Voglio riassumere la recensione di The Tender Bar con una frase:
“Il dramma sulla maturità del regista George Clooney non è molto originale ma Ben Affleck brilla come attore non protagonista.”
Alla fine è questo il succo di tutto il contenuto che leggerai nelle prossime righe.
Dopo averne parlato bene nella recensione di Tornare a Vincere, devo fare un nuovo applauso a Ben Affleck. Riesce a trasmettere la giusta quantità di intrattenimento anche in The Tender Bar (Il bar della speranza).
Nel dramma disinvolto del regista George Clooney, basato sul libro di memorie di JR Moehringer del 2005 sul come diventare giornalista, Affleck interpreta un ragazzo che gestisce un bar. Sono i primi anni ’70 e ci troviamo a Long Island. Essere cool voleva dire andare in giro con una Cadillac decappottabile. Lo zio Charlie (Ben Affleck) lo fa; principalmente, però, si accontenta di stare dietro al bancone del suo locale in Manhasset, il The Dickens, a contatto con i clienti.
Come probabilmente potrai immaginare, qualsiasi personaggio chiamato zio Charlie non sarà il protagonista principale del film. È un peccato in questo caso: The Tender Bar segue principalmente il giovane JR, prima come un ragazzo solitario di 11 anni (Daniel Ranieri) che si trasferisce con la sua mamma al verde e divorziata (Lily Rabe) nella sua casa di famiglia, poi come un giovane collegiale (Tye Sheridan) che si fa strada nelle terre selvagge della scrittura professionale. Le barbe e i maglioni cambiano nel corso degli anni ma lo zio Charlie resterà sempre un mentore per JR e, probabilmente, anche il personaggio più accattivante presente in The Tender Bar.
Puoi imparare molto stando in un bar, soprattutto se ti impegni a essere un abile osservatore. Quando The Tender Bar si accontenta di essere quel film, fa brillare tutte le stelle di Hollywood. Le pareti sono piene di libri: Charlie non è un idiota ma un avido lettore. Ha perle di saggezza grandi e piccole per JR e Affleck è talmente bravo che ogni volta penserai che JR abbia guadagnato una skill dopo ogni lezione di vita datagli dallo zio Charlie. Queste scene sono infinitamente migliori di quelle blande e telegrafate nel corso del film: tipo l’incontro con i genitori snob di una ragazza del college o il riemergere dell’unico cattivo del film, il padre di JR.
Clooney avrebbe dovuto richiedere una rifinitura della sceneggiatura. Affleck e Clooney lavorano bene insieme; entrambi sono diventati registi per togliersi di mezzo dai riflettori. Se tutto andrà bene, la prossima volta che decideranno di lavorare insieme, si avvicineranno ancora di più all’intimità di un’ambientazione come il Dickens.
Ho deciso di dare 6 a The Tender Bar. Tu hai visto il film? Fammi sapere cosa ne pensi. Ti lascio al commento finale della recensione.
La Recensione
The Tender Bar
Laddove altri suoi film recenti (parlo di quelli di Clooney) si perdono in una trama intensa e complessa, The Tender Bar è un film di ritrovo che si basa su una trama semplice ma non eccelsa e sulle esibizioni disinvolte di un ensemble di talento. La sceneggiatura, di William Monahan, assembla vagamente i ricordi di Moehringer dei suoi giorni da ragazzo di Long Island (interpretato da Tye Sheridan). Abbandonato dal padre, trascorre gran parte della sua adolescenza nel bar di proprietà del suo affascinante zio Charlie (Ben Affleck). Il film di Clooney rimbalza tra l'infanzia del protagonista e le sue lotte per diventare un giornalista professionista. Le scene con lo zio Charlie sono sicuramente le più divertenti, grazie soprattutto a una performance credibile di Affleck. Purtroppo però, il viaggio di Moehringer verso il successo e l'indipendenza non riesce a trovare un aggancio avvincente al di là dei luoghi di ritrovo. Le performance degli attori sono buone, mentre la storia non sembra un insieme di atti sincronizzati. Lo stesso vale per altri progetti di Clooney: forse non sorprende che sia attento alle sottigliezze della performance di un attore ma sottovaluti la scelta della sceneggiatura.
PRO
- Le scene con lo Zio Charlie
CONTRO
- La sceneggiatura non eccelle