Isis, tomorrow. The lost souls of Mosul, di Francesca Mannocchi e Alessio Romenzi.
Prodotto da FremantleMedia Italia con Rai Cinema, in coproduzione con Wildside, in collaborazione con Cala Filmproduktion e Bayerischer Rundfunk con Arte, prodotto da Lorenzo Gangarossa e Gabriele Immirzi.
Presentato ufficialmente il 30 Agosto alla 75esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, in Selezione Ufficiale, Fuori Concorso.
“Isis, Tommorrow”, cerca una risposta a questa domanda: sarà in grado l’Iraq di accettare i figli dell’Isis come propri figli, di perdonare le loro madri, di riconciliare le anime del paese?
Nell’ideologia dell’Isis i bambini sono l’arma più efficace per portare nel futuro l’idea di un grande Califfato universale: eredi di un unico obiettivo, creare un mondo diviso a metà, da un lato gli jihadisti e dall’altro lato gli infedeli da sterminare.
I lunghi mesi della guerra, vengono ripercorsi attraverso le voci dei figli dei miliziani addestrati al combattimento e a diventare kamikaze, fino a seguire i loro destini nella complessità del dopoguerra, un dopoguerra di vedove bambine e ragazzi marginalizzati, in cui il sangue della battaglia lascia spazio alle vendette e alle ritorsioni quotidiane, alla violenza come sola risposta alla violenza.
Il documentario, con le sue ricercate immagini, rese ancora più forti da una fotografia eccezionale, nei suoi 80 minuti, è capace di lasciare profonde domande, soprattutto di natura etica e morale.
Sembra non voglia dare soluzioni, o speranza, ma al contrario lasciarci interdetti di fronte ad un argomento che forse conosciamo troppo poco, e che ci permettiamo di trattare con troppa leggerezza.
“Isis, Tomorrow”, sembra ricordarci che non è più necessario chiederci chi sono le vittime e i carnefici, ma scava nella nostra anima, e ci restituisce la nostra umanità, il nostro essere figli, madri, padri, fratelli o sorelle.
I registi:
Francesca Mannocchi, reporter e giornalista, collabora da anni con numerose testate italiane e internazionali e televisioni. Il suo lavoro si concentra sul racconto di migrazioni e zone di conflitto. Ha realizzato reportage da Iraq, Libia, Libano, Siria, Tunisia, Egitto, Afghanistan. Ha seguito e raccontato la difficile transizione postrivoluzionaria in Libia, le guerre a Gaza, il colpo di stato in Egitto nel 2013, le guerre per liberare Sirte e Mosul dall’occupazione dell’Isis. Ha vinto il Premio Giustolisi con un’inchiesta sul traffico di migranti e sulle carceri libiche e il Premiolino 2016, il principale premio giornalistico italiano.
Alessio Romenzi, fotografo. Le sue foto appaiono sulle pagine delle maggiori testate internazionali: Time Magazine, International Herald Tribune, Los Angeles Times, Newsweek, L’Espresso, Der Spiegel, Paris Match e Stern. Il suo lavoro si focalizza su guerre e fenomeni migratori. Ha raccontato le primavere arabe prima di dedicarsi al conflitto siriano. È stato uno dei primi fotografi in grado documentare le proteste contro il regime di Bashar al Assad e poi la guerra di Siria. Recentemente si è dedicato al fenomeno migratorio in Libia e alle guerre per liberare Sirte e Mosul dall’occupazione dell’Isis. Ha vinto il World Press Photo e numerosi altri premi internazionali tra cui Picture of the Year, Premio Baldoni, Premio Dolega
La distribuzione:
ZaLab, associazione culturale attiva da più di dieci anni nella produzione, distribuzione e promozione di film-documentari e progetti culturali, accompagnerà la distribuzione del film sviluppando un progetto di partecipazione e interazione ampio e a lungo termine.
La tournée di proiezioni sarà accompagnata dagli autori e da eventuali discussioni e dibattiti, grazie anche alla partnership con l’associazione Un Ponte Per…Organizzazione Non Governativa attiva Italia e in Medio Oriente dal 1991 con programmi di cooperazione, campagne di sensibilizzazione, interventi di peacebuilding e assistenza umanitaria.
In particolare in Iraq, oggi, opera nelle aree liberate dall’ISIS fornendo assistenza sanitaria e sostegno psico-sociale, ricostruendo strutture scolastiche e sanitarie, promuovendo la coesione sociale. A questo fine ha aperto cinque centri giovanili (Officine di Pace): spazi di aggregazione dove giovani iracheni, siriani e curdi possono praticare pace e convivenza. La distribuzione del documentario sosterrà l’apertura di uno di questi centri a Mosul.
- ROMA, dal 20 settembre (dibattito con autori e Un Ponte Per…) Cinema Farnese
- BOLOGNA dal 14 settembre Cine Teatro Orione
- MILANO, dal 16 settembre (dibattito con autori e Un Ponte Per…) Cinema Beltrade
- MILANO, dal 13 settembre Spazio Cinema Anteo
- TRENTO, dal 17 settembre (dibattito con autori) Cinema Astra Multisala e Osteria
- FIRENZE, dal 18 settembre (dibattito con autori e Un Ponte Per…) Fondazione Stensen
- MANTOVA, dal 19 settembre (dibattito con autori) mignon cinema d’essai
Scheda Tecnica
Regia, soggetto, sceneggiatura Francesca Mannocchi, Alessio Romenzi
Fotografia Francesca Mannocchi, Alessio Romenzi
Montaggio Emanuele Svezia, Sara Zavarise
Musiche originali Andrea Ciccarelli
Assistente di produzione Marta Salandi
Assistente al montaggio Eleonora Carbone
Responsabile post produzione Paolo Rendina
Una produzione FremantleMedia Italia con Rai Cinema
In co – produzione con Wildside
In collaborazione con Cala Filmproduktion e Bayerischer Rundfunk con Arte
Prodotto da Lorenzo Gangarossa, Gabriele Immirzi
Produttore esecutivo Silvia Bonanni Produttore associato Martina Veltroni
Coproduttore Martina Haubrich
Distribuzione Nazionale ZaLab
Distribuzione Internazionale CINEPHIL, Philippa Kowarsky, Olivier Tournaud
Ufficio stampa Studio PUNTOeVIRGOLA
Durata 80’