Uscito in tutti i cinema dal 21 Agosto, il Live-Action Disney de “Il Re Leone” sta facendo molto parlare di sé.
Il film originale, del 1994, aveva fatto innamorare grandi e piccini. La storia del piccolo Simba, che scappa di casa dopo la morte del padre per ritrovare sé stesso e poi ritorna, ricco di consapevolezze e sicuro di sé, è qualcosa che ha sempre affascinato tutti, perché ci rispecchia.
Guardare il Live-Action è come tornare a casa dopo essere stati via per molto tempo, certi che troveremo qualcosa di meraviglioso ad aspettarci.
Quindi, tornare a casa è stato deludente? Assolutamente no. Anche con i suoi piccoli difetti – perchè solo piccoli difetti potrebbero essere definiti – “Il Re Leone” non fallisce, tiene compagnia per più di due ore e fa quasi venire voglia di essere insieme ai leoni della savana per cacciare e combattere insieme, in quello che è il cerchio della vita.
Ricordati chi sei
Il Live-Action 2019 de “Il Re Leone” non presenta troppe differenze dal film originale uscito 25 anni fa. Infila qualche informazione inedita di qua e di là, di cui parleremo, ma non ci sono scene che non abbiamo mai visto.
Alla rupe dei Re, il leone Mufasa – con la straordinaria voce di Luca Ward – e la leonessa Sarabi festeggiano l’arrivo del loro figlio, il principe Simba, che una volta cresciuto avrà la responsabilità di regnare sui territori della savana e proteggerne il delicato equilibrio.
All’equazione apparentemente perfetta, si aggiunge però il fratello minore di Mufasa, Scar, doppiato dal bravissimo Massimo Popolizio, che nutre un forte risentimento nei confronti del fratello e vorrebbe regnare al suo posto. La nascita di Simba non fa altro che gettare Scar ancora più nello sconforto e in un baratro di rabbia e risentimento.
Simba cresce amato dalla sua famiglia e impara insieme a Mufasa le regole dell’essere sovrano, che è più difficile di quello che sembra. Ma esattamente come nell’originale, a Simba non si può dire per tanto tempo cosa fare, perché ha una predisposizione naturale per combinare guai. E così finisce per farne una delle sue e, su suggerimento dello zio Scar, trascina Nala – sua migliore amica – nel cimitero degli elefanti, rischiando di venire ucciso dalle iene.
Ci pensa Mufasa a salvarlo e riportarlo a casa, ma non dopo avergli dato un’importante lezione: la sua vita è importante, e da essa ne dipendono molte altre, e non può permettersi di mettere in pericolo questo fondamentale equilibrio.
Né Mufasa né Simba possono sapere che le iene stavano lavorando per Scar, che sta tramando nell’ombra per uccidere il fratello. Dopo aver organizzato il piano perfetto, Scar porta Simba in una gola e nel frattempo ordina alle iene di scatenare una mandria di grossi animali. Il piccolo principe si ritrova quindi intrappolato e Mufasa deve intervenire per salvarlo, ma nel farlo rimane coinvolto nel diabolico piano di Scar, e viene da lui ucciso.
Una scena che ci aveva sicuramente scioccato da piccoli e continua, ancora oggi, a rimanere impressa nella nostra mente per la sua crudeltà. Bene: abbiamo dovuto riviverla di nuovo, in tutta la sua tristezza.
Sentendosi responsabile per la morte del padre e accusato da Scar, a Simba non rimane altro che scappare lontano. Triste e senza forze, Simba supera la savana e poi il deserto, pronto a lasciarsi andare, ma qui viene salvato da un’improbabile coppia di amici, i simpatici Timon e Pumba, che da quel momento si prendono cura di lui, crescendolo come se fosse loro figlio.
E, lasciatemelo dire…”Il Re Leone” non sarebbe il film che è diventato senza i mitici Timon e Pumba!
Ma per Simba è tempo di ricordi, nostalgia e responsabilità. Soprattutto quando dopo tanto tempo incontra di nuovo Nala, che è fuggita dalle Terre del branco in cerca di aiuto dopo che Scar ne è diventato il re, in seguito alla morte del fratello. I due, innamorati, condividono un bellissimo momento, che tutti ricordiamo consacrato dalla bellissima canzone “L’amore è nell’aria stasera“, in italiano, in tutto il suo splendore cantata dai bravissimi Elisa e Marco Mengoni.
