Questo articolo contiene spoiler sul finale di Madame Claude.
Il vero punto di forza dell’interminabile dramma biografico di Sylvie Verheyde dal titolo Madame Claude – clicca sul link per leggere la recensione – è la storia centrale. La signora Claude, nome vero Fernande Grudet, è passata da un background di provincia a quello di sedicente aristocratica a capo di un bordello esclusivo nell’elegante 16° arrondissement di Parigi, dove, con un gruppo di 200 ragazze squillo selezionate in modo impeccabile, ha servito una lista di clienti che includeva rappresentanti dell’alta società parigina e volti noti a tutti. Attraverso l’interferenza dei servizi di intelligence e la generale turbolenza politica del gollismo del tardo periodo negli anni ’60 e ’70, Grudet si ritrova con il suo impero sessuale minacciato e lei stessa deve affrontare la pubblica disgrazia.
Come molte persone potenti dalle origini umili, Grudet era nota per auto-mitizzarsi, ma in Madame Claude questo non traspare poi tanto. Gli aspetti controversi del suo background vengono lasciati intatti o scremati. Il film si occupa principalmente del presente, introducendo Grudet al culmine del suo successo, con la sua ideologia già completamente formata.
Il finale di Madame Claude è una raffica di sequenze, che descrivono nel dettaglio cosa è successo dopo l’accusa di evasione fiscale e la fuga dalla Francia verso l’America, per essere deportata di nuovo in Francia ed essere arrestata, con graziosa ironia, dalla prima tenente poliziotta. In tutto questo, Grudet ha lasciato la sua figlia biologica tristemente trascurata (e incinta). La sceneggiatura del film mette invece in luce una delle sue atipiche squillo, Sidonie, nel ruolo di figlia surrogata, e nei momenti finali del film ascoltiamo il suo saluto a Grudet durante una telefonata in cui spiega di averla abbandonata perché aveva paura che Grudet le avrebbe fatto del male come aveva fatto con gli altri. Nondimeno ringrazia la signora per tutto quello che ha fatto per lei e dice che la ama. Dopo vediamo una Grudet più vecchia, dai capelli grigi, passeggiare lungo una spiaggia e quando guarda quella giovane bella ragazza con occhi vispi, capiamo che svolgeva il suo lavoro con dedizione e passione… già dal primo sguardo riusciva a capire la bontà professionale di una donna squillo. Nel titoli di coda il film ci dice che è morta a Nizza all’età di 92 anni. Il film non ci dice se in futuro ha nuovamente stretto i legali con la figlia e nipote.