La nave RMS Queen Mary, ora in pensione e ormeggiata a Long Beach, California, è considerata uno dei luoghi più infestati al mondo. Questo aspetto emerge in modo significativo nel film “La maledizione della Queen Mary” di Gary Shore. Nonostante il film non raggiunga i livelli di produzione di altri horror basati su location infestate, si rivela più riuscito di quanto la sua uscita poco pubblicizzata possa far pensare. Shore e il co-sceneggiatore Tom Vaughan attingono alla storia macabra della Queen Mary per creare un’infestazione soprannaturale che attraversa decenni, creando un’atmosfera molto apprezzata dai fan dei film horror come il sottoscritto. Nonostante la durata di oltre due ore appesantisca la narrazione con sottotrame che rallentano il ritmo, il film mantiene un’atmosfera di autentico terrore.
Ma perché la Queen Mary fa così paura? Ci sono due storie famose vere che riguardano questa nave. La prima è quella di un meccanico che si chiamava John Henry. Non vedeva l’ora di fare il meccanico nella nave, tant’è che mentì sulla sua età per lavorarci. Scherzo della sorte, morì in seguito a un incendio scoppiato in sala macchine. Molti visitatori della nave, ora un museo, raccontato di sentire ancora i suoi passi all’interno dell’imbarcazione. E poi c’è anche la storia del cuoco, che fu cucinato vivo dalle truppe durante la seconda guerra mondiale. Molti turisti affermano di sentire urla, pianti e passi durante le loro visite.
Ma torniamo al film.
Alice Eve interpreta Anne Calder, che propone al Capitano Bittner (Dorian Lough) della Queen Mary un’esperienza di tour virtuale in 3D per rilanciare la reputazione della nave. Insieme a lei c’è il suo partner Patrick (Joel Fry) e il loro figlio cacciatore di fantasmi Lukas (Lenny Rush). Patrick e Lukas partecipano al tour infestato della Queen Mary, dove Lukas si allontana da un Patrick distratto dal suo cellulare. Mentre Anne cerca di convincere Bittner ad approvare un nuovo libro che esplora gli aspetti più oscuri della nave dal punto di vista di un bambino, Lukas inizia inconsapevolmente le loro indagini. La Queen Mary rivela i suoi segreti a Lukas, e non sono così piacevoli.
La cinematografia sfrutta l’atmosfera della Queen Mary. La grandiosità della nave si percepisce nei corridoi vuoti, solitamente affollati di turisti, aumentando l’intensità degli attacchi paranormali delle anime perse che terrorizzano i genitori. Isaac Bauman dirige la fotografia sfruttando angoli ombrosi e sale macchine fumose, immerse nell’oscurità, in uno stile horror abbastanza efficace. Le scene spaventose non mancano: braccia marce che emergono dagli schermi degli smartphone, acque di piscine senza visibilità. Queste creano un’atmosfera sinistra che soddisferà i fan del genere.
“La maledizione della Queen Mary” è anche un thriller che viaggia nel tempo, passando dalla ricerca di Anne e Patrick a un viaggio passato a bordo di una Queen Mary d’altri tempi. I truffatori David (Wil Coban) e sua moglie indovina Gwen Ratch (Nell Hudson) pianificano di far ottenere a loro figlia Jackie (Florrie Wilkinson) un’audizione con un grande produttore a bordo, preparando il terreno per un primo esempio della malevolenza della Queen Mary. Numeri di tip tap che precedono omicidi grafici mostrano le atrocità subite dalla famiglia di David, parallele a quelle affrontate da Anne e Patrick, e il purgatorio senza tempo della Queen Mary diventa un regno condiviso. Shore e Vaughan includono anche leggende urbane di “sacrifici fondamentali” e mali puri che hanno assicurato che la Queen Mary non incontrasse il destino del Titanic. Il film presenta idee e concetti affascinanti, tuttavia la narrazione diventa confusa e sovraccarica man mano che si sviluppano le varie scene, seguendo una struttura narrativa poco ordinata e disorganizzata.
“La maledizione della Queen Mary” è un film ricco di contenuti, che avrebbe bisogno di alleggerirsi. Shore sembra lanciare idee a caso, dalle sequenze in bianco e nero a interludi in acquerello, per vedere cosa funziona… purtroppo per lui, e per noi, non tutto. Forse è perché Eve e Fry non sono particolarmente convincenti nei ruoli di ex quasi separati, con performance più rigide rispetto al talento che entrambi gli attori hanno mostrato in passato. Sarei interessato a vedere un film interamente dedicato alla festa in costume dei Ratch, caratterizzata da costumi inquietanti e cruenti effetti speciali, come teste spezzate da un’ascia. Questa parte avvincente del film contrasta con le scene più tranquille dei Calder, nonostante l’ottima interpretazione di Dorian Lough, che regala momenti intensi. Shore e Vaughan hanno inserito troppi elementi nella loro sceneggiatura, disperdendo l’attenzione dello spettatore da momenti di interesse per passare ad altri meno avvincenti. Questo rende la visione confusa e discontinua, e alcuni di questi elementi sarebbero stati meglio esclusi in fase di montaggio. Con troppa carne al fuoco diventa anche complesso capire il significato della storia.
Nonostante alcune debolezze, “La maledizione della Queen Mary” di Gary Shore offre un’avventura appagante attraverso la sua interpretazione oscura e sanguinolenta delle leggende spettrali che circondano la nave transatlantica. Il film soffre per una durata eccessiva, che porta a un disallineamento tra le scene avvincenti e quelle meno interessanti.
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La Recensione
La maledizione della Queen Mary
"La maledizione della Queen Mary" di Gary Shore rivisita le inquietanti leggende della nave RMS Queen Mary. Alice Eve interpreta Anne Calder, che insieme al suo partner e figlio affronta fenomeni paranormali a bordo della nave. La regia crea un'atmosfera di terrore, ma la trama risulta sovraccaricata e confusa. Il film offre suspense e momenti di paura, sebbene la sua lunga durata e la complessità narrativa ne limitino l'impatto.
PRO
- Atmosfera coinvolgente: La regia di Gary Shore crea un clima di autentico terrore e mistero.
CONTRO
- Durata eccessiva: Il film soffre di una lunghezza eccessiva che rende la visione a tratti noiosa.
- Trama confusa: La complessità eccessiva della narrazione rende difficile seguire e apprezzare pienamente la storia.