Nei videogiochi e nella computer grafica, il concetto di “valle perturbante” o “uncanny valley” può emergere quando qualcosa si avvicina al realismo visivo. Più un personaggio virtuale sembra umano, più il nostro cervello si concentra sulle imprecisioni della CGI.
Ho continuato a pensare a questo concetto dopo aver visto Free Guy – Eroe per gioco, il nuovo film del duo Disney-Fox che prende molto sul serio l’autenticità del gaming. All’inizio però non sembrava così perché il film, con Ryan Reynolds (Deadpool) e Taika Waititi (What We Do in the Shadows), nelle sue linee di apertura, ricorda il brutto lavoro in CGI “Final Fantasy: The Spirits Within” del 2001.
Inizierò con la buona notizia, poi passerò a quella meno buona. Anche perché la prima è meno spoiler e potrebbe essere sufficiente a convincere alcuni lettori ad acquistare il biglietto e godersi il film con la propria famiglia. I film sui videogiochi si stanno finalmente evolvendo e, in termini di fluidità di gioco, Free Guy – Eroe per gioco, supera tutti i suoi competitor.
Il film segue Guy, un “personaggio non giocabile” (NPC) all’interno di un videogioco che si sveglia un giorno con la sensazione che il mondo intorno a lui non sia quello che sembra. Free Guy si apre con Guy che si rende conto che c’è qualcosa di sospetto nel fatto che le sue giornate abbiano sempre la stessa routine, di solito interrotte da crimini e omicidi ridicoli, a cui tutti sopravvivono miracolosamente svegliandosi illesi il giorno successivo.
Scopriamo che lui e i suoi amici vivono all’interno di Free City, un’ambientazione immaginaria simile a quelle di Grand Theft Auto, ad esempio Vice City. Da lì a poco, un incontro casuale con un giocatore della vita reale, conosciuto nel gioco con il soprannome di “MolotovGirl” (Jodie Comer), ispira Guy ad affrontare la sua crisi esistenziale a forma di pixel.
In termini di commedia e simpatia, Ryan Reynolds fa funzionare il personaggio di Guy, in particolare per come interpreta l’innocenza e l’ingenuità di un personaggio di un videogioco rozzamente codificato. Ciò richiede un tocco comico diverso rispetto a Deadpool ma Reynolds eccelle anche questa volta e consegna al pubblico il suo personaggio più stupido – intenzionalmente stupido – di sempre.
Continuando a parlare di commedia, il resto del cast non si avvicina ai livelli di Reynolds. Il personaggio di Comer ha il suo viaggio da compiere, quindi, all’inizio, non appare molto interessante e dentro al film. Tuttavia, diventa più affascinante man mano che apprendiamo cosa sta veramente cercando all’interno del gioco. L’unico amico di Guy è interpretato da Lil Rel Howery. Il suo ruolo è divertente e prova a supportare lo stile comico di Reynolds. Waititi brilla nei panni dell’antagonista Antoine, anche se nel finale viene un po’ abbandonato.
Free Guy ha successo sia come film d’azione che come commedia. Il film è un’esplosione di gag sulla moderna industria dei videogiochi. Con la sua autentica e impressionante interfaccia utente in “realtà aumentata”, il gioco all’interno del film, Free City, sembra vivo e fornisce tanta benzina per battute e riferimenti stupidi.
Ora ho intenzione di spoilerare alcuni elementi della trama per chiarire alcune delle mie critiche. Sei stato avvertito. Se preferisci, passa all’ultimo paragrafo per un “verdetto” senza spoiler.
I problemi della “valle perturbante” di Free Guy iniziano presto: scopriamo che lo sviluppo di Free City non è stato eseguito in modo legale. Il personaggio di Waititi ha rubato il codice di un altro progetto senza autorizzazione, per poi costruirci sopra un intero gioco simile a GTA. MolotovGirl era una sviluppatrice – merce rara nel settore – di giochi indie che ha lavorato al fianco di Keys (Joe Keery, Stranger Things) su un progetto da sogno creato con l’intelligenza artificiale avanzata.
