Quando Speed uscì nelle sale nel 1994, divenne subito uno dei maggiori successi dell’estate, incassando ben 121 milioni di dollari solo negli Stati Uniti e trasformando Keanu Reeves e Sandra Bullock in vere e proprie icone del cinema d’azione. L’idea di un autobus pronto a esplodere se scendeva sotto i 50 mph catturò immediatamente l’attenzione del pubblico, ma fu la chimica tra Reeves e Bullock a rendere il film un classico istantaneo. Tuttavia, pochi sanno che Sandra Bullock non era la prima scelta per il ruolo di Annie Porter. Tra i nomi considerati per la parte c’era anche una giovane Halle Berry, che decise di rifiutare il progetto per motivi ben precisi.
Keanu Reeves e Sandra Bullock: scelte non scontate
Anche se oggi sembrano perfetti per i loro ruoli in Speed, Keanu Reeves e Sandra Bullock non erano le prime opzioni per i protagonisti. In una rivelazione del 2014 fatta a Entertainment Weekly, lo sceneggiatore Graham Yost spiegò che tra i primi candidati per interpretare Jack Traven c’erano Tom Cruise, Tom Hanks, Wesley Snipes e Woody Harrelson. Anche per il ruolo di Annie, ci furono diversi nomi sul tavolo, tra cui Ellen DeGeneres e la stessa Halle Berry.
Il motivo del rifiuto di Halle Berry
Durante un’intervista recente su Armchair Expert con Dax Shepard, Halle Berry ha raccontato del suo rifiuto a partecipare a Speed. Ma perché una giovane attrice, ancora in cerca di affermarsi, avrebbe detto no a un progetto così promettente? La risposta si trova nella sceneggiatura originale del film. In una versione precedente dello script, infatti, l’autobus non lasciava mai il parcheggio di un supermercato. Con un tono divertito, Berry ha dichiarato: “Chi avrebbe accettato un film così? Un autobus che gira in tondo in un parcheggio?” La prospettiva di un progetto del genere non sembrava affatto promettente, e l’attrice decise di non farne parte. Tuttavia, Berry ha confessato di aver amato la versione finale del film, riconoscendo che il progetto si era trasformato in qualcosa di molto più dinamico ed entusiasmante.
La trasformazione della sceneggiatura di ‘Speed’
Immaginare Speed con un autobus che gira continuamente in un parcheggio rende subito chiaro quanto la versione finale sia stata fondamentale per il successo del film. Diretto da Jan de Bont, che avrebbe poi confermato il suo talento con Twister, Speed sfrutta al meglio la sua ambientazione a Los Angeles, portando l’autobus su un’autostrada affollata e introducendo una serie di situazioni ad alta tensione. La trama si arricchisce di momenti adrenalinici, come quando l’autista viene colpito e Annie deve prendere il controllo del mezzo, o quando il gruppo scopre che un ponte è interrotto proprio davanti a loro.
Questi continui colpi di scena mantengono alto il ritmo del film, permettendo agli spettatori di rimanere incollati allo schermo. Anche se alcuni momenti richiedono una certa sospensione dell’incredulità, come il famoso salto del bus oltre il vuoto, l’azione incessante riesce a compensare queste esagerazioni. Halle Berry, scegliendo di non partecipare a un film che non sembrava avere un grande potenziale sulla carta, dimostrò di essere un’attrice attenta alla qualità della sceneggiatura, un aspetto che ha caratterizzato gran parte della sua carriera. Certo, se avesse detto “no” anche a Catwoman dieci anni dopo, forse avrebbe evitato qualche delusione.
Gary Yost e l’evoluzione del film
La versione finale di Speed è un esempio di come una sceneggiatura possa evolversi radicalmente durante il processo di produzione. Graham Yost e Jan de Bont hanno saputo trasformare un’idea semplice in un thriller ad alto contenuto di adrenalina, facendo leva su una trama che aumenta costantemente la posta in gioco. Nonostante le difficoltà iniziali nel casting, l’alchimia tra Reeves e Bullock si rivelò un punto di forza, contribuendo a creare una delle coppie più memorabili del cinema d’azione degli anni ’90.
Un’azione che non si ferma mai
Il ritmo serrato di Speed e la tensione costante sono ciò che ha trasformato il film in un cult. La trama gioca continuamente con la paura e la speranza, con i personaggi che si trovano costantemente al limite, cercando di evitare la catastrofe. Ogni volta che sembra che abbiano trovato una soluzione, un nuovo problema si presenta, tenendo il pubblico sulle spine. Questa struttura narrativa permette al film di mantenere una tensione emotiva costante, offrendo un’esperienza che è tanto intensa quanto divertente.
Un’occasione mancata?
Guardando indietro, viene naturale chiedersi come sarebbe stato Speed con Halle Berry nei panni di Annie Porter. Avrebbe aggiunto una dimensione diversa alla dinamica con Keanu Reeves? Anche se non possiamo mai sapere come sarebbe andata, è evidente che Sandra Bullock ha fatto suo il ruolo, rendendolo uno dei più iconici della sua carriera. La decisione di Berry di rifiutare un progetto che non la convinceva è comprensibile, ma ha anche dimostrato che, a volte, i grandi successi nascono da revisioni e aggiustamenti lungo il percorso.
Conclusione: un classico degli anni ’90
Speed rimane uno dei film d’azione più amati degli anni ’90, grazie alla sua trama avvincente, alla chimica tra i protagonisti e alla regia dinamica di Jan de Bont. Se Halle Berry avesse accettato il ruolo, il film sarebbe stato lo stesso? È difficile dirlo, ma ciò che è certo è che Speed ha trovato la sua formula vincente, diventando un riferimento per i thriller d’azione che hanno seguito.
E voi, cosa ne pensate? Vi sarebbe piaciuto vedere Halle Berry al fianco di Keanu Reeves in Speed? Fatecelo sapere nei commenti!