Oggi ho visto il film “Gran Turismo – La storia di un sogno impossibile“. Ho già giocato parecchie volte al videogame della PlayStation ma non conosco le piste a memoria come il pilota Jann.
Gran Turismo – La storia di un sogno impossibile potrebbe prendere il nome da un videogioco, ma in realtà è ispirato alla vita di un giocatore, Jann Mardenborough. Questo ragazzo è passato da essere un adolescente ossessionato dai simulatori di corse a diventare un vero pilota di auto da corsa. Se ti sembra una storia da favola, in realtà è più un esempio di come le aziende possano collaborare per creare qualcosa di unico. Nel 2011, quando Jann aveva 19 anni, è stato selezionato per partecipare a un reality show creato da Nissan e PlayStation. L’obiettivo era di trovare giovani talenti da far correre per Nissan in una competizione internazionale. I concorrenti, che si erano qualificati dimostrando le loro abilità nel gioco, sono stati messi alla prova su una pista vera, con l’obiettivo finale di guidare per Nissan.
L’aspetto pubblicitario del film
Il film sembra più un annuncio pubblicitario fin dalla sua sequenza di apertura. Si parla di come il designer del gioco, Kazunori Yamauchi, abbia voluto creare il simulatore di corse più preciso possibile per “rendere le corse accessibili a tutti”. Anche se Yamauchi è una figura famosa, nel film è interpretato dall’attore Takehiro Hira, dando l’impressione che la sua presenza reale non fosse abbastanza “cinematografica”. Archie Madekwe, che interpreta Jann, sembra essere stato scelto più per il suo aspetto da teen drama che per la sua presenza scenica. Questo non è un problema durante le numerose sequenze montate che portano Gran Turismo – La storia di un sogno impossibile attraverso campi di addestramento, gare di qualificazione e, infine, alla 24 Ore di Le Mans. Ma quando il ritmo rallenta e Jann inizia a parlare, la relazione del film con il suo protagonista inizia a sembrare quella di un genitore che cerca di tirare fuori dettagli dal figlio su come sia andato a scuola quel giorno.
Confusione nella scrittura del personaggio
La confusione nella scrittura del personaggio di Jann deriva dal fatto che il film cerca di presentarlo in due modi contrastanti. Da un lato, vuole farlo apparire come un “outsider”, una sorta di eroe popolare che riesce a entrare nel mondo esclusivo ed elitario delle corse automobilistiche. Questo lo renderebbe una figura con cui il pubblico potrebbe facilmente identificarsi.
Dall’altro lato, il film sottolinea anche che la presenza di Jann in questo mondo delle corse è in realtà una mossa di marketing orchestrata da Nissan. Orlando Bloom, che interpreta un dirigente astuto della Nissan, vede Jann e la competizione come un modo per promuovere il marchio.
Questi due aspetti contrastanti creano confusione perché è difficile capire quale sia la vera natura del personaggio di Jann: è un eroe popolare o semplicemente uno strumento di marketing? Questa ambiguità rende difficile per lo spettatore connettersi veramente con lui.
La vita familiare di Jann e le contraddizioni del film
La confusione si estende anche alla rappresentazione della vita familiare di Jann. Il ragazzo entra in conflitto con suo padre, un ex calciatore professionista ora lavoratore ferroviario, interpretato da Djimon Hounsou. Il padre è giustamente preoccupato per il fatto che il figlio maggiore abbandoni gli studi universitari per passare tutto il giorno in camera a giocare ai videogiochi. Il film, però, insiste nel presentare questa situazione come un esempio di un padre che non sostiene il figlio. Ma fino a quando non arriva l’invito alla competizione, come un fulmine a ciel sereno, Jann non ha fatto nulla per realizzare il suo sogno dichiarato di diventare un pilota di auto da corsa, a parte giocare a Gran Turismo.
Il film fatica a dare un senso alla storia di Jann. Da un lato, vuole celebrare il valore del gioco come un mezzo per realizzare i propri sogni. Dall’altro, non riesce a farci capire chi sia veramente Jann come persona, con sentimenti e un futuro. La sua rivalità con un altro pilota e la sua storia d’amore con una ragazza della sua città natale sono appena accennate e non aggiungono molto alla trama.
Il film ha un aspetto quasi onirico, con i personaggi sempre illuminati in modo impeccabile, indipendentemente dal contesto. Non esplora a fondo la differenza tra guidare un’auto in un gioco e su una pista reale, e il tempo sembra scorrere in modo tale da rendere poco chiaro se stiamo parlando di settimane, mesi o anni.
La linea sfocata tra film e pubblicità
Una volta, i film erano fatti per raccontare storie e, magari, vendere qualche giocattolo come prodotto derivato. Oggi, sembra che i film siano fatti solo per vendere prodotti, come se fossero lunghi spot pubblicitari. “Gran Turismo – La storia di un sogno impossibile” è un esempio lampante di questa tendenza.
A differenza di film come “Pixels”, che almeno cercavano di realizzare una sorta di fantasia o sogno, questo film sembra dire solo: “Ehi, continua a giocare al tuo videogioco preferito, un giorno potrebbe servirti a qualcosa”. Ma non spiega bene come o perché, lasciando lo spettatore un po’ nel dubbio.
In pratica, il film sembra più interessato a promuovere l’idea che giocare a “Gran Turismo” sia una cosa positiva, piuttosto che raccontare una storia avvincente o significativa.
Un’opportunità mancata
In sostanza, il film non riesce a cogliere l’opportunità di esplorare in modo significativo né il mondo delle corse né quello dei videogiochi. La mancanza di profondità nel personaggio principale, la superficialità delle sequenze di gioco e di corsa, e l’assenza di un messaggio chiaro rendono Gran Turismo – La storia di un sogno impossibile un’esperienza piuttosto deludente per lo spettatore.
E tu hai visto Gran Turismo – La storia di un sogno impossibile? Ti è piaciuto? Dì la tua nei commenti.
La Recensione
Gran Turismo - La storia di un sogno impossibile
"Gran Turismo - La storia di un sogno impossibile" vuole essere un film ispirante sulla storia di Jann, un ragazzo che passa dal giocare a un videogioco di corse a diventare un vero pilota. Ma il film finisce per sembrare più un lungo spot pubblicitario che una storia avvincente. Da un lato, cerca di farci tifare per Jann come l'eroe outsider; dall'altro, ci fa capire che tutto è un grande piano di marketing di Nissan. Risultato? Ti lascia confuso e un po' deluso. Non aspettarti una storia profonda o personaggi ben sviluppati, sembra più un promo che un film vero e proprio.
PRO
- Offre un'occhiata dietro le quinte del mondo delle corse automobilistiche, con tutto il suo glamour e le sue sfide.
- Sarà apprezzato dai fan del videogioco Sony.
CONTRO
- Ti lascia con la sensazione che stai guardando un lungo spot pubblicitario più che un film.
- I personaggi sono poco approfonditi, rendendo difficile immedesimarsi nella storia e provare empatia per loro.
- La trama è confusa e ambigua, il che può lasciarti perplesso su cosa il film stia effettivamente cercando di comunicare.