Jason Momoa non sarà “Il Corvo”.
L’atteso e travagliato reboot del film omonimo di Alex Proyas con Brandon Lee, si é arenato definitivamente dopo che già era stata annunciata la data di uscita.
Dopo anni di annunci e smentite, sembrava ormai fatta ma a quanto pare la “maledizione” de ” Il Corvo” ha colpito ancora.
La maledizione e i sequel
Il film originale del 1994 e tratto dai fumetti di James O’Barr, narrava le vicende di Eric Draven, musicista rock ucciso assieme alla fidanzata da una banda di criminali nella notte di Halloween. Un anno dopo, il giovane torna dall’aldilà per trovare vendetta, accompagnato dal suo animale guida, un corvo appunto, che funge da tramite tra il mondo dei morti e quello dei vivi.
La storia, un mix gotico di amore e vendetta e lo stile della pellicola, girata quasi interamente nei toni del nero e del grigio (con l’unica eccezione del rosso del sangue) sarebbero bastati da soli a riscuotere l’apprezzamento di un certo tipo di pubblico, specialmente quello giovane, ma fu la morte sul set del protagonista Brandon Lee a consacrare la pellicola allo status di “cult” e a consegnarla alla storia del cinema.
L’attore, figlio del celebre Bruce Lee, aveva appena 26 anni quando girando la scena di una sparatoria, venne colpito da una pallottola vera e non a salve come ovviamente avrebbe dovuto essere. Come sia stato possibile un tale errore, non é mai stato chiarito e la morte prematura in circostanze così sospette non fecero che accostare ancor di più Brandon Lee alla leggenda del padre Bruce.
Michael Massee, l’ attore che per sbaglio sparò a Brandon, cadde in depressione e per anni fu dipendente dalle droghe.
Per terminare le riprese del film furono utilizzate scene precedentemente eliminate, alcune controfigure e fu ricreata digitalmente la figura di Lee, tecnica all’epoca, del tutto innovativa. La sua figura alta e slanciata, completa vestita di nero mentre cammina di notte sui tetti della città é rimasta nell’ immaginario collettivo, trasformando Brandon Lee in una vera e propria icona.
In una commistione di finzione e realtà, “Il Corvo” divenne un film leggendario e maledetto.
Il film ebbe tre seguiti: ” Il Corvo 2: la città degli angeli”, ” Il Corvo 3: Salvation” e ” Il Corvo: preghiera maledetta” ma nessuno dei tre ebbe successo e la stessa sorte toccò all’omonima serie tv, sospesa dopo una sola stagione.
Un reboot travagliato e molto discusso
Una decina di anni fa, l’ idea di un reboot de “Il Corvo” prese sempre più piede e molti furono i registi, ma soprattutto gli attori scelti per l’impegnativo ruolo di Eric Draven: Bradley Cooper, Jake Houston, Luke Evans sono solo alcuni dei nomi coinvolti nel progetto e poi ammutinati, non si sa se per reali divergenze con la produzione o per semplice scaramanzia.
L’ultima scelta, che pareva essere quella definitiva, come sappiamo, é caduta sul lanciatissimo e imponente Jason Momoa.
L’ attore di “Aquaman” avrebbe dovuto interpretare l’ adattamento del regista Corin Hardy le cui riprese sarebbero dovute partire in Ungheria a fine agosto; la data ufficiale annunciata per l’uscita era il 18 ottobre 2019. È di queste ore però la notizia del forfait di regista e protagonista; alla base sembrano esserci discordanze artistiche ed economiche tra i due e la produzione, la Davis Films che detiene il diritto della graphic novel e con il principale finanziatore del film Samuel Hadida.
A questo punto il progetto sembra essersi arenato nuovamente. Di questo sarà sicuramente felice Alex Proyas, che da sempre si era opposto all’ idea del reboot, in quanto secondo lui, avrebbe sminuito la memoria di Brandon Lee.
Ho terminato il film per Brandon – lottando contro il dolore, insieme ai solidali membri del cast e della troupe che hanno tutti amato Brandon, per completarlo in sua assenza. Eravamo imbevuti della forza dello spirito di Brandon e della sua ispirazione. Non solo dal fantastico lavoro di Brandon come attore e film-maker, siamo stati toccati anche dal suo essere uomo, dalla sua umanità.
Ha dichiarato tramite un post in tempi non sospetti.
Meno contento é James O’Barr, autore del fumetto, che era stato coinvolto totalmente nella stesura del film di Hardy.
Se per l’ennesima volta, arriverà qualcun altro a raccogliere questo pesante testimone, é ancora presto per saperlo. Possiamo dire però che la forza de “Il Corvo” e della regia estremamente moderna di Alex Proyas, é stata quella di aver dato vita a qualcosa di originale, di unico e assolutamente irripetibile in un periodo, gli anni novanta, in cui ogni singolo film era pensato per essere arte, per vivere in eterno di vita propria.
Oggi, nell’ epoca dei remake e dei reboot, l’originalità sembra un’ utopia e ci ritroviamo, come in un loop temporale, a vedere e rivedere sempre le stesse cose.
Ma é un dato di fatto che da sempre, ad essere considerati “capolavori” sono gli originali. Non le copie.