Se siete alla ricerca di un film thriller da vedere su Netflix, pieno di colpi di scena e mistero, Inciso nelle ossa del regista spagnolo Fernando González Molina è quella che fa al caso vostro, e il perché ve lo spiego in questa recensione.
Iniziamo col dire che il film s’ispira ad una trilogia letteraria della scrittrice spagnola Dolores Redondo conosciuta come la Trilogia del Baztan. Nel particolare Inciso nelle ossa è il secondo film della saga, preceduto da Il guardiano invisibile, anch’esso presente su Netflix e che consiglio di vedere per avere un filo logico della storia.
Se però sei interessato a lanciarti direttamente nella storia di Inciso nelle ossa, nessun problema. Il film, sebbene collegato al precedente per la storia della protagonista, ha una sua trama indipendente che ti permette di goderti la visione anche senza conoscere alla perfezione la precedente pellicola.
Per aiutarti però alla fruizione del film, sarebbe bene dare uno sguardo alla protagonista e alla trama del primo film.
Cosa succede nel film che precede Inciso nelle ossa?
Il primo film della trilogia, Il guardiano invisibile ci presenta la protagonista della storia, l’ispettore e detective Amaia Salazar. La detective si ritrova impegnata in un caso molto importante che la porta nel suo paese di origine nella Valle del Baztan, Elizondo, dove vengono rinvenuti diversi cadaveri di ragazzine violentemente assassinate.
Il caso diventa ben presto portatore di grandi verità circa l’oscuro e misterioso passato di Amaia, che quindi si ritrova coinvolta in prima persona, per mezzo di alcuni parenti stretti, nelle indagini.
Nella vita privata Amaia è sposata e innamorata di James, ma la coppia ha dei problemi dal momento che non riesce a concepire un figlio. La storia personale s’intreccia e cresce insieme all’indagine sul serial killer, fino ad arrivare a sconcertanti rivelazioni che non ti anticipo per non rovinarti la visione del film.
Cosa succede nel secondo film della trilogia?
Ed eccoci quindi al secondo film, Inciso nelle ossa, che in pochi giorni si è subito posizionato trai i primi posti della top 10 dei più visti su Netflix.
In Inciso nelle ossa ritroviamo la detective Amazia Salazar col pancione a poche ore dalla sua gravidanza che la porterà a diventare madre di un bellissimo bambino. Dopo alcuni mesi di maternità, Amaia viene reintegrata al lavoro dove le viene subito affidato un caso molto macabro: il ritrovamento di un braccio di neonato nella chiesa del suo paese natio.
La storia si sposta quindi di nuovo nella Valle del Baztan, dove anche una serie di omicidi, sembrano ricongiungersi con quelli risolti nel caso del film precedente. Si ritorna quindi in un luogo dove le persone sono disposte a tutto pur di proteggere antiche credenze e usanze.
Questa volta però la storia di addentra ancora più a fondo nella vita privata di Amaia e soprattutto nella sua infanzia e nel rapporto con sua madre Rosario, donna misteriosa affetta da una grave malattia mentale che la tiene lontana dalla famiglia, ricoverata in una clinica specializzata.
Sono tante le domande che iniziano a tormentare Amaia Salazar, soprattutto riguardo ad alcuni sogni ricorrenti che da sempre le incutono timore e preoccupazioni. Quello che sembra essere soltanto una rivelazione del suo inconscio si rivelerà invece chiave di volta ai fini della trama…
La recensione di Inciso nelle ossa: perché guardare il film?
Ciò che rende davvero interessante un film come Inciso nelle ossa è senza ombra di dubbio la storia forte che ha alla base, ben congegnata già nell’originale trilogia dei libri della Redondo, ma anche ben trasposta in un adattamento filmico assolutamente ben scritto.
La marcia in più che ha la storia di Inciso nelle ossa è però legata alla sua doppia natura: di base è un thriller, con assassini e intrighi da decifrare, ma anche una storia che si lascia guidare e permeare da aspetti più misteriosi e magici, e da un sostrato di superstizioni ed esoterismo proprio delle tradizioni popolari dell’entroterra spagnolo. Questo aspetto particolare rende il film di Fernando González Molina davvero interessante e getta uno sguardo diverso sul genere.
