E’ tempo di vere confessioni.
Netflix ha deciso che i film “thriller” si adattano bene all’algoritmo che gestisce il mio profilo. Colgo la palla al balzo e vedo che l’Isola Nera è tra i film più visti in Italia.
Amo i thriller e Netflix solitamente mi propone quelli incentrati su studenti che si lasciano coinvolgere sentimentalmente/sessualmente con un insegnante. Faccio un appunto a Netflix: non ho mai avuto un flirt con una professoressa in vita mia 😀
A parte gli scherzi, i thriller di questo genere come Isola Nera sono popolari. Ho cercato questo genere su Google e ho trovato tantissimi risultati.
“Isola Nera”, titolo originale “Schwarze Insel” in tedesco – che ovviamente non so pronunciare – è un thriller erotico mistery ambientato su un’isola senza nome. È un racconto ricco di suspense che porta alla luce un vecchio rancore e quel rancore, si trasforma in una vendetta.
Una vendetta servita fredda.
La vendetta è un piatto che va servito freddo è un detto che calza a pennello per Isola Nera. Questo perché la protagonista interpretata dall’attrice di Berlino Alice Dwyer ha aspettato a lungo per studiare la sua vendetta personale e sta cercando le migliori situazioni per mettere in atto il suo piano.
C’è un ma…
L’effetto suspense non viene calibrato al meglio dai co-sceneggiatori Miguel Alexandre (che ha anche diretto il film) e Lisa Carline Hofer. I due rivelano il mistero di Isola Nero troppo presto… per loro fortuna, il finale risulta comunque soddisfacente, anche se semplice.
La trama di Isola Nera
Un breve prologo ci mostra una tragedia avvenuta su quest’isola, denominata Isola Nera. E anche il funerale connesso a quella tragedia ha un finale infelice. Qui “tragedia” implica “incidente”. E questi “incidenti” sono stati pianificati.
L’adolescente Jonas (Philip Froissant) è appena rimasto orfano. I suoi amici sono il suo unico vero conforto, soprattutto Nina (Mercedes Müller) che prova a essere un po’ dolce con lui.
È depressa all’idea che lui possa trasferirsi da un’altra parte. Ma il nonno di Jonas (Hanns Zischler), un insegnante in pensione, lo invita a restare e vivere con lui.
Un anno dopo, arriva una nuova insegnante di lingua tedesca e litografia. Jonas, Nina e i loro amici restano impressionati da Rilke Helena Jung (Alice Dwyer di “Gli invisibili del 2017”). Li invita persino a casa sua per montare i suoi nuovi mobili e altre cose.
Offre a loro della birra. Spezza le distanze tra professore e alunno dicendo di chiamarla “Helena”. Jonas sembra attirare la sua attenzione speciale. E questo mette in guardia Nina, che non vuole molta concorrenza in amore.
Un personaggio su tutti in Isola Nera
“Isola Nera” è affascinante anche per il modo in cui Nina corteggia Jonas e per come trasmette la triste rassegnazione di lei quando lui la tradisce.
Dwyer, cattiva di prim’ordine, è intrigante e pazzerella, il binomio perfetto per far funzionare questo personaggio. È abbastanza brava nel non farci mai capire le sue prossime azioni, ma non lascia mai dubbi sul fatto che sia una donna rancorosa e con una missione da compiere. Dwyer ed Helena prendono il controllo del film, che si ispira a “Il Talento Mr. Ripley” in alcuni frangenti.
Le scene di violenza non sono “Hollywoodiane”, bensì realistiche. E anche l’ambientazione remota e battuta dal vento riesce a trasmettere un senso di angoscia allo spettatore.
La Recensione
Isola Nera (2021)
Uno dei protagonisti si bomba la maestra... solo per questo motivo dovrebbe meritarsi la visione. A parte gli scherzi, Isola Nera è un thriller erotico abbastanza godibile anche se privo di originalità. La trama è ben impostata ma l'effetto suspense si perde quasi subito. Alice Dwyer ruba la scena a tutti e il suo personaggio funziona. Tra l'altro gli omicidi sembrano reali e privi di quell'odioso effetto fantasy hollywoodiano. Anche l'ambientazione con i suoi toni ghiacciali si adatta molto bene all'atmosfera di Isola Nera. Se anche tu sei stato colpito dall'algoritmo di Netflix, dai un'occhiata a questo film.
PRO
- Alice Dwyer è brava nel suo ruolo
- Ambientazione perfetta per il genere
CONTRO
- Manca di originalità
- Poca suspense