TITOLO: Il re leone
TITOLO ORIGINALE: The Lion King
REGIA: Roger Allers, Rob Minkoff
PAESE: USA
ANNO: 1994
GENERE: animazione, musicale, avventura, drammatico, commedia
DURATA: 89 minuti
DOPPIATORI ORIGINALI: Jonathan Taylor Thomas, Jason Weaver, Matthew Broderick, Joseph Williams, James Earl Jones, Jeremy Irons, Moira Kelly, Sally Dworsky, Niketa Calame, Laura Williams, Ernie Sabella, Nathan Lane, Robert Guillaume, Rowan Atkinson
DOPPIATORI ITALIANI: George Castiglia, Riccardo Rossi, Daniele Viri, Vittorio Gassman, Tullio Solenghi, Laura Boccanera, Lorena Brancucci, Perla Liberatori, Augusto Giardino, Tonino Accolla, Roberto Stafoggia, Sergio Fiorentini, Roberto Del Giudice
TRAMA: Africa. Nelle Terre del Branco il re Mufasa regna sovrano sugli altri animali che festeggiano, alla Rupe dei Re, la nascita di Simba, futuro erede al trono.
Il fratello minore di Mufasa, Scar, è molto geloso del potere che detiene il fratello maggiore e, con l’arrivo del nipote, vede andare in frantumi il sogno di poter governare lui stesso il branco.
Per tale motivo, tramite l’inganno, attira il giovane Simba in un agguato in cui le iene Shenzi, Banzai e Ed, esiliate dalla Terra del Branco, tentano di farlo fuori. Fortunatamente interviene Mufasa che con la sua forza scaccia gli avversari salvando Simba e la sua migliore amica, Nala.
Scar s’infuria ma non si arrende: lascia passare qualche giorno e poi tende nuovamente una trappola al nipote. La situazione è critica, Mufasa tenta di salvare il figlio e ci riesce ma, tradito dal fratello, perde la vita precipitando da un dirupo.
Simba, non accortosi della cattiveria dello zio, si ritiene responsabile della morte del padre e, sollecitato da Scar, fugge dal regno per nascondersi altrove e non fare mai più ritorno. Nonostante le iene vengano mandate ad inseguire il cucciolo per porre fine alla sua esistenza, egli riesce a fuggire e a sopravvivere.
In questo modo, Scar, ha finalmente il controllo delle Terre del Branco: tutti gli animali devono obbedirgli. Inutile dire che comincia un’era buia per il popolo della Rupe dei Re.
Nel frattempo, Simba, vagando a vuoto per le terre selvagge, incontra Timon e Pumba, un suricata e un facocero che lo curano e lo crescono come facesse parte della loro famiglia. Gli anni passano ed il leone cresce con una filosofia di vita impartitogli dai due nuovi amici, l’ “hakuna matata”, ovvero “senza pensieri”.
I tre formano una squadra formidabile e vivono sereni e felici supportandosi l’un l’altro.
Un giorno, però, si presenta in quella zona di deserto Nala, spinta dalla fame. S’imbatte su Timon e Pumba e cerca così di mangiarseli. E’ Simba a salvare i due e a scoprire, poi, di essere cresciuto proprio con quella leonessa. Ella spiega la tremenda situazione in cui si trova tutto il branco alla Rupe dei Re e convince il migliore amico a fare ritorno per mettere fine all’impero di Scar basato sulla malvagità. Sebbene inizialmente il leone sia titubante, alla fine si persuade e fa ritorno in patria. Qui comincia uno scontro all’ultimo sangue tra nipote e zio, tra leoni e iene, tra i buoni e i cattivi.
Simba riuscirà ad avere la meglio, anche grazie all’aiuto di Timon e Pumba, che interverranno per non lasciar solo il grande amico. L’intero branco verrà a conoscenza della verità, ovvero che la morte di Mufasa fu per mano del perfido fratello e non per una marachella del giovane Simba.
Quest’ultimo prenderà finalmente la posizione che gli spetta di diritto e scoprirà, inoltre, di essere innamorato della migliore amica, con cui si unirà dando vita ad un nuovo regno pacifico.
Il bene vincerà e alla Rupe dei Re tornerà il sereno.
“Mufasa: Simba, lascia che ti dica una cosa che mio padre disse a me. Guarda le stelle. I grandi re del passato ci guardano da quelle stelle.
Simba: Davvero?
Mufasa: Sì. Perciò quando ti senti solo, ricordati che quei re saranno sempre lì per guidarti. E ci sarò anche io…”
COMMENTO: Il re leone può essere descritto utilizzando una sola ed unica parola, LEGGENDA. Cartone animato targato Disney, accompagna dal lontano 1994, intere generazioni. Difficile trovare una pecca a questa pellicola: storia, personaggi e colonna sonora, difatti, sono impossibili da criticare.
L’intera vicenda si svolge nel regno animale africano: in una moltitudine di specie, a comandare, come consuetudine vuole, è il felino più potente di tutti, il leone. Nel nostro caso, Mufasa.
Mufasa (attenzione cliché in arrivo) è il classico re saggio, altruista, che mette il bene del proprio branco davanti al proprio (uguale uguale ai nostri politici).
“Siamo tutti collegati nel grande cerchio della vita”
Sposato con Sarabi, degna regina, perfetta ed impeccabile come lui, governa le Terre del Branco dalla Rupe dei Re che, altro non è, che una enorme roccia/casa/cuccia gigante.
