Dal 17 novembre 2021 è disponibile su Netflix la serie animata di Zerocalcare, Strappare lungo i bordi, composta da sei episodi di breve durata. In pochi minuti di coloratissime scene Michele Rech racconta gli stati d’animo che attraversano la vita di una generazione attraverso pensieri intimi e profondi che sono in grado di far ridere, pensare, sognare e soffrire.
Animazione e realtà
“È inutile che vivi fuori se muori dentro”.
Questa è la prima scritta, o meglio murales, che vediamo comparire in secondo piano all’inizio della serie TV di Zerocalcare, ed è il segno di tutto quello che andremo a vedere nei minuti che seguiranno. Concentrarsi sui dialoghi può risultare difficile per la rapidità degli stessi e per l’uso del dialetto e non solo. La serie è piena di significati nascosti, di citazioni e di doppi sensi che non sempre è facile cogliere. Ma questo è anche il suo fascino e il suo punto di forza, perché quella che mette in scena Michele Rech è la storia di una generazione, precisamente quella dei trentenni di oggi, abituati a pensare rapidamente, al dinamismo, al multitasking.
E allora non stupiamoci che vada di fretta, così come vanno di fretta i pensieri se sviscerati fino in fondo. No, non è una serie democratica. Non è neanche una serie che potranno capire davvero tutti, e mica per il linguaggio usato. La polemica per l’uso del romanesco non vale poi granché la pena di essere discussa.
Strappare lungo i bordi riflette un’interiorità con cui è difficile fare i conti soprattutto perché, attraverso personaggi animati e una coscienza a forma di armadillo, rappresenta perfettamente pensieri che alcuni di noi confezionano nella loro mente, creando un livello di empatia altissimo.
La trama
La serie inizia da quando Zero, il protagonista, è un ragazzo qualsiasi di 17 anni, con una migliore amica, Sara, col sogno di diventare una professoressa e molto sincera, e un migliore amico, Secco, fissato con il poker e con “l’andasse a pijà el gelato”. Prosegue nelle puntate vedendo crescere tutti e arrivando fino ai giorni nostri. Da giovanissimo Zero conosce una ragazza in discoteca, Alice, che gli piace moltissimo e proprio perché gli piace deve fare finta di infischiarsene perché la paura di un rifiuto impedisce di fare il primo passo a tutte le età, figuriamoci a un adolescente. Allora era meglio scrivere, per trovare quel coraggio e quella disinvoltura che ci farebbe invece arrossire di persona: per gli adolescenti di oggi c’è WhatsApp, per quelli della serie c’era MSN. Ma per gli adolescenti di tutte le generazioni c’è qualcosa che accumuna, ovvero il pensiero che davanti a sé si possa avere tutto il tempo del mondo e che nemmeno lontanamente sfiori il pensiero di dover forzare la mano per ottenere qualcosa che tanto, se deve succedere succede.
Paralleli al racconto della vita adolescenziale ci sono i pensieri sulle piccole questioni della quotidianità, come le differenze fra uomini e donne nell’usare i bagni pubblici, cambiare le gomme dell’auto quando resti per strada e sei un uomo, l’ansia di arrivare in anticipo dappertutto.
Ancora, vengono messi in luce piccoli traumi infantili capaci di rimanere nei nostri pensieri per sempre: la scritta omofoba di una strada, il passaggio dall’essere il più bravo della classe alle difficoltà nello studio, il non sapere cosa fare del proprio futuro mentre intorno a te tutti hanno già un sogno da seguire, la maledizione che aveva lanciato una bambina zingara all’elementari.
La storia prosegue e, circa a metà, prende una piega inaspettata, portando i tre amici a fare i conti con un dolore inaspettato.
Perché guardarlo
Strappare lungo i bordi è una serie unica nel suo genere, capace di rappresentare tutta la bravura di Zerocalcare, già ampiamente dimostrata nei suoi libri di fumetti che hanno ottenuto un enorme successo.
Inoltre, la serie dura veramente poco, si può guardare in un solo pomeriggio, e vale davvero la pena di essere vista. La breve durata è compensata dall’intensità dei dialoghi, dei temi trattati e dalla capacità di auto-riflessione e ironia che suscita. È una serie imperdibile per la generazione dei trentenni, ma altrettanto consigliata anche ad altre fasce d’età in quanto rispecchiarsi nel protagonista viene molto naturale.
Strappare lungo i bordi è una presa di coscienza, e la vita di Zero è una vita come tante altre, attraversata da momenti di difficoltà, reali o inventate dalla nostra mente, e da momenti di spensieratezza e leggerezza.
Di sicuro, la serie di Michele Reich non lascia con delle risposte, ma con tante domande, affinché ognuno valorizzi la propria individualità.
Tu hai già visto questa serie tv, fra le più guardate di sempre?
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La Recensione
Strappare lungo i bordi
La serie TV animata di Zerocalcare racconta la vita di Zero dall'infanzia fino ai giorni nostri, fra molte emozioni contrastanti.
PRO
- I dialoghi sono divertenti e profondi e fanno guardare la serie tutta d'un fiato.
CONTRO
- Molto breve la durata.