Coming out in casa Disney. O almeno è quello che trapela dalle righe del “New York Post”.
A rendere pubblici i suoi interessi amorosi dovrebbe essere Elsa, la regina del ghiaccio protagonista di “Frozen”, il cui sequel dovrebbe uscire il prossimo anno.
Una rivoluzione iniziata già da un po’
A confermare le voci sarebbe stata Jennifer Lee, regista del film, che starebbe vagliando la possibilità di dare alla bella regina una compagna.
Mi piace tutto ciò che le persone dicono e pensano del nostro film. Ne stiamo parlando e siamo consapevoli di questi temi. E’ Elsa a dirmi ogni giorno cosa farà e dove andrà. Vedremo dove mi porterà.
Ha dichiarato la Lee alle penne del Post.
Già nel 2013, quando uscì, furono in molti ad attribuire a “Frozen” tematiche LGBT tanto che su twitter fu lanciato l’ashtag #GiveElsaAGirlfriend, ma non fu quello l’unico caso; tre anni dopo, in una delle sequenze de “Alla Ricerca di Dory”, in diversi dissero di aver notato, tra i visitatori del Parco Oceanografico, un bambino con due mamme (che poi potevano essere chiunque: la mamma e la zia, due zie, la mamma e la tata… chi lo sa?).
Molto più marcato invece, fu il personaggio di LeTont (interpretato da Josh Gadd) nel live action de “La Bella e la Bestia”: è chiaro già dall’inizio del film che sia invaghito di Gaston (per me lo era anche nella versione originale) ma è alla fine quando, sorpreso ma sorridente, finisce a ballare con un cavaliere, che viene fugato ogni dubbio. Inutile dire che numerose associazioni di genitori minacciarono di boicottare il film.
Un passo in avanti contro l’omofobia
Se è vero quello che Jennifer Lee poi ha ribadito, cioè che Elsa è un personaggio meraviglioso, in grado di comunicare a tante persone, considerato il grosso successo commerciale di “Frozen”, possiamo sperare che sappia infrangere in maniera delicata, i tabù che ancora esistono sulle tematiche LGBT.
Nessun bambino si scandalizzerebbe se invece di una, le regine diventassero due: la malizia è prerogativa degli adulti e un eventuale coming out di Elsa potrebbe essere un passo in avanti nella lotta all’omofobia.