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Gone Girl – L’Amore Bugiardo (Recensione):
Titolo: Gone Girl – L’Amore Bugiardo
Titolo Originale: Gone Girl
Regista: David Fincher
Cast: Ben Affleck, Rosamund Pike, Missi Pyle, Neil Patrick Harris, Tyler Perry, Kim Dickens, Casey Wilson
Paese: USA
Genere: Thriller – Drammatico
Durata: 149 minuti
Recensione Gone Girl – L’Amore Bugiardo:
Gone Girl, L’Amore Bugiardo è un adattamento del bestseller di Gillian Flynn che racconta una storia piena di strati illusionistici condita a puntino dai media che trattano gossip. In questo film viene raffigurata la storia di Nick (Ben Affleck) e Amy Dunne (Rosamund Pike), due giovani ragazzi che danno l’illusione di vivere una vita felice. Ma poi…
L’Incredibile, Amy è scomparsa…
ma la verità è che l’Icredibile Amy non è mai esistita. Non si tratta di uno spoiler, ma del fulcro della storia di questo film. L’Amore Bugiardo è ricco di colpi di scena e sembra farci entrare dentro un incubo kafkiano creato da una mente sconvolta. Gone Girl da una parte ci guida attraverso i metodi utilizzati dalle persone per ingannare se stessi e dall’altra parte ci dice chi sono veramente queste persone. Rivela le discrepanze di una relazione, storia d’amore che non è mai esistita, creata dal desiderio del marito di possedere una donna “perfetta” e in quel frangente lui diventa l’uomo “ideale”.
Il giorno del loro 5° anniversario, Nick Dunne (Ben Affleck) è chiamato a casa da un vicino che ha trovato il suo gatto abbandonato davanti alla porta dell’abitazione che “condivide” con la moglie. Nick entra in casa e chiama la sua Amy (Rosamund Pike) che però non c’è. Trova un ferro da stiro ancora caldo e la zona giorno completamente in disordine. Preso dal panico Nick chiama la polizia locale, e velocissima arriva la Detective Rhonda Boney (Kim Dickens) insieme all’agente Jim Gilpin (Patrick Fugit) che, ovviamente, cominciano subito a trattare Nick come un sospettato.
Quello che il pubblico si chiede sin dall’inizio è se Nick risulta essere veramente l’assassino della moglie oppure no!
Successivamente l’azione scorre tra il racconto della scrittrice Amy, dove vengono citati primi due anni di relazione della coppia e la situazione di Nick che deve dimostrare la sua innocenza. All’inizio la loro relazione sembrava perfetta, entrambi scrittori, tanto sesso, battute divertenti e sintonia, ma poi la recessione economica generale ha provato la loro relazione. Entrambi rimangono senza lavoro e sono costretti a lasciare New York per recarsi nella città natale di Nick Nord Carthage, in Missouri, per assistere la madre morente di Nick, che nel frattempo ha aperto un bar insieme a sua sorella gemella Margo (Carrie Coon). Questa parte della storia che vi abbiamo illustrato ci viene raccontata in modo strettamente soggettivo attraverso il diario di Amy. Il carattere di Nick muta molto facilmente in questa pellicola, a tratti sarà molto facile odiarlo per via di come si mostra in pubblico e questo non gioca a suo favore se prendiamo in esame il personaggio del film, perché i media lo dipingeranno come il possibile assassinio della moglie. Certamente non lo aiuta la conduttrice televisiva Nancy Grace che lo massacra in ogni evento del suo talk show. Assediato dalle emittenti televisive e dalla polizia a Nick non resta che affidarsi all’avvocato. Successivamente la trama del film subirà una vera svolta che non voglio raccontarvi per lasciarvi con uno stato di suspance e incertezza che vi costringerà a vedere il lavoro di Fincher.
