“Great Pretender” è una serie tv d’animazione originale di genere azione, commedia e crimine divisa in due stagioni per un totale di 23 episodi, disponibili su Netflix doppiati interamente in italiano.
La serie è stata prodotta da Wit Studio, che ha alle spalle già lavori di grosso calibro e di ottimo risultato come ad esempio “L’attacco dei giganti“, ed è stata scritta da Yoshiyuki Sadamoto, lo stesso di “Neon Genesis Evangelion“.
La storia segue le vicende di un gruppo di truffatori con il quale avrà suo malgrado a che fare il protagonista, Makoto Edamura, giovane disilluso dal padre – anch’egli un truffatore di prim’ordine – che per quanto cerchi di condurre una vita retta e onesta alla fine si trova sempre invischiato in casi (e casini) più grandi di lui.
“Great Pretender“: perché vederlo
Il primo punto di forza di “Great Pretender” è indubbiamente costituito dai protagonisti, questo manipolo di truffatori che tuttavia non se la prende con povera gente innocente, bensì rivolge le proprie mire unicamente ai ricchi magnati, che spesso più che facoltosi si mostrano soltanto individui subdoli e crudeli a danno di se stessi e degli altri, manovrati come sono dal Dio denaro.
In tal modo, i protagonisti non possono che passare comunque dalla parte dei buoni; con il loro tentativo di arrecare giustizia nei confronti dei più bisognosi, con la loro moralità intrinseca, con i loro valori che, anche se celati, alla fine emergono lo stesso, sono persone normali che si districano in un vasto mondo, a modo loro.
C’è spesso un velo di malinconia, poi. Qualcosa di non detto, di lasciato a metà, di necessitante una maggiore indagine, che però non sempre arriva, e che desta ancora di più l’attenzione dello spettatore, che di questi pochi protagonisti vorrebbe sapere tutto, ma di cui, alla fine, scopre solo qualche vicenda isolata di vita passata.
Ma ad ogni modo essi sono ben caratterizzati, e per quanto siano diversi, nel modo di fare e di essere, è un po’ impossibile non affezionarsi a tutti loro, puntata dopo puntata.
I disegni sono semplici, talvolta quasi stilizzati nelle forme e un po’ spigolosi, il che non a tutti potrebbe piacere, ma che a me ha affascinato.
I colori sono invece frizzanti e vivaci, spesso un po’ irrealistici e un pugno in un occhio, ma sono estremamente particolari e per questo dal mio personale punto di vista apprezzabili.
Un plauso poi alla colonna sonora, frutto dell’operato di Yutaka Yamada (che già ha le spalle la colonna sonora di anime di successo quali “Tokyo Ghoul” e “The vinland saga“): bella, bella e bella, con un sacco di canzoni meravigliose (tra le tante, le mie preferite: “Our love” di Yvy feat. Quency e “Someday” di Emarie) e con la ending che non poteva essere più azzeccata: “The great pretender” di Freddie Mercury, con tanto di richiamo al video musicale della stessa.
È questo, dunque “Great pretender“: un piccolo gioiellino nel vasto panorama anime moderno, che quasi richiama “Lupin“, per lo stile dei personaggi e per quella comicità di fondo che è costantemente presente senza scadere nello scontato e nell’eccesso, e che non risulta mai essere pesante, noioso o ripetitivo, grazie ai continui colpi di scena che permeano ogni episodio.
Consigliatissima agli amanti delle truffe (soprattutto per chi ha amato lo stile del film con Di Caprio “Prova a prendermi”), a chi vuole un anime non d’azione fisica ma mentale, e a chi desidera affezionarsi ancora una volta a personaggi meravigliosi.
La Recensione
"Great Pretender"
Una serie anime che in poche puntate colpisce, emoziona e fa affezionare ai protagonisti.
PRO
- Personaggi meravigliosi
- Casi interessanti e ben architettati
- Stile grafico particolare
- Colonna sonora con canzoni stupende
CONTRO
- Talvolta un po' di lentezza nella messa in atto delle truffe