Ci sono voluti cinque anni, tre anni per la decisione del comitato che assegna l’onorificenza e due per la pandemia che ha costretto a rimandare la cerimonia, ma oggi, finalmente, Giancarlo Giannini festeggia la sua meritata stella sulla “Walk of Fame” di Hollywood.
“Ci siamo”, dice emozionato all’Hotel Beverly Hilton di Los Angeles, “per me è un grande onore e lo devo tutto a Lina Wertmüller: non sarei qui se non avessi avuto lei a valorizzarmi. Venivamo qui con le pizze dei film sottobraccio per farle vedere a un produttore locale. Era un genio, purtroppo poco apprezzata in Italia”.
La grande regista scomparsa nel 2021 all’età di 93 anni è sempre stata popolarissima e molto apprezzata ad Hollywood che l’ha già omaggiata nel 2019 con la stella sul marciapiede più ambito del mondo dello spettacolo.
Ideata nel 1953 dall’allora presidente della Camera di Commercio di Hollywood E. M. Stuart per “mantenere la gloria di una comunità il cui nome significa fascino ed eccitazione ai quattro angoli del mondo”, la Walk of Fame pare fosse ispirata alla decorazione del soffitto della sala da pranzo dello storico Hollywood Hotel che era tappezzato di stelle con i nomi delle celebrità dell’epoca. I tempi d’oro del grande, classico, cinema americano erano appena dietro l’angolo e tra le prime stelle assegnate nel 1958 c’erano i nomi di Burt Lancaster e Joanne Woodward.
Da allora, lungo i due marciapiedi de i viali che attraversano Hollywood per 15 isolati sono state posizionate oltre 2.500 stelle a cinque punte di ottone.
Sono 17 i personaggi del mondo dello spettacolo italiani che nel corso di questi decenni hanno ricevuto il prestigioso riconoscimento: da Arturo Toscanini a Ennio Morricone da Renata Tebaldi a Andrea Bocelli, a testimoniare l’amore sconfinato degli americani per la musica e il bel canto italiano, da Bernardo Bertolucci a Sofia Loren e Anna Magnani e ogni anno vengono scelti circa 30 artisti nel mondo a cui dedicare una nuova mattonella nel marciapiede più famoso di Hollywood.
Giancarlo Giannini “Walk of Fame”: i suoi migliori film
Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972)
Il film è del 1972 quando alla regista Lina Wertmüller venne l’idea di realizzare “Mimì metallurgico ferito nell’onore” e di mettere insieme Giancarlo Giannini e Mariangela Melato creando così, da un lato, un cult italiano e, dall’altro, una delle coppie artistiche meglio riuscite della storia.
La pellicola narra la vicenda di Mimì, un operaio della Sicilia licenziato per ideali politici in contrasto con i datori di lavoro. Giunto a Torino, viene assunto in una fabbrica e ha un figlio con Fiore, ma ritornato a Catania viene a sapere che la moglie è incinta di un altro uomo di cui decide di sedurre la compagna.
Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974)
Data la formula vincente di due anni prima, regista e attori si incontrano di nuovo sul set nel 1974 e realizzano “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”, dando vita ad un nuovo irresistibile successo. La Melato interpreta una signora milanese in crociera nel Mediterraneo, Giannini è invece un marinaio siciliano e comunista. Lo yacht su cui si trovano, però, naufraga su un’isola deserta: la tragedia sfiorata porta i due a conoscersi meglio e ad innamorarsi, pur senza perdere i caratteristici toni grotteschi a cui hanno abituato lo spettatore.
Pasqualino Settebellezze (1976)
Di nuovo sotto la direzione della Wertmüller, ma, questa volta, senza la compagnia di Mariangelo Melato, nel 1976 Giancarlo Giannini è protagonista di “Pasqualino Settebellezze”, pellicola in cui interpreta un guappo napoletano ritornato nella sua città dopo un’esperienza nei lager nazisti. A Napoli, però, l’uomo scopre che le sue sorelle e la madre sono finite in un giro di prostituzione.
L’opera ha ricevuto ben quattro nomination agli Oscar, tra cui quella di Giannini nella categoria miglior attore protagonista.
La cena (1998)
Poco prima dell’inizio del millennio, Giannini prende parte a “La cena” di Ettore Scola: una commedia corale che, vanta nomi illustri come Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli e Fanny Ardant. Il film, infatti, vede intrecciarsi le storie di più famiglie accomunate dal ristorante Arturo al Portico di Flora ed è uno spaccato sulla società italiana del tempo, fatta di classi e idee politiche diverse, ma alla fine non così variegata come si potrebbe pensare.
Ti voglio bene Eugenio (2002)
L’ultima pellicola della lista, pur lasciandone fuori tantissime ugualmente indimenticabili, è “Ti voglio bene Eugenio” di Francisco José Fernandez recitato insieme a Giuliana De Sio un solo anno dopo la partecipazione ad Hannibal di Ridley Scott in compagnia di Anthony Hopkins.
Nelle sequenze, l’attore riveste i panni del protagonista affetto da sindrome di Down e amato da due ragazzine di cui una muore, mentre l’altra è costretta ad allontanarsi dalla città per poi tornare quando ormai ha già compiuto 40 anni.
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