I due danno alla luce Simba, giovane erede al trono che già dai primi anni di vita dimostra di essere vivace e poco obbediente. L’enorme responsabilità che ha la sua famiglia non lo sfiora minimamente: nulla è più divertente che giocare e combinare guai insieme alla sua migliore amica Nala (per fortuna, crescendo, diverrà maturo e responsabile).
“Pericolo? Il pericolo è il mio mestiere. Io rido in faccia al pericolo! Ah ah ah!”
Ad avere il compito di controllarli è Zazu, un bucero puntiglioso che fa da maggiordomo a Mufasa (lo ricordiamo affettuosamente per “ho tante noci di cocco spledide tititi, tutte in fila per tre, per tre, per tre…”).
Rafiki, invece, è uno scimmione, sciamano. Anch’egli, come il suo re, saggio ed anziano.
“Simba: Ahi! Che male! Perché mi hai colpito?
Rafiki: Non ha importanza: ormai è passato.
Simba: Sì, ma continua a fare male…
Rafiki: Oh, sì, il passato può fare male. Ma a mio modo di vedere dal passato puoi scappare… oppure imparare qualcosa.”
Se questa è un po’ l’iniziale squadra dei buoni, abbiamo inevitabilmente anche il team Scar, dei cattivi. Scar, fratello minore di Mufasa (attenzione altro cliché in arrivo), è un leone dispotico che punta al potere e al controllo del regno solo per essere privilegiato ed ottenere tutto ciò che vuole. Questo suo desiderio diventa un’ossessione, tant’è che, senza scrupoli o rimorsi, è disposto a sacrificare la sua famiglia, nipote cucciolino compreso. Ad aiutarlo nelle sue malvagie intenzioni sono le tre iene maculate Shenzi, Banzai e Ed, un curioso trio esiliato dalle Terre del Branco e perciò disposto a tutto.
La scena in cui Scar tiene le zampe del fratello per poi lasciarlo volontariamente cadere dal dirupo con un sarcastico “Lunga vita al re” ha da sempre spiazzato intere famiglie di spettatori. La successiva scena in cui Simba, cucciolo, si avvicina al padre cercando di risvegliarlo per poi accorgersi della morte è, ancora oggi, motivo di cascate e cascate di lacrime (vedi anche cartone animato Bambi).
Molti non riescono ad andare oltre a quel minuto e stoppano il film, perdendosi così tutto il divertimento. Dico divertimento perché con l’arrivo di Timon e Pumba, Il re leone prende una piega del tutto nuova. I più bei personaggi Disney, benché non protagonisti, rendono il cartone animato completamente unico. La comicità del suricata unita a quella del dolce facocero ha rivoluzionato l’ironia Disney in una maniera epica.
“Pumbaa: Timooon!
Timon: Sì?
Pumbaa: Ti sei mai domandato cosa siano quei lumicini lassù?
Timon: Pumbaa, io non mi faccio domande. Io le cose le so!
Pumbaa: Oh! E che cosa sono?
Timon: Sono delle lucciole. Lucciole che sono rimasta attaccate a quella grande cosa nero bluastra!
Pumbaa: Oh sì? Io ho sempre pensato che fossero masse gassose che bruciano a miliardi di chilometri di distanza!
Timon: Pumbaa, tutto quello che pensi lo trasformi in gas!”
Timon e Pumba sono i migliori amici che tutti vorrebbero. Simpatici e divertenti ma, al tempo stesso, altruisti e buoni: si prendono cura di Simba e non lo abbandonano mai, nemmeno nel secondo film. Il terzo, invece, è interamente dedicato a loro come omaggio appunto ai due personaggi.
Quindi, a parte la trama, a parte i personaggi, a parte questi rapporti particolari tra fratelli, tra padre-figlio, tra innamorati (Simba e Nala ed il cliché dei migliori amici che si innamorano), tra amici, mentori, e personaggi secondari vari, come ciliegina sulla torta Il re leone può vantare una delle colonne sonore più belle di tutti i tempi: quattro nominations agli Oscar, ne porta a casa due. Miglior colonna sonora, appunto, ad Hans Zimmer e Miglior canzone (Can you feel the love tonight) a Elton John e Tim Rice.
Campione d’incassi, record nelle critiche positive, uno dei miglior film Disney. Chi non lo ha mai visto non è cresciuto normale. Garantito.
“Io l’ho già capito,
Ma loro ancora no.
Si stanno innamorando
E il nostro trio diventerà un duo.
Fra stelle e pleniluni,
C’è un’aria di magia.
È un attimo così romantico,
Vedrai, lo porta via.
E l’amore avvolgerà i sogni e la realtà,
Fra tutti c’è perfetta armonia e ognuno incanterà.
Per dirle che io l’amo
Dovrei spiegar perché.
Fantasmi e luci del passato
Ritornano da me.
Qualcosa mi nasconde,
Ma io non so cos’è.
Perché non vuole rivelare
Che in lui c’è un vero re?
E l’amore avvolgerà i sogni e la realtà,
Fra tutti c’è perfetta armonia e ognuno incanterà.
E tra voi si poserà un mondo di magia
E il giorno poi le ombre dissolverà, spalancherà la via.
E lui non ha che lei ormai
Nei pensieri suoi.
Il nostro trio è un’altra storia.
Non tornerà con noi!”
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Il re leone recensione – i personaggi del cartoneLa Recensione
Il Verdetto
Campione d’incassi, record nelle critiche positive, uno dei miglior film Disney. Chi non lo ha mai visto non è cresciuto normale. Garantito.