Giorgia. Semplicemente “LA VOCE”. È tornata ieri sera sul palco della Kioene Arena per la seconda data padovana del suo “Oronero live tour” e come sempre ha incantato oltre che per l’immenso talento, anche per la grande umiltà, l’eleganza e la grazia.
Un live show all’americana
In questa seconda parte del tour l’allestimento è stato completamente stravolto: un palco quadrato posto al centro del palasport, in modo da consentire al pubblico, una visione a 360 gradi. A sovrastare il palco stesso un’enorme albero stilizzato e diverse pedane mobili su cui si esibiscono i membri della band, che di tanto in tanto vengono spostate per consentire a tutto il pubblico di vederli.
La straordinaria band, composta da 5 elementi è capitanata dal grande Sonny T. (già bassista e produttore di Prince), che affianca Giorgia fin dagli esordi sia come musicista che come direttore musicale. A completare la crew della cantante romana troviamo gli Psycodrummers, batteristi mascherati che suonano taniche e barili in impressionanti e scenografiche esecuzioni, i Men in Brass, una band di fiati con tanto di coreografie funky e i ballerini coreografati da Emanuel Lo, compagno di vita di Giorgia e presente tra gli spalti. Insomma, uno show degno delle più grandi star americane.
Emozione pura
Il concerto, inizialmente previsto per le 21, è slittato alle 21.30 precise quando Giorgia, esce dalle quinte e prima di salire sul palco, intonando “Oronero” saluta i fan delle prime file camminando tra di loro e stringendo mani (purtroppo non ha me, nonostante la primissima fila e la manina protesa… sigh!).
Ci si scatena poi sulle note di “Il mio giorno migliore” per poi virare su “È l’amore che conta” e ancora la nuova “Chiamami tu” e via dicendo, in un emozionante slalom tra le hit più ballabili e le storiche ballads.
La gente canta all’unisono, batte le mani, balla: Giorgia è la dea della musica formato tascabile e davvero ogni volta mi viene da chiedermi come possa uno scricciolo del genere liberare una voce tanto potente e tutta quell’energia. La risposta non la saprò mai ma continuo a cantare con lei e a guardarla con occhi innamorati; la sua voce ogni volta mi arriva alo stomaco e poi dritta dritta al cuore che si ferma per qualche istante quando lassù, tra gli acuti altissimi e vibranti vedo fugacemente il fantasma di Withney Houston, altra voce meravigliosa che ho amato tanto e che continuo ad amare ancora di più.
Arriva anche “Come Neve”: qualcuno grida “Vogliamo Mengoni!” con la speranza che il cantante di Ronciglione bissi la sua partecipazione della seconda data milanese, ma le speranze, ovviamente sono vane. L’esecuzione è comunque impeccabile e suggestiva e alla fine ci ritroviamo avvolti in nuvole di finta neve. Magia pura!
Il medley del ‘98
Già da qualche tour, precisamente dai tempi di “Senza paura”, Giorgia propone nella parte finale dei suoi show, un medley delle sue canzoni più rappresentative di vent’anni prima. A questo giro ovviamente è toccato al 1998 che si apre con una cover di “My love is your love” di, appunto, Whitney Houston, e la nostra beniamina si conferma ancora una volta, una delle pochissime artiste al mondo in grado di poter cantare i pezzi dell’immensa collega americana. Si prosegue poi con il rock degli Aerosmith in “I don’t want to miss a thing” e “My heart wil go on” rispettivamente da “Armageddon” e “Titanic”.
La carrellata si chiude in maniera toccante quando Giorgia annuncia che l’ultimo pezzo del ’98 sarà “Onde” di Alex Baroni: chiunque la segua sa quanto ancora, la morte dell’ex-fidanzato accompagni la sua musica e qua ancora la metta in difficoltà parlare di lui senza cedere all’emozione. L’esecuzione è minimale, quasi sussurrata. Toccante. I più giovani ascoltano incantati, noi più grandicelli cantiamo senza tralasciare una parola. Alex non si dimentica.
Il tripudio finale
Concluso il medley e solo ben due ore e mezza di canto no-stop, per l’artista romana giunge il momento di congedarsi e sceglie di farlo con un pezzo che più ottimista e brioso non potrebbe essere: “Credo”.
La gente seduta sugli spalti inizia a scendere verso il palco: si salta, si balla, si canta con quel filo di voce che ancora ci è rimasto, lei, corre da una parte e dall’altra interagendo con il suo pubblico e con i suoi straordinari musicisti. La degna conclusione di uno spettacolo fenomenale. E già non vedo l’ora di ascoltare un nuovo disco, di vederla di nuovo dal vivo.
Qualcuno dice che Giorgia abbia peccato di poca ambizione, che con quella voce avrebbe potuto conquistare il mondo, la “Whitney bianca” la battezzò “Rolling Stones” anni fa.
Beh, Giorgia non è Whitney, per fortuna lei è ancora qui. E sei ai grandi stadi ha preferito la realtà dei palasport con la massima concessione dell’Arena di Verona, tanto meglio per noi che possiamo godercela da vicino, in una dimensione intima, quasi famigliare.
Le grandi stelle brillano ovunque.
Scaletta del concerto di Giorgia alla Kioene Arena di Padova il 13 marzo 2018
Oronero
Il mio giorno migliore
È l’amore che conta
Chiamami tu / Turn your lights down low
Mutevole
Vivi davvero
Scelgo ancora te
Quando una stella muore
Non mi ami
Gocce di memoria
Regina di notte
Come saprei
E poi
Per fare a meno di te
Eternità
Vado via
Tu mi porti su
Di sole e d’azzurro
Marzo
Io fra tanti
Come neve
Bis: Per non pensarti
Medley: My love is your love / I don’t want to miss a thing / My heart will go on / Onde, Credo