Quando si tratta di argomenti come la morte di qualcuno a noi vicino, in particolar modo per suicidio, è difficile non cercare di assumersi qualche colpa.
Jay-Z vive un po’ come chiunque altro una situazione del genere e, in occasione del ricordo a Chester Bennington, scomparso prematuramente lo scorso 20 luglio, ha riportato a galla un’altra artista che se n’è andata troppo presto: Amy Winehouse.
Il rapper statunitense parla infatti del primo incontro avvenuto con la cantante scomparsa all’età di 27 anni dicendo che la salute mentale è fondamentale per comprendere se una persona può o meno rischiare di arrivare ad un punto di non ritorno.
C’erano i segnali e “Rehab” ne è la prova.
“They’re trying to make me go to rehab and I say no, no, no” canta nel ritornello della canzone “Rehab” – che l’ha portata al successo – una delle voci Soul/R&B più coinvolgenti del panorama musicale e questa frase è stata detta a Jay-Z proprio mentre chiacchieravano al loro primo incontro.
“Vogliono che vada in riabilitazione ma non ci andrò”.
“Cosa? Perché non dovresti andarci?!?”.
Quando l’ha sentita cantare al Joe’s Pub a New York, il desiderio del rapper e produttore è stato quello di volerla con sè.
Probabilmente, ragionando in questo modo, avrà sicuramente dedotto che sarebbe potuta finire diversamente e che quell’ormai lontano 23 luglio 2011 avrebbe potuto essere un giorno come un altro, magari con una canzone in più nel suo repertorio buttata di getto in qualche locale della Grande Mela.
Ma, invece, sarebbe potuta andare esattamente per com’è andata davvero. Comunque sia, credo sia del tutto inutile rimuginare sul passato chiedendosi “Cosa sarebbe successo se…?” perché il passato rimarrà lì e non cambierà.
Sul sito di Tidal potete ascoltare direttamente le parole di Jay-Z a riguardo in un’intervista per l’emittente Rap Radar.