Non è un capolavoro, ma “In Fiamme” sarà sicuramente divorato dagli abbonati Netflix in pochissimo tempo. E poi la pubblicità che sta facendo la piattaforma a questa serie è molto alta. In questi giorni è uscito anche un documentario che racconta sempre la storia vera della poliziotta Rosa Peral.
Questa serie originale in lingua spagnola (disponibile anche in italiano con dialoghi e sottotitoli) ruota attorno ai resti carbonizzati di Pedro, un poliziotto interpretato da José Manuel Poga, scoperto in un’auto bruciata appena fuori Barcellona. Ovviamente, quando un membro delle forze dell’ordine incontra una fine così macabra, l’interesse del pubblico generale è subito stimolato. Ma l’indagine che segue ci porta rapidamente in un intricato labirinto di relazioni illecite, menzogne, inganni, violenza e scandali sessualmente carichi, che coinvolge sempre più Rosa Peral, interpretata dalla star di “La Casa di Carta” Tokyo, Úrsula Corberó, e Albert, ex fiamma del personaggio interpretato da Quim Gutiérrez.
Fin dal primo episodio, lo spettatore viene immediatamente catapultato nel vivo dell’azione. Rosa è al centro di tutto, e l’ultima cosa di cui aveva bisogno era un cadavere carbonizzato. Soprattutto quando già deve fare i conti con la sua complicata vita personale: è in fase di divorzio con il padre di sua figlia Javi, interpretato da Isak Férriz, e sta attraversando un periodo di depressione.
E come se non bastasse, il suo ex marito è anche un membro della squadra di polizia che supervisiona tutte le forze dell’ordine della Catalogna. Dopo essersi sfogata a una festa, l’ispettore Verano, interpretato da Eva Llorach, si presenta alla sua porta per informarla che Pedro è stato trovato morto in condizioni terribili. Alla fine del primo episodio, è chiaro che Rosa è immersa in un mondo di problemi da tutti i lati.
Ispirata a una storia vera ma non vincolata dai fatti, “In Fiamme” sfrutta ampiamente la licenza artistica per costruire un mistero serrato e intrecciato che vede i protagonisti sempre più stretti in una morsa ad ogni fine episodio. Essendo una produzione originale Netflix, ci sono naturalmente una serie di rivelazioni che distruggono più di una visione del mondo, oltre a una miriade di scene di sesso che, si spera, siano imbarazzanti di proposito, dato il peso delle ramificazioni personali e professionali di tali atti e il ruolo che la lussuria gioca nell’intera storia.
Il debutto a Hollywood di Corberó non poteva andare peggio quando è apparsa come la Baronessa nel poco entusiasmante “Snake Eyes”, e “In Fiamme” è un altro promemoria del motivo per cui tantissime case di produzione erano ansiose di assumerla dopo la sua ascesa alla fama con “La Casa di Carta”. Rosa compie un numero allarmante di decisioni terribili, e dall’inizio della stagione ti troverai a tifare contro di lei. Non c’è un attimo in cui riuscirà ad esserti simpatica… solo quando mostrerà il suo bel fisico (ovviamente per noi maschietti). Ovviamente Corberó interpreta bene questo ruolo ed è suo dovere creare questo lato del personaggio.
“In Fiamme” può sembrare a prima vista come tanti altri thriller, ma presenta anche dei momenti interessanti. Ad esempio, ti svela un segreto grosso come una casa già nel primo episodio. Questo potrebbe farti pensare che ora sai tutto, ma invece apre la porta a nuovi enigmi e domande. In pratica, non si appoggia troppo su storie o trucchi già visti e rivisti nel mondo dei thriller, ma cerca di aggiungere elementi sorprendenti.
Chi ha un debole per i thriller sensuali, le storie poliziesche, i racconti lentamente avvincenti di morte e inganno, troverà molto da amare in “In Fiamme”. Anche se, verso la fine, emerge un sentimento persistente che forse sei ore sarebbero state sufficienti per concludere la storia, con problemi di ritmo che fanno sembrare le otto ore quasi faticose.
Nel primo episodio, la serie gioca un po’ con le nostre emozioni: all’inizio ci fa vedere un personaggio in un certo modo, magari come innocente, e poi rovescia tutto, cambiando il nostro punto di vista su di lui. È come se la serie ci mostrasse come le apparenze possano essere ingannevoli, e perché una persona che non conosce l’intera storia potrebbe essere portata a credere in qualcosa che poi si rivela falso.
C’è un buon realismo nel modo in cui i personaggi seguono il proprio istinto per arrivare alla verità. Questo fa sì che lo spettatore possa capire facilmente perché i personaggi cambiano idea o sentimento durante lo svolgimento della storia.
Ora ti dirò cosa non mi è piaciuto oltre alla durata…
Nel primo episodio, scopriamo già chi è l’assassino. Quindi, il mistero scompare e la serie diventa una sorta di racconto un po’ noioso sulla vita dei personaggi, senza grossi colpi di scena. Quindi, come già detto, sarebbe stato meglio fare meno episodi; otto sembrano troppi per una storia che avrebbe potuto essere raccontata in meno tempo.
La serie salta avanti e indietro nel tempo ed a tratti questa cosa confonde un po’. Le indagini sull’omicidio sembrano un po’ un puzzle scombinato.
Non esattamente rivoluzionaria o innovativa, “In Fiamme” comunque soddisfa tutte le aspettative che hanno reso il thriller misterioso a puntate una delle armi più popolari nell’arsenale di Netflix.
E tu hai visto “In Fiamme”? Ti è piaciuta? Dì la tua nei commenti. Io ti lascio al commento finale della recensione.
La Recensione
In Fiamme
In Fiamme, la nuova miniserie Netflix, indaga sull'omicidio dell'agente di polizia Pedro Rodríguez, ritrovato bruciato nel bacino idrico di Foix. Basata su fatti reali, la serie ci porta rapidamente nel cuore dell'indagine, puntando gli occhi su Rosa, la compagna di Pedro, e su Albert, il suo amante e collega. Ambientata in un clima di vendette, egoismo e giochi di potere, la trama si svolge tra colpi di scena e rivelazioni sconcertanti. Il racconto prende alcune licenze artistiche, alterando la cronologia degli eventi per aumentare il dinamismo e la complessità dei personaggi. Nonostante alcune mancanze nel sondare a fondo le motivazioni dei protagonisti, l'interpretazione del cast e la costruzione dei personaggi rendono la serie coinvolgente. In Fiamme ci fa riflettere sulla natura umana, i suoi lati oscuri e la sua inclinazione verso la violenza.
PRO
- "In Fiamme" è una miniserie che ti prende, creando un forte legame emotivo con i personaggi e una profonda immersione nella trama.
- La miniserie offre una visione profonda su temi come la resilienza, l'amore e la lotta contro le avversità, il che lo rende un'esperienza arricchente.
CONTRO
- In alcune parti, la qualità dell'audio potrebbe non essere all'altezza, rendendo difficile cogliere i dialoghi o i dettagli sonori, il che potrebbe compromettere l'esperienza complessiva.
- La distribuzione del tempo e dell'azione tra gli episodi potrebbe essere sproporzionata, rendendo alcune parti della miniserie più lente e altre troppo affrettate.
Bello per chi ha bisogno di recuperare ore di sonno
Ho dormito tanti tanti… mi sono riposata
Una noia mortale. Gli uomini ci fanno proprio una figura da fessacchiotti in questa storia, poverini.
Pessimo. Dopo due puntate mi sono stancato. Tu fai le corna a me, io le faccio a lui, lui le fa all’altra. Cos’è un’altra cinquanta sfumature di noia?