La Corte di Strasburgo ha condannato l’Italia per la violazione dell’articolo 2 (diritto alla vita), 3 (divieto di trattamenti inumani e degradanti) e 14 (divieto di discriminazione) della convenzione europea dei diritti umani. 30 mila euro per danni morali e 10 mila per le spese legali.
Si tratterebbe della prima condanna dell’Italia da parte della Corte per un reato che ha a che fare con la violenza, e più specificamente con la violenza domestica.
L’accaduto risale al 26 Novembre del 2013, in provincia di Udine, esattamente a Remanzacco, quando il marito, adesso in prigione, di Elisaveta Talpis uccise il figlio diciannovenne e tentò di uccidere anche la madre. La corte europea dei diritti umani, ha condannato l’Italia per non essere stata immediatamente efficiente nel prendere le dovute cautele al fine di poter proteggere la donna ed il figlio dagli atti violenti del padre.
Il procuratore di Udine,Antonio De Nicolo, sostiene:
“Ricordo che in un verbale sostenne che le sue precedenti dichiarazioni erano state stracapite, mal interpretate, forse, anche per un problema di traduzione.”
A quanto pare, all’epoca la donna – dato quanto riporta De Nicola: “Per forza si era arrivati all’archiviazione dall’accusa di maltrattamenti” – ha sicuramente ridimensionato la gravità delle accuse.
Sta di fatto che i giudici di Strasburgo, la cui sentenza diverrà definitiva tra tre mesi se le parti non faranno ricorso, hanno stabilito che:
“Non agendo prontamente in seguito a una denuncia di violenza domestica fatta dalla donna, le autorità italiane hanno privato la denuncia di qualsiasi effetto creando una situazione di impunità che ha contribuito al ripetersi di atti di violenza, che in fine hanno condotto al tentato omicidio della ricorrente e alla morte di suo figlio.”
ITALIA MIA COSA CI COMBINI!
A tal proposito ascoltiamo questa canzone le cui parole fanno molto riflettere!