Giovanni Caccamo ha pubblicato un nuovo singolo dal titolo “Canta” eseguito in collaborazione con Aleida Guevara, figlia di Ernesto Guevara detto “Il Che”.
Il brano è stato prodotto da Leonardo Milani e Giovanni Caccamo e scritto da Caccamo con Cheope, Alessandra Flora e Gianni Pollex. “Canta” ha richiami cubani e ritmi urban, con l’inconfondibile tocco, al basso, di Saturnino, noto bassista di Jovanotti.
Il testo è ispirato alla “Lettera ai figli” scritta da Che Guevara durante la sua campagna militare in Bolivia, un testamento emotivo in cui il “Che” si scusa con i propri figli per essere stato un padre poco presente e consegna loro alcuni temi fondamentali riguardanti la sua visione del mondo e dei diritti umani e sociali, per istruirli anche se non più vicino a loro. La lettera del “Che” è letta straordinariamente per l’occasione da Aleida Guevara, figlia del rivoluzionario, e fa da introduzione al brano.
Dopo il cortometraggio “Aurora” con Willem Dafoe, uscito il 23 Aprile 2021 e prodotto da MUS.E, “Canta” è il singolo che anticipa l’uscita di “Parola”, il nuovo album di Giovanni Caccamo, prodotto da Ala Bianca e distribuito da Warner Music Italia, in uscita a settembre 2021, con numerose collaborazioni italiane e internazionali.
Il 25 giugno, a Bari, Aleida e Giovanni saranno insieme per ritirare il premio Magna Grecia Awards e nell’occasione eseguiranno, per la prima volta insieme dal vivo, “Canta”.
A luglio, partirà il “Parola Anteprima Tour” di Giovanni Caccamo e Michele Placido. La tournée, prodotta e organizzata da IMARTS, sarà un viaggio unico, in suggestive location italiane, tra elettronica, voce e melodie. Giovanni sarà accompagnato dalla straordinaria presenza di Michele Placido.
I due artisti interagiranno tra loro e si alterneranno sul palco dando vita a un dialogo unico tra parole e note. Filo conduttore, saranno le sonorità elettroniche e le sperimentazioni live del produttore e poli strumentista Leonardo Milani (“Tutti i santi giorni”, “Il Capitale Umano”).
Testo di “Canta”
(Strofa 1)
Sono Ernesto Che Guevara,
circondato senza via di scampo
nella giungla Boliviana
a lottare per un maledetto senso di uguaglianza
per la razza umana.
(Strofa 2)
Mi rivedo in quella foto in bianco e nero
col dolore che mi segna,
disteso a torso nudo su una panca
come il cristo del Mantegna
Ti saluto comandante
alzo in alto il mio bicchiere
alla libertà che ognuno chiede
(Pre-Ritornello)
Grido a quello che è importante,
a lottare ancora insieme
alla poesia delle persone vere
(Ritornello)
También herida Cuba canta canta, canta, Cuba canta
canta, canta, canta, Cuba canta,
canta, canta, canta, Cuba canta, canta.
E nell’aria risuona l’eco di una vecchia canzone
Risuona un vago senso di rivoluzione
(Strofa 3)
Sono Ernesto Che Guevara,
di tre quarti sopra un manifesto
Credo ancora in una strada
per un mondo meno falso e un po’ più onesto
Mi dispiace non avere avuto il tempo
per giocare con mio figlio
Per andare al matrimonio all’Havana di mia figlia
mi hanno detto mi somiglia
Ti saluto comandante
alzo in alto il mio bicchiere
alla libertà che ci appartiene
(Pre-Ritornello)
Brindo a quello che è importante,
a lottare ancora insieme
al coraggio che scorre nelle vene
(Ritornello)
También herida Cuba canta canta, canta, Cuba canta
canta, canta, canta, Cuba canta,
canta, canta, canta, Cuba canta, canta.
E nell’aria risuona l’eco di una vecchia canzone
Risuona un vago senso di rivoluzione
(Finale)
Grazie alla vita che mi ha dato tanto
ad ogni giorno di allegria, ad ogni giorno di pianto
a te amore dovunque tu sia,
ti sarò per sempre accanto.