James Dean nasce a Marion (Indiana) l’8 Febbraio del 1931.
Intenso seguace della filosofia del “carpe diem”, ovvero del “cogli l’attimo”, Dean è un ragazzo appassionato della vita e di tutte le esperienze che essa porta con sé, molte delle quali sono da lui affrontate con il suo tipico carattere da ribelle, che ben presto gli vale il soprannome di “bello e dannato”.
Il primo ruolo da protagonista in qualità di attore viene ricoperto da Dean nel 1955, nel film “La valle dell’Eden”, per il quale viene candidato al premio Oscar; prima di allora era apparso in decine di pellicole (come ad esempio “I figli della gloria”, del 1951 e “Attente ai marinai” dell’anno successivo), ma in essi il suo ruolo non venne accreditato.
Sempre nel 1955, Dean è nuovamente il protagonista del film che maggiormente costituisce il pilastro della propria carriera d’attore: “Gioventù bruciata”, il cui titolo originale, “Rebel without a case”, sembra rispecchiare pienamente il reale stile di vita del giovane.
Grazie a tale film, Dean diviene la quintessenza della gioventù, di tutti i suoi problemi, di tutti i suoi vizi; molti giovani statunitensi, da quell’anno e per molto tempo a venire, prenderanno Dean come modello di riferimento assoluto, a metà tra figura di culto e icona pop.
Dopo poco tempo, un altro ruolo da protagonista spetta all’ormai famosissimo James Dean: quello di Jett Rink ne “Il gigante”, film che uscirà nel 1956 dopo l’ormai avvenuta morte del giovane attore, e che gli varrà una candidatura postuma agli Oscar.
La morte a bordo della Little Bastard
30 Settembre 1955.
James Dean e il suo meccanico Rolf Wutherich partono diretti a Salinas, in California, dove di lì a breve si svolgerà una gara automobilistica che prevede la partecipazione di Dean con la sua Porsche 550 Spyder, soprannominata “Little Bastard” dallo stesso attore a causa delle reazioni nervose del veicolo agli input di acceleratore e sterzo.
Durante il viaggio per giungere a tale meta, Dean decide di guidare la propria auto di gara, per prenderne dimestichezza.
Va veloce, Dean, molto. Alle 15,30 del medesimo giorno viene infatti multato per eccesso di velocità a Mettler in California; il giovane lo considera però solo un piccolo e trascurabile incidente di percorso, per cui il viaggio continua sfrecciante in totale serenità.
Tuttavia, mentre Dean e Wutherich viaggiano sulla California State Route 46, ad est di Cholame, avviene l’imprevisto: una Ford Custom Tudore coupè, alla cui guida vi è il ventitreenne Donald Gene Turnupseed, invade la corsia sulla quale si trova Dean, che non va così veloce, adesso: circa 88km/h, come stabilito successivamente.
Wutherich però gli chiede di rallentare, vedendo la vettura di Turnuspeed proseguire verso la loro.
Dean gli risponde con un laconico:
“Quel ragazzo dovrà pur fermarsi, ci vedrà!”.
Ma così non è. L’impatto frontale è inevitabile.
Dean viene portato d’urgenza all’ospedale Paso Robles, presso cui arriva alle 18,40 circa.
Ma non c’è ormai più nulla da fare: James Dean viene dichiarato morto poco dopo, a soli 24 anni.
Wuterich invece sopravvive, seppur con qualche osso rotto, e così è per Turnupseed, che non verrà mai citato in giudizio per l’incidente.
La maledizione della Little Bastard
Dopo l’incidente di Dean, la Little Bastard del giovane venne acquistata dal designer George Barris, il cui intento era quello di rivenderne i componenti, ma quando il suo meccanico caricò i rottami della vettura sul camion, essi caddero rompendogli una gamba.
I pezzi della Little Bastard vennero comunque poi venduti come da programma: il motore fu montato su un’auto da corsa, la quale uscì di pista durante una gara, provocando gravi ferite al conducente ed uccidendo un giudice di gara; il semiasse posteriore venne invece montato su un’auto di cui il proprietario altresì perse il controllo, rimanendo paralizzato a vita.
Il telaio fu donato ad un ente per una campagna sulla sicurezza stradale, ma durante il trasporto i portelloni del camion sul quale esso viaggiava si aprirono, e il telaio scivolato in strada colpì la macchina retrostante, uccidendone il conducente.
Qualche tempo dopo, il suddetto camion andò a schiantarsi contro la vetrina di un negozio in seguito a una problema coi freni, il che causò numerosi feriti tra gli avventori del locale.
Dopo tali avvenimenti, ciò che rimaneva della Little Bastard fu caricato su un treno diretto a Los Angeles, ma il mezzo non arrivò mai a destinazione; sembrava sparito nel nulla, e a breve si diffuse la voce che fosse stato dirottato in seguito ad un furto praticato da collezionisti. Venne messa sulla loro testa una taglia di un milione di dollari, ma i pezzi dell’auto non vennero mai ritrovati.
Che fine ha fatto oggi la Little Bastard?
Dopo il plausibile furto degli ultimi pezzi dell’auto, avvenuto nel 1960, di essa si persero totalmente le tracce per molti anni.
Secondo alcune testimonianze, però, la Little Bastard ha fatto la sua ricomparsa proprio nel nostro Paese nel 1996, dopo esser stata sottoposta a lunghi e onerosi lavori di restauro da parte di uno specialista. Dopo la tappa in Italia, per alcuni è stata venduta ad un ricchissimo sceicco saudita, con lo scopo di utilizzarla in qualità di pregiata merce d’esposizione durante alcune fiere automobilistiche tenutesi in quel di Las Vegas.
Secondo altri, invece, tali notizie sono soltanto mere dicerie e voci di corridoio, in quanto dopo il furto la Little Bastard o ciò che rimaneva di lei non ha mai più calcato la scena pubblica.
Un velo di mistero, questo, che si aggiunge e moltiplica la precedentemente detta questione circa la maledizione che gravava sull’auto, Little Bastard di nome e di fatto, e su chiunque venisse in contatto con essa, a partire dal suo primo, legittimo proprietario.
E come è ovvio, moltissime sono le leggende circolanti anche in merito allo stesso James Dean: che il suo non fosse stato un semplice, sfortunato incidente bensì il voluto esito di un complotto volto a eliminarlo (tesi accreditata soprattutto in seguito alla decisione da parte dei legali di Dean di non sporgere alcuna denuncia nei confronti di Turnuspeed), o che addirittura non fosse realmente morto, e che quella dell’incidente fosse solo una messa in scena creata ad arte dallo stesso Dean per lasciare in grande stile il mondo della cinematografia e cambiare totalmente e radicalmente vita.
Tante questioni, tanti misteri, dunque, i classici che aleggiano intorno a casi del genere mai completamente chiariti.
Indipendentemente da tutto, però, solo una cosa è certa: se avete una Porsche, state attenti ai pezzi di ricambio che il vostro meccanico vi propone per essa, sia mai che provengano proprio dall’enigmatica Little Bastard…