A chi gli chiedeva cosa fosse in Sicilia una festa religiosa, Leonardo Sciascia rispondeva: “Sarebbe facile rispondere che è tutto, tranne che una festa religiosa. Soltanto nella festa il siciliano esce dalla sua condizione di uomo solo per ritrovarsi parte di un ceto, di una classe, di una città”.
Sono queste le parole più efficaci con cui spiegare il modo di vivere la ricorrenza dei defunti in Sicilia e anche il motivo per cui i siciliani conservano un rapporto cordiale con i morti.
Già prima della diffusione di Halloween anche nel nostro Paese, in Sicilia si festeggiava una ricorrenza simile. Si tratta della Festa dei morti, risalente al X secolo e ancora molto sentita nella regione della trinacria.
Secondo la tradizione, comune a quasi tutte le regioni d’Italia, nella notte tra l’1 novembre (commemorazione di Tutti i Santi) e il 2 novembre (commemorazione dei defunti), i morti vagano per le strade dei paesi. In Sicilia, i defunti fanno visita alle loro famiglie, lasciando alcuni doni soprattutto ai più piccoli. È il loro modo per ringraziare i familiari per le preghiere ricevute. Anche le famiglie si preparano ad accogliere i defunti in visita, lasciando la tavola imbandita. Gli spiriti, dal canto loro, lasceranno cesti colmi di dolcetti tipici. E in fatto di dolci si sa che la cucina siciliana è imbattibile.
La sera precedente, inoltre, i bambini recitavano una filastrocca: Armi santi, armi santi / Iu sugnu unu e Vuatri siti tanti / mentri sugnu ‘ntra munnu di guai / Cosi di Morti mittitiminni assai (Anime sante, anime sante / io sono uno e Voi siete tanti / mentre io sono in questo mondo di guai / Regali dei morti mettetemene tanti).
In questo modo si educava i bambini a non aver paura degli spiriti, che anzi erano visti come presenze benevole.
Le origini della Festa dei Morti
La tradizionale Festa dei Morti è ispirata a riti pagani che non sono mai scomparsi dalla terra sicula, nonostante il diffondersi della religione cristiana.
Nella tradizione celtica, che influenzò le popolazioni stanziate in Sicilia, il 31 ottobre era l’ultimo giorno dell’anno ed era conosciuto anche con il nome di Samhain (“tutte le anime”). La Chiesa cattolica, a partire dall’835 d.C., prima spostò la ricorrenza di Tutti i Santi al 1 novembre, poi istituì quella dei defunti. Così anche la Festa dei Morti si spostò alla notte tra l’1 e il 2 novembre.
La Festa dei Morti oggi
Oggi si è un po’ perso quel senso del mistero che avvolgeva la Festa dei Morti, ma restano ancora vive alcune tradizioni soprattutto nella cucina.
Ogni provincia ha le sue usanze: c’è chi regala ‘u cannistru, un cestino pieno di frutta o dolci, e chi prepara i taralli ricoperti di zucchero; chi regala i rami di meli, a base di miele, e chi prepara i tetù, caratteristici biscotti ricoperti di glassa bianca o cioccolato. Ma i dolci tipici della Festa dei morti più diffusi sono i tradizionali pasticcini noti come frutta martorana a base di pasta di mandorla, modellati e colorati in modo da imitare alla perfezione gli ortaggi ed i frutti. Furono realizzati per la prima volta dalle monache del Monastero della Martorana, fondato a Palermo dalla nobildonna Eloisa Martorana, nel 1194. Molto diffusi anche i pupi ri zuccaru o pupaccena, un pupo di zucchero, raffigurante la figura eroica tipica del teatro
popolare siciliano e gli inconfondibili biscottini croccanti chiamati crozzi ‘i mortu. Questi si presentano costituiti da una base scura, ricoperta da uno strato più duro, di colore bianco. Le due parti si ottengono con un unico impasto e si separano durante la cottura. L’impasto, a base di acqua, farina e zucchero, è aromatizzato con cannella e chiodi di garofano.
Caratteristici anche la Muffoletta, la tipica pagnotta ricoperta da semi di sesamo, che solitamente viene impiegata per lo street food, in preparazioni come il pane e panelle o il pane con la milza, ed i Nucatoli, biscotti a forma di sigaro, solitamente realizzati solo in occasione delle feste natalizie, sono oggi preparati anche per la Festa dei Morti. La base di pasta frolla senza uova e con l’aggiunta di mandorle tritate, sono completati da un ripieno a base di frutta secca e candita e da una copertura di glassa dura.
Anche i Tetù sono tipici della Festa dei Morti. Per il loro gusto possono essere considerati dei veri e propri pasticcini colorati e insaporiti dal cacao. Ricoperti di glassa bianca, sono molto simili ai taralli glassati, da cui si distinguono appunto per la presenza di cacao.
Gli eventi in programma a Palermo per la Festa dei Morti
Notte di Zucchero 2017 Si svolgerà l’1 e il 2 novembre, a Piazza Petroria e nei palazzi e piazze limitrofi, la IV edizione di Notte di Zucchero, la festa di due giorni per celebrare i defunti. Organizzati laboratori, vendita di pupi di zucchero, spettacoli di danza e teatrali.
A cena con la pupaccena Si terrà a giovedì 2 novembre, partire dalle 20.30, a Palazzo Teatro, a pochi passi da piazza Ballarò. Ad aprire l’evento sarà lo spettacolo La vera storia di Orlando e Angelica, con Daniele Moretto e Stefania Galatolo. Presenti tutte le pietanze tipiche della tradizione dei Morti. Si potrà inoltre partecipare al laboratorio pupaccenico, che darà agli ospiti la possibilità di decorare la propria pupaccena e portarla a casa per conservarla come ricordo.
Fiera dei morti all’americana, in cui si coniugherà la tradizione popolare siciliana, con tutte le prelibatezze della Festa dei Morti, alle nuove influenze provenienti dalla festa di Halloween. Fiera dei Morti all’americana a Villa Filippina, 31 ottobre e 1 novembre 2017. All’esterno del giardino storico di Villa Filippina, lungo i portici e negli spazi interni, saranno presenti diverse zone dedicate ai prodotti artigianali siciliani, come monili e ceramiche, nonché un’area con i giocattoli, dedicata ai più piccoli.