“Io Capitano” di Matteo Garrone è stato candidato come film italiano che punta a gareggiare come Migliore film Internazionale agli Oscar 2024.
Come riportato in un comunicato ufficiale, il Comitato di Selezione per il film italiano da designare agli Oscars istituito dall’ANICA su incarico dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, riunito davanti a un notaio e composto da Alessandro Araimo, Domizia De Rosa, Esmeralda Calabria, Daniela Ciancio, Francesca Lo Schiavo, Giorgio Moroder, Cristiana Paternò, Michele Placido, Paola Randi, Riccardo Tozzi, Gianpiero Tulelli, ha votato Io Capitano di Matteo Garrone quale film che rappresenterà l’Italia alla 96° edizione degli Academy Awards, nella selezione per la categoria International Feature Film Award, con la seguente motivazione:
“Per aver incarnato con grande potenza e maestria cinematografica il desiderio universale di ricerca della libertà e della felicità. Creando un’epica del sogno che mette in scena il coraggio e il dolore che segnano da sempre le migrazioni, in una dimensione di profonda umanità”.
“Io Capitano” concorrerà quindi per la shortlist che includerà i quindici migliori film internazionali selezionati dall’Academy e che sarà resa nota il prossimo 21 Dicembre 2023.
L’annuncio ufficiale delle nomination è previsto per il 23 Gennaio 2024, mentre la cerimonia di consegna degli Oscar si terrà a Los Angeles il 10 Marzo 2024.
“Io Capitano” di Matteo Garrone: Odissea contemporanea
Il film è stato scritto da Garrone insieme a Massimo Ceccherini, Massimo Gaudioso e Andrea Tagliaferri e racconta il viaggio avventuroso di due giovani, Seydou e Moussa (Seydou Sarr e Moustapha Fall), che lasciano Dakar per raggiungere l’Europa.
Un’Odissea contemporanea attraverso le insidie del deserto, gli orrori dei centri di detenzione in Libia e i pericoli del mare.
“Per realizzare il film c’è stato un grande lavoro di documentazione durato tanti anni. Siamo partiti dalle testimonianze vere di chi ha vissuto questo inferno e abbiamo deciso di mettere la macchina da presa dal loro punto di vista, come se fosse una sorta di controcampo rispetto alle immagini che siamo abituati a vedere dalla nostra angolazione occidentale”, ha spiegato Garrone in conferenza. “Il nostro tentativo è stato quello di dar voce, finalmente, a chi di solito non ce l’ha”, ha aggiunto il regista.
Per questo film, accompagnato dalla colonna sonora di Andrea Farri è stato scelto il Senegal come punto di partenza: “Ci sono tanti tipi di migrazioni, molte sono quelle legate alla guerra, ai cambiamenti climatici e a tante altre disperazioni. Quella che raccontiamo noi, ha proseguito Garrone, è una migrazione diversa: il 70% della popolazione africana è giovane, la globalizzazione è arrivata anche lì e attraverso i social questi ragazzi hanno una finestra sull’Europa. C’è il desiderio legittimo ad accedere ad un futuro che credono migliore, così come noi da giovani pensavamo di partire per andare alla scoperta dell’America. Noi potevamo prendere l’aereo, loro devono affrontare prove mortali: è questa l’ingiustizia di fondo. Vedono coetanei che arrivano in vacanza in Senegal e loro non possono invece andare in Europa. A volte si parla meno di questo aspetto, ma è un tipo di migrazione che esiste, quella dei giovani che vogliono scoprire il mondo e magari avere più possibilità per aiutare la propria famiglia”.
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