Si è concluso il tanto atteso Guccifest, ma secondo le parole del New York Times, la presenza di Harry Styles (in jorst) non basta a salvare Gucci e la mini-serie tanto voluta da Alessandro Michele. Insieme ad Harry, anche Billie Eilish, Gus Van Sant che l’ha diretta (insieme a Michel) e la protagonista Silvia Calderoni – performer, attrice e autrice – non riescono a trasformare la serie in qualcosa di più che in un susseguirsi di camei.
Ouverture Of Something That Never Ended
La mini-serie è stata messa online dal 16 al 22 novembre, per presentare con una puntata al giorno la nuova collezione Gucci. Oltre a questa – e con le stesse modalità – sono state presentate le creazioni di altri quindici giovani stilisti, selezionati proprio da Alessandro Michele per offrire loro sostegno in un perdiodo in cui il settore moda, come molti altri, è stato messo a dura prova dalla pandemia di covid.
L’idea della mini-serie è nata infatti proprio nell’ottica di ripensare alle strategie di marketing del mondo della moda, per cogliere l’occasione di restituire freschezza ad un settore in cui da tempo si avvertiva questa necessità.
Mentre la protagonista Silvia (protagonista insieme alla collezione Gucci) vive una sua giornata tipo tra le vie di Roma, arriviamo finalmente al terzo episodio, dove fa la sua comparsa Harry Styles. Styles non è nuovo a questo tipo di collaborazione: ha infatti da tempo intrecciato un sodalizio artistico con la maison Gucci, tanto da esserne definito la musa. Lo vediamo quindi in giardino a Los Angeles, mentre riceve una telefonata dal filosofo italiano Achille Bonito Oliva.
Nell’episodio 5, appare un’altra celebrità prestata dal mondo della musica: Billie Eilish si esibisce diretta da Harmony Korine (anche lui non nuovo a collaborazioni con Gucci, ne ha infatti diretto una precedente campagna pubblicitaria) nel brano di Therefore I Am (il video originale fu girato proprio da Billie).
Anche se il giudizio del New York Times è abbastanza netto, a Gucci viene però riconosciuto il merito di aver tentato, tramite Ouverture, una nuova via con tutti i rischi connessi, mentre molti altri nel settore si stanno “accoccolando”. Il fatto poi di aver dato spazio, producendo interamente la serie, ad altri giovani stilisti, ha dato ancor più lustro alla sua immagine, confermando il suo gusto e contribuendo a dar forma alla sua immagine di benefattore.