“Lost” è stata senza dubbio una delle serie televisive di maggior successo degli ultimi vent’anni, discussa, elogiata ma anche criticata per lungo periodo dopo la sua conclusione… e no, questo articolo non è incentrato su tale opera, bensì su di una che a “Lost” assomiglia molto sotto diversi aspetti, pur non avendo al momento scatenato il suo medesimo clamore.
Stiamo parlando di “Into the night“, serie televisiva thriller di nazionalità belga formata ora come ora da due stagioni di sei episodi l’una, la cui durata è generalmente compresa tra i 30 e i 40 minuti.
Prodotta e distribuita da Netflix, dietro diretta ispirazione del romanzo “The old Axolotl” di Jacek Dukaj, la prima stagione di “Into the night” è stata trasmessa nel 2020, mentre l’anno successivo è stata resa disponibile alla visione la seconda tranche di episodi.
La trama è molto semplice: un volo diretto a Mosca viene dirottato da un maggiore dell’esercito italiano, Terenzio Gallo, che impone al pilota di proseguire verso ovest, al fine di scappare il più possibile dal Sole non ancora sorto, il quale, per motivi scientifici non del tutto chiariti, è in grado di sterminare qualsiasi forma vivente.
Inizialmente dubitanti delle parole del Maggiore, ritenute essere quelle di un pazzo, i passeggeri dell’aereo scoprono ben presto di come in realtà egli abbia ragione.
Inizia così una sfrenata lotta alla sopravvivenza, attraverso la notte, letteralmente.
“Into the night” è una serie corale, formata da non troppi personaggi che vengono tutti ben caratterizzati; proprio come in “Lost” (ecco il motivo del sopracitato paragone) di ognuno di essi ci viene svelato il passato, in questo caso però essenziale, volto semplicemente a farci conoscere il motivo per cui tutti loro hanno deciso di prendere proprio quel volo.
Ecco dunque che da semplici estranei, anche loro, come quelli di “Lost“, si ritrovano d’improvviso e contro ogni consapevolezza a diventare preziosi compagni di un viaggio mortale, in cui nulla – davvero, nulla – è mai facile.
Oltre a ciò, “Into the night” presenta il vantaggio non da poco di essere una serie dinamica, piena di mistero e fascino, con tanti colpi di scena. Non c’è dunque spazio per la noia, e i momenti morti – dovuti magari a qualche sentimentalismo – sono davvero pochi.
Ogni puntata riesce poi ad aggiungere quel tocco in più in grado di fare immergere maggiormente lo spettatore nella storia, di permettergli di immedesimarsi nei protagonisti come se anche lui fosse lì con loro, a cercare di trovare un modo per restare vivi.
Ammetto che questa è la prima serie belga che abbia mai visto in vita mia, ma dal punto di vista della sceneggiatura e della recitazione l’ho trovata degna di nota, tanto da sembrare una delle blasonate serie americane (tipo, di nuovo, “Lost“) che vanno da sempre tanto di moda.
Consigliata quindi a chi ama le opere adrenaliniche in cui nulla è come sembra, i personaggi evolvono piano a piano e c’è anche spazio per una buona dose di intensa drammaticità, che comunque non scade mai nel pietismo o nella stucchevolezza.
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La Recensione
"Into the night", serie tv belga disponibile su Netflix
Una serie intensa e adrenalinica, ricca di mistero e colpi di scena, che un po' ricorda la ben più famosa "Lost".
PRO
- Personaggi ben caratterizzati
- Pochi momenti morti
- Buona recitazione e sceneggiatura
- Tensione costantemente alle stelle
CONTRO
- Nessuna informazione circa un proseguimento