Come dicevamo prima, la mattina del suo quinto anniversario di matrimonio, Nick Dunne (Ben Affleck) torna a casa e trova la porta d’ingresso aperta, il tavolino di vetro situato in soggiorno distrutto, e sua moglie, Amy (Rosamund Pike), introvabile. Il Detective Rhonda Boney (Kim Dickens) e l’assistente Jim Gilpin (Patrick Fugit) sono i primi soccorritori, e subito appare chiaro a tutti che Nick non sta raccontando la verità – per esempio, se il soggiorno è stata teatro di una lotta, allora perché le foto sulla mensola del caminetto non sono capovolte? Questa è solo una delle diverse domande senza risposta che iniziano a spuntare fuori e che portano Nick ad essere il primo sospettato. Nick non da l’idea di essere un ragazzo preoccupato per la scomparsa della moglie e il diario di Amy (presentato in flashback) compila alcuni spazi vuoti che ci aiutano a capire al meglio la loro relazione, e ci si inizia a chiedersi cosa si nasconde dietro la mente di Nick.
Il ruolo dei social media ed emittenti televisive è importante nella trama del film: ancora prima delle rivelazioni di Nick riguardo alla sua vita privata non si metteranno problemi nel crocifiggere il marito della povera Amy e allo stesso tempo divinizzare la moglie scomparsa.
Flynn è stato scelto per questo adattamento e la mossa non è stata che saggia. Alcuni puristi potrebbero lamentarsi perché nel film mancano alcuni elementi importanti e sfumature del romanzo, però è davvero difficile trovare un difetto nella sceneggiatura che è stata scritta dall’autore del libro in modo impeccabile.
La storia in se è ridicola ma Gone Girl – L’Amore Bugiardo è un film molto piacevole. La trama può essere assurda ma i temi di fondo del matrimonio come la disillusione sono molto reali e i personaggi sono complessi e affascinanti, e li esamineremo nei paragrafi successivi.
David Fincher lavora insieme al collaboratore di lungo corso e direttore della fotografia, Jeff Cronenweth e i due creano un tono terribilmente triste per Gone Girl – L’Amore Bugiardo tanto da rendere ogni svolta del film molto più intensa e viscerale. Ogni scena è meticolosamente pianificata, mostrando ogni scatto come se fosse un fermo immagine che racconta mille parole. La sensazione all’occhio umano è davvero piacevole. Il montaggio curato da Kirk Baxter e Angus Wall non perde un colpo, mutando a seconda del doppio registro narrativo. Al contrario, la regia dopo i primi 30 minuti di film inizia ad essere meno coinvolgente. Per fare un confronto, in un altro film diretto da Fincher e che si intitola “Social Network” la regia era perfetta, forse troppo per quel film, invece qui, in Gone Girl – L’Amore Bugiardo va un po in crisi dopo i primi 30 minuti, ma nulla di grave se si giudica tutto il lavoro complessivo.
Ben Affleck si inserisce nel personaggio di Nick Dunne come un guanto. Nick Dunne non è un bravo ragazzo o un cattivo ragazzo. E’ un ragazzo a modo, una persona normale con qualche difetto e problema psicologico, come la maggior parte di noi. E’ credibile come personaggio. Finge di essere arrabbiato ma allo stesso tempo nasconde i segreti del suo matrimonio.
Rosamund Pike interpeta Amy Dunne, sicuramente la sua migliore interpretazione da quando lavora nel mondo del cinema. Amy è intensa, intelligente, manipolatrice e maniacale e Pike si impegna al massimo in questo ruolo e alcune scene ci fanno ricordare il personaggio di The Joker del fu Heath Ledgers.
Sia Pike che Affleck sono affiancati da un ottimo cast di supporto. C’è Kim Dickens nel ruolo del Detective Boney e poi Carrie Coon, la sorella Margo, un personaggio con i piedi per terra, altamente credibile ed unica valvola di sfogo del fratello. Il rapporto tra Nick e Margo è normale o c’è qualcosa sotto? Sta a voi decidere quando i personaggi sono sinceri e quando vengono fraintesi. E’ un film che potrebbe essere interpretato in modo diverso ogni volta che si guarda, e anche le vostre simpatie cambieranno a seconda del vostro punto di vista. Tyler Perry porta quella dose di umorismo che non guasta mai nella parte finale del film, interpretando l’avvocato di Nick.
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La Recensione
Verdetto Finale
Nonostante la trama poco credibile e la regia che stenta dopo i primi 30 minuti l'interpretazione dei personaggi merita davvero, con Affleck e la Pike in grande spolvero. Ottimo anche il montaggio e la fotografia per questo nuovo lavoro di David Fincher che vi consigliamo assolutamente di vedere