Il Cibo dovrebbe essere la chiave del film ma invece…
I protagonisti aiutano a mantenere l’attenzione di questo dramma, ma alla fine ci si sente immersi in concetti talmente inventati che diventano impossibili da credere. C’è un sacco di potenziale, ma lo script del film viene distratto da sottotrame irrilevanti che cercano di suscitare qualche tensione, ma senza colpire lo spettatore. E’ un film sul cibo, ma la cucina è semplicemente troppo astratta per essere appetitosa.
Al centro di tutto c’è Adam (Bradley Cooper), un cattivo cuoco che ha concluso anticipatamente la sua carriera ad alta quota a Parigi. Dopo un periodo di penitenza a New Orleans, si trasferisce a Londra per cominciare di nuovo, con l’obiettivo di impossessarsi finalmente dell’inafferrabile terza stella Michelin. Da quando ha alienato i suoi amici, si rivolge a Tony (Daniel Brühl), un ragazzo che ha sempre avuto un debole per lui e sembra voler dare ad Adam una seconda occasione facendogli gestire un nuovo ristorante di spessore. Per non sbagliare assume alcuni vecchi colleghi (Omar Sy e Riccardo Scamarcio) e poi la sexy Helene (Sienna Miller) come suo sous chef.
Bradley Cooper in versione chef…Questo set-up è maturo sia per una commedia nera che per un soul dramma, e lo scrittore Steven Knight getta sulla mischia degli script irrilevanti tra cui l’intrusione di una bella terapeuta (la bellissima Emma Thompson), un rivale amaro (Matthew Rhys), un paio di strozzini violenti ed una ragazzina precoce. Anche se gli attori fanno quello che possono per rendere ogni scena intrigante, nessuno di questi elementi della storia aggiunge qualcosa al film nel suo complesso. Eppure Cooper prova a mantenere saldo il film con grande carisma, anche se il suo improvviso cambiamento da tiranno assoluto a fidanzato tenero non è molto convincente. Almeno lui aggiunge alcune texture sorprendenti nelle sue scene, e si abbandona a battute simpatiche con chi gli sta intorno. E mentre Miller è solida nel suo ruolo ingrato, anche lei non riesce a supportare una storia d’amore così sottilmente sviluppata.
C’è una generale mancanza di messa a fuoco per tutto il film, che non si stabilisce mai del tutto nell’arco della pellicola. La cosa più strana di questo lavoro è il cibo stesso, che dovrebbe essere succulento ma invece è solo fantasia. Si tratta di un mondo così elitario e l’irraggiungibilità di tutto questo ci fa odiare ancora di più i personaggi. In questo modo, anche se il film è una bella varietà tra commedia ed emozione, non riesce ad essere onesto, soprattutto per come i personaggi interagiscono tra di loro o con il mondo che li circonda. Per alcuni tratti è divertente e facile da guardare, ma alla fine si rivela più utile per capire come i registi tagliano ed incollano le scene facendo pasticci che su come si crea un piatto appetitoso.
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La Recensione
Il Verdetto
Per alcuni tratti "Il Sapore del Successo" è divertente e facile da guardare, ma alla fine si rivela più utile per capire come i registi tagliano ed incollano le scene facendo pasticci che su come si crea un piatto appetitoso.