Altro aspetto assolutamente positivo è quello della fotografia e della scelta delle location. Le immagini sono evocative, i posti hanno personalità e carattere, e già da soli potrebbero raccontare storie di secoli… Il tutto rende ancora più profondo il racconto nella sua parte misteriosa ed esoterica.
Eppure il cuore pulsante della narrazione sta nella storia di Amaia Salazar, la protagonista, il personaggio cuore e cardine, che porta in sé i due aspetti chiave della storia, la razionalità della scienza e il mistero della magia e dell’esoterismo.
Come la zia stessa di Amaia Salazar le dice nel film “ci sono poteri che per secoli hanno dimorato in questa valle e che ora sono con te, maledizioni, che tu stessa alimenti…”
La parte esoterica infatti nella storia del film viene trattata con rispetto e reverenza, non denigrata in favore degli aspetti più razionali ed evidenti. Ci sono forze più grandi, e mali più potenti appena sotto la superficie delle cose, e l’immaginario della storia sembra tenerne profondamente conto. Sarà proprio questo aspetto, tra il fantasy e l’horror, a farvi amare il film, e a farvi appassionare al destino di Amaia e della sua famiglia.
Come accennavo poco fa, nel film non mancano aspetti specificatamente horror ed inquietanti, dalla grotta piena di scheletri, allo sguardo folle di Rosario, la madre di Amaia, che sembra fissarla attraverso uno specchio. Scene agghiaccianti che non lasceranno la tua mente per un po’.
Altro aspetto assolutamente positivo del film è il cast, che vede nei panni della protagonista Amaia l’attrice Marta Etura, e accanto a lei altri interpreti molto interessanti come Imanol Arias nei panni di Padre Sarasola, Jonan Etxaide come spalla dell’ispettore, Itziar Aizpuru nel ruolo della cara zia Engrasi e, prima tra tutti Susi Sánchez, l’attrice che interpreta Rosario la madre di Amaia Salazar.
Con un solo sguardo Susi Sánchez mi ha letteralmente gelato il sangue, vera prova del fatto che non c’è bisogno di mettere in scena i mostri per spaventare lo spettatore, ma basta un’interpretazione sapiente e una fotografia fatta a regola d’arte.
Se proprio devo trovare un aspetto negativo nel film, probabilmente è quello di non regalare un finale totalmente soddisfacente. La cosa va riportata al fatto che si lascia aperto il collegamento con il prossimo capitolo del film, Offerta alla tormenta, ma si poteva sicuramente fare di meglio per chiudere in modo più netto questo capitolo della storia.
Per concludere, sicuramente consiglio il film Inciso nelle ossa a chiunque ami le storie intricate e piene di incastri perfetti, che danno spazio alla razionalità e alla scienza, ma anche alle superstizioni e al mondo esoterico e magico. Un buon film, che ti farà passare due ore piacevoli immerso in una storia intricata, tutta da decifrare.
Io, dopo la visione, mi sono interessata anche ai libri che stanno alla base della trama, perché è chiaro che il grosso del lavoro sta tutto lì.
E il terzo film della trilogia?
La storia di Amaia Salazar non finisce con Inciso nelle ossa, ma continua nel terzo capitolo dal titolo Offerta alla tormenta. Il film, dato il particolare momento che stiamo attraversando per la pandemia globale dovuta al Covid-19, non ha ancora una data certa d’uscita.
Anche nel terzo capitolo, che si ricollegherà con alcuni fili rimasti aperti in Inciso nelle ossa, riporterà la protagonista Amaia Salazar nella Valle alla scoperta di nuovi inquietanti crimini e misteri.
La Recensione
Recensione
Un film adatto a chiunque ami i thriller intricati e pieni di incastri perfetti che danno spazio alla scienza ma anche alle superstizioni popolari, all'esoterismo e alla magia.
PRO
- Trama
- Personaggi
- Fotografia
CONTRO
- Finale tiepido, poco soddisfacente