“La legge di Lidia Poët” è una serie drammatica di Netflix divisa in sei episodi, basata sulla vita della prima avvocatessa italiana, che divenne una figura chiave nel movimento per permettere alle donne di praticare la professione legale.
L’inizio del dramma storico di Netflix è piuttosto inquietante, con una bellissima performance di balletto che diventa brutale quando la prima ballerina viene trovata morta in una scatola dietro le quinte, suscitando diverse domande. Da quanto tempo è lì e come mai è morta?
Poi ci viene presentata Lidia Poët (interpretata da Matilda De Angelis), che non incarna lo stereotipo tipico dell’avvocato a prima vista. Vive in una stanza in affitto, è in ritardo con l’affitto e fa entrare il suo amante dalla finestra. Nonostante le sue condizioni di vita non ideali, è estremamente determinata, come dimostrano i vari testi legali sparsi per la sua stanza: è subito evidente che questa è la sua vera passione.
Lidia ha completato gli studi e superato gli esami legali, ma a causa del suo sesso non viene vista allo stesso modo dei suoi colleghi maschi e allora decide di lavorare per suo fratello Enrico (interpretato da Pierluigi Pasino), che possiede uno studio legale. Sta anche cercando di ribaltare la sentenza che le impedisce di esercitare la professione in modo adeguato.
La padrona di casa – pronta a reclamare l’affitto – arriva con un’altra donna, che vuole incontrare Lidia e richiederle i suoi servizi di avvocato, non perché la rispetti, ma perché “le sue tariffe sono basse” o quantomeno più convenienti rispetto a quelle del sesso maschile. Siamo a Torino e siamo nell’anno 1883, quindi una donna che offre servizi legali non è esattamente la norma.
La donna racconta a Lidia che suo figlio è stato arrestato e che ha bisogno di aiuto, poiché è stato accusato di aver ucciso la ballerina che abbiamo visto all’inizio dell’episodio. Afferma che suo figlio è innocente e Lidia si mette subito al lavoro. Questo è il primo di molti casi legali in cui vedremo Lidia in azione.
Le indagini su un omicidio sono già abbastanza difficili di per sé, ma Lidia si trova ad affrontare ostacoli ovunque vada. Dalle guardie carcerarie che deridono il fatto che sia un’avvocatessa, ai detenuti che la fissano in modo inquietante non appena entra in prigione, fino alla devastante sospensione della sua licenza d’esercizio. È scomodo guardare come viene trattata dalle persone intorno a lei.
È difficile non essere subito rapiti da Matilda De Angelis, che offre una brillante interpretazione di Lidia, sicura di sé, determinata e pronta a rimettere al loro posto le persone. Si distingue tra le altre donne del suo tempo e questo si sente come un meraviglioso tributo alla donna stessa e a ciò che rappresentava. Guardando questa serie, si è sempre dalla parte di Lidia.
La serie getta anche una luce importante su una figura storica che potrebbe essere stata trascurata, quindi è rinfrescante vedere Netflix concentrarsi su una persona così influente. La vera Lidia Poët ha fatto molto nel corso della sua vita e per molti di noi, questa è la prima volta in cui ne sentiamo parlare.
Ci sono molte battute tra Enrico e Lidia, poiché i due sono abbastanza senza scrupoli ma hanno chiaramente un rispetto reciproco l’uno per l’altro. Enrico è abbastanza deciso sul fatto che la carriera di Lidia non avrà mai successo, ma la aiuta comunque, e la complicata dinamica tra i due personaggi principali è divertente da guardare, anche se a volte può risultare frustrante.
Lidia ha scontri anche con altre donne, in particolare con la cognata Teresa (interpretata da Sara Lazzaro), che è molto più tradizionale e le dice persino “se Dio volesse che tu fossi un avvocato, non ti avrebbe fatta donna”, un commento offensivo agli occhi di Lidia.
Esteticamente, “La legge di Lidia Poët” è bellissimo da guardare e certamente farà felici i fan dei drammi storici come me grazie al suo splendido costume design e allo sfondo di Torino del XIX secolo, pieno di caratteristiche dell’epoca, splendide case e cimeli dell’epoca. Ho apprezzato anche l’omaggio alle biciclette usate come mezzo di trasporto, che iniziò a diventare famoso in quell’epoca.
Con solo sei episodi, questa è una serie perfetta da vedere in un colpo solo, con un caso diverso ogni volta. C’è anche molta varietà nei casi, dall’anarchico accusato di omicidio ad una seduta spiritica post-mortem, quindi se sei un fan di drammi criminali episodici, questa è la serie che fa per te.
Ho trovato due cose negative guardando “La legge di Lidia Poët”:
La scelta di usare una colonna sonora prevalentemente rock, che si sente un po’ fuori luogo dato l’epoca in cui è ambientata, quindi questo potrebbe lasciare il pubblico diviso.
Alcune scene tipo la sottotrama che comprende la relazione nascosta della nipote di Lidia mi è sembrata abbastanza off-topic con tutto il resto.
Concludo la recensione di “La legge di Lidia Poët” con questa riflessione: nel primo episodio, Lidia viene chiamata “ridicola” a causa del fatto che è una donna che aspira a diventare avvocato. Ma la vera ridicolaggine è che la sua storia non è stata esplorata fino ad ora, e tutti dovremmo conoscere il nome di Lidia Poët.
E tu hai visto La legge di Lidia Poët? Ti è piaciuta come serie? Dì la tua attraverso i commenti qui sotto.
La Recensione
La legge di Lidia Poët
La legge di Lidia Poët è un meraviglioso ritratto della prima avvocatessa italiana e speriamo che possa educare un pubblico più vasto su chi era questa grande donna. Matilda De Angelis è bravissima nella sua interpretazione e farai il tifo per lei dall'inizio alla fine.
PRO
- Matilda De Angelis offre una fantastica interpretazione da protagonista
- I casi autoconclusivi la rendono molto adatta al binge-watching
- È un must per gli appassionati di drammi storici e storie crime
CONTRO
- La colonna sonora rock potrebbe risultare un po' stridente all'inizio, soprattutto se ci si aspettava un accompagnamento musicale più classico.
- La sottotrama della nipote di Lidia non mi ha convinto