Keys ha continuato a lavorare per la gigantesca compagnia di videogiochi di Antoine, di cui MolotovGirl non è chiaramente una fan: “Come ci si sente a lavorare per un buco nero galattico di merda?” gli chiede. Free Guy segue questi due creatori di giochi indie che cercano e scoprono la presenza del loro codice rubato all’interno di Free City.
Immagina un film dove i personaggi del gioco, alcuni controllati dall’IA, altri no, devono abbattere un codice che si trova all’interno del gioco. Quindi chiediti come uno sceneggiatore riesca a infilare ordinatamente tutto questo in un film d’azione comico e dal ritmo serrato. Free Guy risulta quindi disordinato agli occhi dello spettatore. Spende tante energie per chiarire il concetto di due giochi in uno e apre a troppe domande sulla sua logica interna. Tanto per cominciare, se Keys lavora per l’organizzazione che ha sviluppato il gioco in questione e ha umili compiti di “programmazione” che gli permettono di controllare il codice sorgente, come diavolo fa a non imbattersi nel loro codice nei primi 10 minuti del film e immediatamente risolvere la trama?
Ma è il finale che mi ha lasciato davvero l’amaro in bocca. MolotovGirl si innamora di Keys quando scopre che aveva codificato il suo interesse per lei in Free City. Ricordava dettagli personali come il suo spuntino preferito, il suo hobby preferito quando era più giovane e la sua canzone preferita, e questi sono tutti codificati nel gioco come attivatori di una routine di intelligenza artificiale. Il film è iniziato con lui che ha abbandonato il loro gioco indipendente e la partnership (nonostante le prove evidenti che il loro progetto era stato rubato) per lavorare per uno studio più importante. Poi si gira, si rende conto del suo errore e l’aiuta a scoprire la verità. Buon per lui. Ma non sono convinto che la chimica tra gli attori e l’inserimento della devozione unilaterale nel codice si meritano una svolta romantica dopo tanti tradimenti legati al lavoro. E mi chiedo se questa conclusione si adatterà bene a chiunque abbia affrontato l’emarginazione nella vita reale presso le principali aziende tecnologiche.
A parte questo, da appassionato di videogiochi, sono rimasto sbalordito dal fatto che un film potesse interessarsi così tanto all’autenticità del gioco per raccontare una storia unica sul libero arbitrio in un mondo moderno e connesso. Nonostante alcuni difetti, ho adorato guardare Reynolds fare ciò che sa fare meglio, mentre Comer si è confermata come una star (con un ruolo che le ha permesso di sfoderare tutte le sue abilità).
La Recensione
Free Guy - Eroe per gioco
Se ci sono giocatori nella tua famiglia e vuoi divertirti mentre loro ridono per la maggior parte di questo film, ti consiglio vivamente di vedere Free Guy - Eroe per gioco. Senza una famiglia di videogiocatori al seguito, mantieni basse le tue aspettative e goditi comunque una commedia d'azione perfettamente funzionale e con tanta attenzione ai videogame open world. Alla fine Free Guy - Eroe per gioco può essere definita come una commedia "alla Reynolds" (può piacere o non piacere), ma è altamente godibile. Il film nel complesso è scorrevole (anche se a volte molto scontato). Oltre agli errori che ti ho accennato nella recensione aggiungo queste due pecche: l'apparente ingenuità oltre ogni limite della protagonista ed il finale nel mondo reale altamente scontato. In una serata di caldo afoso un po' di aria refrigerata nell'universo cinematografico ci vuole e Free Guy - Eroe per gioco ne porta parecchia.
PRO
- Ryan Reynolds in questi film è sempre il top
- Il miglior film per videogiocatori
CONTRO
- Il finale è un po' scontato
- La relazione tra i due protagonisti appare forzata