Cari frequentatori di Wonder Channel, so che state aspettando la recensione della seconda stagione di Bridgerton.
Ma prima voglio rallegrare la corte con il film più visto attualmente su Netflix: “In buone mani“, un melodramma turco che segue una mamma morente e il suo adorabile bimbo.
Pochi mesi fa avevo visto un altro melodramma turco: “Il Violino di mio padre“. La sua storia e la colonna sonora erano riusciti a conquistarmi.
Riuscirà “In buone mani” a fare altrettanto?
Te lo dirò nelle prossime righe di questa recensione.
Come ho accennato poche righe fa, la protagonista principale è questa giovane mamma single con un cancro e pochi mesi di vita. Un medico gli ha detto che sta morendo e lei teme per il futuro di suo figlio. Stai tranquillo, questo non è solo un film con cui inzuppare il fazzoletto, è anche una commedia per bambini e vanta anche una presunta storia d’amore tragica, poiché la nostra protagonista incontra un uomo che potrebbe essere un buon padre per il bimbo.
Il cast ti dirà poco o nulla probabilmente. La protagonista si chiama Melisa (Asli Enver). Il figlio di sei anni Can (Mert Ege Ak), i due sono inseparabili. Suo padre è fuori dai giochi, anche se il ragazzo conserva una foto di loro tre scattata anni prima. Vivono in un piccolo appartamento a Istanbul. Lei serve ai tavoli di un ristorante e lui si siede in silenzio in un angolo del locale per osservarla. Questa è una scena di tante che cerca di trasmettere il legame indissolubile tra madre e figlio. I due vanno a scuola a piedi e non si separano quasi mai. E perché dovrebbero? Il tempo che trascorreranno insieme è davvero breve. La performance di Enver mi è piaciuta molto. Da sola riesce a mantenere lo spettatore interessato al film. Brava.
“Guardandomi indietro, cosa posso dire? Ho avuto una bella vita. L’ho vissuta al massimo. Non ho paura di morire. Ho solo un grosso problema. Oppure potrei chiamarlo un piccolo problema.”
Melisa (Asli Enver)
Fatos (Ezgi Senler) è la sua collega, amica intima e confidente. Si offre di prendersi cura del ragazzo dopo l’inevitabile. Melisa respinge l’offerta per ragioni sconosciute. Fatos prova un’altra strada e scorre delle foto su un’app di incontri, incoraggiando Melisa a uscire con un uomo. Forse non è un’idea terribile, anche se lo diventa quando Melisa si chiede se dovrebbe iniziare a frequentarsi con un uomo e magari trovarne uno che faccia da tutore a Can, il che sembra una richiesta eccessiva da fare a uno che sa che tra qualche mese non avrà più una compagna. Una missione quasi impossibile.
Un giorno in un bar, incontra un uomo che non la tratta benissimo. Lui è Firat (Kaan Urgancıoğlu), un ricco playboy che Melisa nota successivamente in una rivista. È il proprietario di una florida impresa di biciclette. Continua a vedere il suo volto ovunque e lo interpreta come un segno. Lo cerca in una discoteca e lui la riconosce e non la tratta benissimo nemmeno qui. Fanno circa cinque giri di vodka ciascuno, lei canta e poi trascorrono una bella serata insieme ma senza consumare.
Sarà lui il padre di Can? Lo scoprirai vedendo il film.
Ti dico la verità.
Non credo che ci sia molto di nuovo in questa storia ma “In Buone Mani” è un film che si lascia vedere grazie alle emozioni forti che riesce a trasmettere e al tema maturo che affronta dai primi secondi di apertura.
E tu che ne pensi? Hai visto In Buone Mani. Dai la tua opinione attraverso i commenti.
La Recensione
In Buone Mani
In Buone Mani funziona bene come storia incentrata sul singolo personaggio grazie anche alle ottime interpretazioni e a una direzione sicura e precisa. Peccato che la trama non supporti il tutto. Ad esempio, non ho capito perché Melisa e Can raccolgono la carta igienica al punto da far concorrenza a quelli di Sepolti in Casa. Questo è solo un esempio di alcune grandi incertezze in questa storia, che, avrebbe potuto raccontare un po' meglio i protagonisti invece che perdersi in stranezze varie.
PRO
- Ottime interpretazioni del cast
- Qualche lacrimuccia scenderà di sicuro
CONTRO
- Storia un po' debole
Io anche se ho guardato il film non ho capito se can è il padre del bambino
Il film mi è piaciuto molto anche se a tratti era ambiguo e poco decifrabile.
È molto bello ma non è adatto a chi non ama questo genere e a chi vuole vedere un film poco impegnativo e spensierato .
Personalmente non ho capito le circostanze in cui la protagonista è morta….
Il finale me lo aspettavo migliore
In verità il film spiega perché in casa hanno così tanta carta igienica; perché, siccome la protagonista spiega al piccolo che il padre è uscito a prendere la carta igienica e non è morto non tornando più a casa, non vuole che anche la mamma venga a mancare nella stessa maniera. Che poi potrebbe mancare ogni volta che varca l’uscio di casa, ma è un simbolo. A parte i momenti toccanti io vedo tanti simboli comparire ed essere richiamati. Nel complesso un bel film e il 6 non gli rende merito a mio avviso.