Dal 20 ottobre 2021 è disponibile su Netflix la commedia francese sul lockdown, ambientata a Parigi e che, in modo ironico, ci racconta delle nuove abitudini ed anche delle nuove manie che la paura del Covid-19 ha fatto nascere in noi. Il film di Danny Boon lo vede anche come interprete e principale protagonista paranoico.
La trama
L’intero film ruota intorno alla vita di un condominio e dei suoi inquilini e, infondo, basta mettere in scena questa micro-realtà per rappresentare le abitudini europee nella loro interezza. Un po’ ovunque abbiamo assistito alle stesse scene: il consumo sfrenato e quasi maniacale del gel disinfettante, il risparmio delle mascherine così rare da trovare durante quei primi mesi di lockdown, la ricerca di igiene a partire dagli stessi abiti che indossavamo per uscire, il ritrovo sui balconi con qualche strumento di fortuna per applaudire il lavoro di medici infermieri, le attività lavorative svolte da casa con tutte le difficoltà e nuove abitudini da ricreare, i nuovi passatempo dei bambini, il silenzio delle strade interrotto solo dal passare di ambulanze.
8 Rue de l’Humanité racconta tutto questo con, a tratti, grottesca ironia, attraverso i suoi principali personaggi: al centro la famiglia Becquart, con Martin, interpretato da Dany Boon, la figlia Luna, e la moglie Claire, di cui veste i panni Laurence Arné. Lui è un illustratore scientifico, lei un avvocato. Sarà soprattutto lui all’interno del film a rappresentare l’eccesso di paura e paranoia, che si tradurrà nel vietare alla moglie stessa di entrare in casa per l’eccessiva leggerezza, e per lui imprudenza, negli spostamenti.
Agli altri piani del palazzo una famiglia composta da un padre egocentrico e narciso, pro-covid, in quanto utile nell’eliminare gli anelli più deboli della società, quali le persone anziane, con un figlio piccolo e una figlia adolescente; una giovane coppia di cui lei in dolce attesa e lui preso dall’attività fisica e dai social network; Luis, proprietaria di un bistrò; il custode del palazzo la cui moglie è ricoverata in ospedale per aver contratto il virus; un medico al piano terra che passa il tempo a cercare il vaccino sperimentando sulle cavie.
La cosa assurda, ma altamente probabile anche nella realtà, è che questi pochi inquilini non si conoscessero tra di loro finché la pandemia non ha imposto le restrizioni a cui tutto il mondo è stato obbligato ad adempiere. È in questo modo che si inizierà a creare una nuova comunità all’interno del proprio stabile, in cui due ragazzini scopriranno il loro primo amore, in cui in seguito alla perdita della moglie del custode si creerà un nuovo spirito di solidarietà e tutti si conosceranno un po’ di piu.
Ironia e significato
8 Rue de l’Humanité mette in scena tutti gli stereotipi che abbiamo visto palesarsi durante il lockdown. Non solo: la tagliente ironia francese evidenzia idee scomode che non sempre si ha il coraggio di dichiarare, e ironizza su problematiche al limite del comico. Insieme a questi aspetti riesce a mettere in risalto la solitudine e la freddezza con la quale conduciamo le nostre vite all’interno della società odierna, in cui non ci si conosce neanche all’interno della propria palazzina e, a volte, nemmeno all’interno delle nostre proprie case. La fretta, gli impegni, e l’attenzione sempre più rivolta a noi stessi non consente a volte di dedicare l’attenzione necessaria all’altro. Lo spirito di solidarietà durante il lockdown non consisteva semplicemente nell’uscire sul balcone alle 18 per applaudire il personale sanitario senza cui la battaglia non sarebbe stata vinta ma anche, e soprattutto, nell’aiutare chi ci sta vicino e nel prestare appoggio e offrire sostegno a chiunque ne abbia bisogno nel limite delle nostre possibilità.
Guardarlo o no?
Nonostante l’attenzione francese ai dialoghi e alla sceneggiatura, il risultato è un film pieno di cliché. Sicuramente tanti aspetti risultano fondati ma, nella loro esagerazione ed esasperazione, perdono credibilità, tanto da lasciare l’abbozzo di un sorriso piuttosto che è una riflessione vera e propria. Aspetti emersi realmente durante il lockdown, quali la creatività nell’adattarsi alle nuove abitudini e la solidarietà emergono nel film solo marginalmente. Quello che risalta è perlopiù l’aspetto paranoide legato alla circolazione da Covid-19, anche se giustificato dalla scarsità di notizie e da una comunicazione poco efficace, non sembra essere ciò che dovremmo portarci dietro come lezione di quello che abbiamo vissuto.
Il film incuriosisce in quanto a un anno di distanza mette in scena un periodo che ha fermato l’intero mondo, nei suoi lati comici e drammatici, ma il risultato non è convincente.
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La Recensione
8 rue de l'humanité
Il film francese racconta la vita durante il lockdown e gli effetti avuti sulle persone, per quanto riguarda aspetti quali la paura e la solidarietà ritrovata.
PRO
- A un solo anno di distanza dagli eventi riprodotti, si avverte la cura riposta nella sceneggiatura.
CONTRO
- I contenuti non sono significativi e molte scene avrebbero potute essere tagliate.
Guardando questo film non ho visto nessun cliché, anzi, i francesi più degli italiani riescono a cogliere e mostrare la vera essenza di situazioni che troppo spesso risultano scomode. Tra parentesi: lasciate giudicare allo spettatore su quale sia la lezione da imparare, ognuno ne coglie il messaggio che vuole!