Simba deve ricordarsi chi è, deve soffrire e tornare alle origini del suo percorso, e lo fa ricordando Mufasa, abbracciando la propria sofferenza. Così torna a casa, questa volta però aiutato da Nala, Timon e Pumba, e qui affronta Scar, il nuovo re, che lo accusa davanti a tutti di essere responsabile della morte di Mufasa.
Simba, ora pieno di consapevolezze e riempito di tutti gli insegnamenti del padre, riesce a smascherare lo zio e sconfiggerlo, diventando il Re della Rupe dei Re accanto alla forte e indipendente Nala, ora sua compagna – e non poteva andare diversamente, se pensiamo che nell’originale, la leonessa è doppiata da Beyoncé!
Quali sono le differenze tra l’originale e il Live-Action?
Le differenze tra i due prodotti sono assolutamente sottili, se non quasi del tutto inesistenti. Questo può essere visto sia come un pregio che un difetto: sarebbe stato interessante, ad esempio, trovare tempo e spazio per aggiungere qualche informazione in più sul passato di Mufasa e Scar. Il loro rapporto è fondamentale e capirlo a pieno in tutte le sue sfumature sarebbe stato davvero interessante.
A un certo punto il Live-Action ci prova anche, con qualche frase che getta le radici per un possibile flash-back – ad esempio quando Scar promette a Mufasa che non riproverà a sfidarlo come ha già fatto in passato – ma non scava a fondo, lasciandoci con una sensazione di vuoto, come se mancasse qualcosa.
La Soundtrack
Ciò su cui non si può dire nulla e a mio parere l’aspetto meglio riuscito della pellicola è sicuramente la soundtrack. Già fortissima nel film originale, nel Live-Action ritrova la sua bellezza e si rinnova con voci fresche e nuove, che consacrano “Il Re Leone”, ad oggi, come il Live-Action Disney con la colonna sonora più bella.
Il doppiaggio
Ciò che merita una menzione è sicuramente il doppiaggio, che per un film di animazione è fondamentale. Spiccano senza alcun dubbio le performance di Luca Ward e Massimo Popolizio; l’ultimo in particolare capace di ricreare un villain da pelle d’oca che non ha niente da invidiare all’originale.
Marco Mengoni ed Elisa, che non sono del mestiere, ci regalano comunque un’ottima prova. Non è facile per chi non lo fa di professione doppiare, soprattutto se dall’altra parte ci sono dei leoni e non degli essere umani.
I piccoli difetti
Ci sono purtroppo dei momenti, all’interno della pellicola, in cui si ha la sensazione che il film corra troppo, anche se non ce n’è assolutamente bisogno! Il momento per eccellenza è quando la dolce Nala si riunisce a Simba dopo molto tempo: i due lottano, si confrontano, “decidono” che sono innamorati e comincia immediatamente la canzone.
Il momento di per sé è magico, ma non si riesce a goderlo a pieno perchè succede tutto troppo in fretta ed è un peccato, perché nella versione originale non si aveva assolutamente questa sensazione di fretta.
Un amore a seconda vista
Anche con i suoi piccoli difetti, “Il Re Leone” rimane un capolavoro. Una storia avvincente che presenta temi davvero profondi e difficili, come l’omicidio, la perdita di un genitore, la depressione, il ritrovarsi.
A distanza di 25 anni siamo cresciuti insieme a Simba e abbiamo capito a pieno cosa prova, e abbiamo fatto il tifo per lui.
E’ una storia che fa riflettere tutte le generazioni e che colpisce tutti nel profondo per la sua tristezza, che piano piano si trasforma in rivincita, un po’ come nella vita reale. Il Live-Action non intacca queste dinamiche, anzi, è in grado di riproporre in maniera fresca una storia che non smetterà mai di piacere.
Voi cosa ne pensate di questo film? Fatemi sapere nei commenti!
La Recensione
Il Re Leone 2019
Non troppo differente dal prodotto originale, che può essere visto sia come un pregio che un difetto. Ad oggi, il Live-Action Disney con la Soundtrack più potente. "Il Re Leone" non fallisce nel riportarci indietro nel tempo e farci innamorare di lui di nuovo, come se questi 25 anni non fossero mai passati. Buone le prove al doppiaggio di Marco Mengoni ed Elisa.