F. Scott Fitzgerald scrisse famosamente: “There are no second acts in American lives.” Ma Kevin Spacey potrebbe non essere d’accordo. L’attore americano, vincitore di due premi Oscar, sta cercando di aprire un nuovo capitolo nella sua carriera dopo essere stato accusato di numerosi casi di aggressione sessuale in seguito al movimento #MeToo. Nel linguaggio dei nostri tempi, Spacey è stato rapidamente “cancellato”.
Il crollo e la caduta
Kevin Spacey, che una volta era una delle stelle più luminose di Hollywood, ha visto la sua carriera crollare dopo le accuse di cattiva condotta sessuale. Fu abbandonato dal suo agente di Hollywood e dal suo pubblicista, e fu licenziato dalla serie di successo di Netflix “House of Cards“. Oltre a questo, Netflix ha accantonato “Gore Vidal,” un biopic in cui Spacey interpretava il defunto scrittore e provocatore politico americano, che aveva terminato la produzione solo poche settimane prima che le prime accuse venissero alla luce.
L’attore ha anche perso la sua battaglia per annullare un risarcimento di 31 milioni di dollari che gli è stato ordinato di pagare al produttore di “House of Cards” MRC per cattiva condotta sessuale nei confronti di giovani membri della troupe dietro le quinte della serie.
Ritorno sul grande schermo?
Nonostante tutto, Spacey mantiene la sua innocenza e, ora che è stato assolto in tribunale da alcune accuse – mentre altre sono state respinte per mancanza di prove – sta pianificando un ritorno al grande schermo. Ma non aspettatevi di vederlo presto alla guida di un blockbuster di Hollywood o di un film del franchise Marvel.
Invece, il protagonista di “I Soliti Sospetti” e “American Beauty” ha trovato ruoli in film indipendenti a basso budget. Lo scorso anno, ha avuto un ruolo di supporto in “L’uomo che disegnò Dio”, un dramma italiano diretto e interpretato da Franco Nero. Il film non è stato distribuito al di fuori dell’Italia e i dialoghi di Spacey sono stati doppiati da un attore locale.
Film iconici di Kevin Spacey
Prima di essere “cancellato”, Spacey aveva recitato in numerosi film iconici. Nel 1995, interpretò il ruolo del misterioso serial killer John Doe in “Seven”, accanto a Morgan Freeman e Brad Pitt. Nel 1996, fu protagonista nel thriller “Il momento di uccidere”, insieme a Matthew McConaughey, Sandra Bullock e Samuel L. Jackson, che incassò 108 milioni di dollari.
Un altro film famoso in cui è apparso è “L.A. Confidential” del 1997, che segue tre poliziotti mentre investigano su una serie di omicidi nella Los Angeles degli anni ’50. Nel 2008, Spacey ha interpretato il professore nel film “21”, basato sulla storia vera di un gruppo di studenti del MIT che ha sbancato i casinò di Las Vegas utilizzando il conteggio delle carte nel blackjack, chiaramente prima dell’avvento dei casino online.
La seconda possibilità in Europa
È notevole che le offerte di lavoro per Spacey, per quanto limitate, provengano tutte dall’Europa, dove l’industria cinematografica è notoriamente permissiva quando si tratta di cattiva condotta artistica, reale o presunta. Registi come Roman Polanski e Woody Allen hanno trovato più facile finanziare e distribuire i loro film in Europa rispetto agli Stati Uniti.
Polanski, ad esempio, ha trascorso gli ultimi 45 anni facendo film in Francia, evitando con successo l’estradizione negli Stati Uniti per l’accusa di rapporti sessuali illeciti con una minorenne. Il suo ultimo film, “The Palace”, ha debuttato fuori concorso alla 80ª Mostra del Cinema di Venezia quest’anno. Anche Woody Allen, colpito da accuse di cattiva condotta da parte della figlia adottiva Dylan Farrow, ha trovato più facile ottenere finanziamenti e distribuzione in Europa.
Cinema indipendente: rifugio per attori controversi
La verità è che l’industria cinematografica, in particolare il settore indipendente in crisi di liquidità, ha spesso chiuso un occhio sulle questioni etiche quando c’è denaro da fare. Mel Gibson, ad esempio, è stato “cancellato” per i suoi pubblici sfoghi omofobi, razzisti e antisemiti, ma non ha mai smesso di lavorare.
Come per Gibson, Kevin Spacey continuerà a fare film, soprattutto finché ci saranno registi indipendenti disposti a mettere la dicitura “vincitore di due premi Oscar” nei loro trailer e poster per attirare qualche spettatore in più o qualche visualizzazione in streaming dai vecchi fan di “House of Cards”. Tuttavia, chiamare questo un “ritorno” sarebbe prematuro.
Kevin Spacey, nonostante le gravi accuse e la pubblicità negativa, sembra determinato a riprendere la sua carriera di attore. Con una serie di film iconici nel suo curriculum, tra cui “I Soliti Sospetti”, “American Beauty”, “Seven” e “21”, il suo talento come attore è indiscutibile. Tuttavia, il suo percorso di ritorno al cinema mainstream sembra ancora lungo e complesso. Per ora, Spacey dovrà accontentarsi dei film indipendenti europei e di piccole produzioni a basso budget.