Penso che ogni donna dovrebbe vedere “La ragazza del mare”.
È un film sul potere femminile. Questa ragazza ha lottato per dare un futuro a tutte le donne sportive.
Per farti capire l’impresa…
Dopo che la nuotatrice Trudy Ederle ha attraversato il Canale della Manica nel 1926, ha ricevuto il più grande corteo mai organizzato per un atleta a New York. Si, il più grande.
Essendo la prima donna a nuotare attraverso il canale, ha aperto la strada al futuro dello sport femminile.
Quindi, perché non è così conosciuta? Si, nemmeno io sapevo chi fosse.
Il nuovo biopic “La ragazza del mare” mira a cambiare questa situazione, ristabilendo Ederle come un’icona mondiale. Un’onorificenza ampiamente meritata.
Questo biopic sportivo riporta in vita le storie ispiratrici di sfide contro ogni probabilità che tanto amiamo, ma con un tocco femminista e un tema di donna contro la natura. Daisy Ridley interpreta la determinata e solare Trudy. Il film è arricchito da personaggi secondari affascinanti che offrono momenti di umorismo e cuore. Prodotto da Jerry Bruckheimer, è un film sportivo trionfante, simile ai suoi successi precedenti come “Glory Road.”
Il regista norvegese Joachim Rønning affronta la storia di Trudy con una sceneggiatura di Jeff Nathanson, adattata dal libro del 2009 “Young Woman and the Sea: How Trudy Ederle Conquered the English Channel and Inspired the World” di Glenn Stout.
Questa storia offre molto più di un’impresa atletica e mentale incredibilmente pericolosa compiuta da una giovane donna forte.
Mentre attraversa il canale a nuoto, emerge una trama ingegnosa che esplora idee e movimenti più ampi ispirati dalla storia di Trudy. Barche cariche di giornalisti la seguono, lanciando bottiglie con messaggi scritti su foglietti di carta, che vengono raccolti dall’acqua e attaccati a piccioni viaggiatori. Questi piccioni portano i messaggi a un hotel francese a Cap Gris-Nez, dove vengono letti ad alta voce e poi trasmessi via telegramma alle stazioni radio di tutto il mondo, che a loro volta diffondono le notizie fino alla famiglia di Trudy a New York. Questa non è solo la storia di una giovane donna che realizza l’impossibile, ma anche una narrazione di come i mass media, in un mondo sempre più globalizzato, seguono e condividono questa straordinaria impresa con il fiato sospeso.
Questa è una costante in “La ragazza del mare”. Trudy è consapevole che la sua visibilità è ciò che potrà cambiare il mondo, non solo il semplice atto di attraversare il canale a nuoto. Il suo allenatore, Jabez Wolffe (Christopher Eccleston), spinto dallo sponsor James Sullivan (Glenn Fleshler), la costringe a seguire una dieta per preoccuparsi di come apparirà nelle fotografie; il suo costume da bagno a due pezzi, ridisegnato per offrire maggiore comfort, crea scalpore tra la stampa francese. Ma è la sua fama che la trasforma in un’eroina per le giovani ragazze che le chiedono autografi tra le folle di giornalisti e che ha il potenziale di rivoluzionare lo sport femminile.
La nuotata di Trudy ispira il mondo intero, compresa la sua città natale, New York, con gli edifici popolati da immigrati che ascoltano il suo viaggio alla radio. È un promemoria di come siamo spinti dai racconti di sforzi e trionfi umani. Dal calcio della domenica ai Giochi Olimpici, guardare e condividere queste storie ci unisce. Le Olimpiadi di Parigi di quest’estate segnano il centenario dei Giochi in cui Trudy ha gareggiato nel 1924.
La narrazione richiama un tipo di cinema retrò basato su pura sensazione ed emozione, dove tifiamo per gli eroi e fischiamo i cattivi. Non c’è molta profondità in alcune caratterizzazioni. Eccleston e Fleshler interpretano essenzialmente personaggi malvagi, con motivazioni palesemente cattive per sabotare Trudy, ma non approfondite. Tuttavia, non tutti gli uomini sono minacciati da Trudy. Conquista altri nuotatori con il suo coraggio, tra cui l’iconico nuotatore Bill Burgess (uno straordinario Stephen Graham), che alla fine la allena.
Tra i personaggi di supporto eccezionali ci sono i genitori immigrati tedeschi di Trudy. L’attore danese Kim Bodnia interpreta il padre di Trudy, un macellaio burbero, protettivo ma alla fine solidale. L’attrice tedesca Jeanette Hain quasi quasi ruba i riflettori a tutti interpretando la madre eterea e risoluta di Trudy, Gertrud. Insiste che le sue figlie, Trudy e la sorella Meg (Tilda Cobham-Hervey), imparino a nuotare dopo una tragedia in cui morirono centinaia di donne, dicendo che le sue figlie non “staranno mai su una nave in fiamme.” Tuttavia, Gertrud scopre anche che dare potere alle ragazze porta a glorie – e pericoli – che non avrebbe mai immaginato.
C’è una bellezza e grandiosità che combina lo stile classico con elementi moderni nel lavoro di Rønning. La produzione e i costumi sono meticolosamente curati, mentre Oscar Faura cattura il tutto con movimenti di camera. Il montaggio di Úna Ní Dhonghaíle rende la narrazione rapida ed efficace. La colonna sonora trionfale di Amelia Warner aggiunge un tocco di allegria, con un’orchestrazione potente che enfatizza il melodramma.
Per concludere la recensione, “La ragazze del mare” è la storia di una giovane donna e del mare, un’esperienza che Ridley interpreta con grande abilità. Senza considerare i giornalisti, i dubbiosi, i familiari preoccupati, gli allenatori, la sorella amata e tutti coloro che la osservano in tutto il mondo, nella notte buia c’è solo Trudy, sola nell’oceano. Quella storia di determinazione merita di essere celebrata e ricordata.
Probabilmente è il film che mi è piaciuto di più in questi mesi. E tu hai visto “La ragazza del mare”? Cosa ne pensi? Dì la tua nei commenti. Per me merita un bel 8.
La ragazza del mare è disponibile su Disney+.
La Recensione
La ragazza del mare
"La ragazza del mare" è un potente biopic che celebra il coraggio femminile, raccontando l'incredibile impresa della nuotatrice Trudy Ederle.
PRO
- Una storia di coraggio e determinazione femminile.
- Daisy Ridley offre una recitazione straordinaria.
- Un film che tocca il cuore con la sua narrativa.
CONTRO
- Caratterizzazioni a volte poco approfondite.