Il nuovo adattamento cinematografico diretto da Elle Márjá Eira per Netflix e basato sul romanzo “La ragazza delle renne” di Ann-Helen Laestadius, esplora le difficoltà vissute dal popolo Sámi. Anche se la trama è profondamente radicata nei paesaggi innevati e nelle mandrie di renne della Svezia settentrionale, il messaggio della storia è così universale che potrebbe essere applicato a molte altre comunità nel mondo.
Le prime scene del film possiedono una qualità quasi fiabesca, con la bellezza estrema del freddo paesaggio svedese che maschera una tensione sottile e continua. Non passa molto tempo prima che questa serenità sia interrotta e la neve pura si macchi di rosso: Elsa, una bambina di nove anni, assiste all’orrendo assassinio di una delle sue renne. Questo evento tragico non è un caso isolato, ma è parte di una serie di attacchi che minacciano di destabilizzare le già precarie relazioni tra gli svedesi e le comunità Sámi.
Il gelido contesto nasconde una realtà molto più oscura. Questa narrazione non si limita a raccontare una persecuzione, ma illumina anche l’effetto devastante che questa ha sulla salute mentale, le relazioni personali e la coesione comunitaria.
Dieci anni dopo il tragico evento, Elsa è diventata insegnante in una scuola locale. Si trova divisa tra il desiderio di integrarsi nella società più ampia e la volontà di preservare e difendere la cultura Sámi. Intanto, il massacro delle mandrie di renne continua, segno di un tentativo crudele di sopprimere la comunità Sámi e al tempo stesso di trarre profitto dal commercio illegale della carne di renna.
Il film mostra anche come le attività economiche possano avere ruoli ambigui; in questo caso, l’industria mineraria del ferro spinge per l’appropriazione dei pascoli Sámi, al fine di sfruttare le risorse naturali. Questo conflitto rappresenta una lotta significativa per i residenti, che vedono nella miniera una potenziale fonte di reddito vitale in un ambiente altrimenti inospitale.
“La ragazza delle renne” va oltre la semplice narrazione morale sulle minoranze oppresse. Si articola in tre atti: l’infanzia idilliaca di Elsa, un periodo di disperazione e oscurità, e un finale che si trasforma in un thriller carico di tensione e redenzione.
Il film inizia lentamente, il che è parte del suo fascino e riflette il ritmo di vita del freddo nord, dove la vita procede a un passo diverso rispetto ai grandi centri urbani. La regista Eira fa un buon lavoro nel mettere in evidenza i dettagli attraverso una sceneggiatura stratificata di Peter Birro.
La sceneggiatura affronta temi forti, incluso l’uso del termine dispregiativo “lappone” per criticare qualcuno, e non manca di mostrare anche i lati meno lusinghieri della comunità Sámi. Si osservano dettagli accurati sulla loro cultura: le pressioni delle tradizioni, l’attrazione verso lavori esterni, la posizione delle donne in una gerarchia tradizionalmente maschile, e la difficoltà del mondo esterno di comprendere la cultura Sámi. Un momento significativo mostra un turista americano che, senza comprendere, tocca i gákti Sámi chiedendo un selfie, sottolineando la mancanza di comprensione del loro profondo significato culturale.
In “La ragazza delle renne”, l’attenzione si concentra molto sulla performance di Elin Kristina Oskal nei panni di Elsa, che esprime rabbia, tristezza, paura e frustrazione in modo credibile e toccante. Anche Martin Wallstrom e Pavva Pittja offrono interpretazioni di buon impatto emotivo.
Sebbene le scene di inseguimento in motoslitta e la crescente tensione nell’ultimo terzo del film possano attrarre gli amanti dei thriller nordici, l’adattamento di Eira è molto più profondo, esplorando le battaglie interiori tanto quanto le azioni esterne. “La ragazza delle renne” non fornisce una panoramica completa delle sfide della popolazione Sámi, ma rappresenta un passo importante nel condividere le loro storie.
E tu hai visto “La ragazza delle renne”? Ti è piaciuto? Dì la tua nei commenti.
Il cast di La ragazza delle renne
- Elin Kristina Oskal interpreta Elsa;
- Martin Wallström nel ruolo di Robert;
- Magnus Kuhmunen come Nils-Johan;
- Lars-Ante Wasara interpreta Mattias;
- Pávva Pittja nel ruolo di Lasse;
- Ida Persson Labba come Anna-Stina;
- Ingahilda Tapio;
- Simon Issát Marainen;
- Niilá Omma;
- Anne Lajla Westerfjell Kalstad;
- Jennifer Lila interpreta un turista americano.
Il trailer di La ragazza delle renne
La Recensione
La ragazza delle renne
"La ragazza delle renne" è un film drammatico che esplora le sfide di Elsa, una giovane donna Sámi, nella difesa della sua eredità culturale e ambientale in Svezia. Attraverso una narrativa coinvolgente, il film illustra il conflitto tra le tradizioni indigene e le pressioni della modernità, inclusi gli impatti del cambiamento climatico e la xenofobia. Diretto da Elle Márjá Eira, il film si distingue per la sua profondità emotiva e la raffinata cinematografia che cattura la crudele bellezza del paesaggio nordico.
PRO
- Le riprese offrono uno sguardo emozionante e autentico sui paesaggi innevati della Svezia settentrionale, che fungono da potente sfondo alla storia.
- Le performance del cast, in particolare quella di Elin Kristina Oskal, sono intense e portano una profonda umanità ai loro personaggi.
- Il film affronta temi di grande attualità come il cambiamento climatico, la perdita culturale e la resistenza contro l'oppressione, rendendo la storia rilevante a livello globale.
- Il film offre una rara introspezione sulla cultura Sámi, presentando una narrazione che va oltre i soliti cliché cinematografici sugli indigeni.
CONTRO
- Alcuni spettatori potrebbero trovare il ritmo iniziale del film un po' lento, specialmente nelle parti più descrittive, che potrebbero diluire la tensione della narrazione.
- Chi cerca un intrattenimento leggero potrebbe trovare il film troppo pesante o emotivamente carico, data la serietà dei temi trattati.