormida Pulita“, morta a 56 anni nel 2016.
La denuncia ambientale sul grande schermo
Un tema importante quindi, sempre più sentito, del quale spesso se ne fa parola ma senza fare davvero nulla di concreto. Cosa che non si può di certo dire di questi due studenti, i quali grazie ad impegno e costanza sono riusciti a creare un’opera di denuncia, la quale doveva necessariamente essere resa nota.