Dopo Gran Torino, Eastwood ritorna interpretando un uomo alle prese con le conseguenze delle proprie scelte sbagliate. Un film che ci ricorda la sua grandezza e la sua potenza
Clint Eastwood torna a recitare, ma soprattutto torna alla regia. Dopo il suo ultimo lavoro Ore 15:17- Attacco al treno, Eastwood torna con un’opera diversa ma che ci riporta perfettamente all’essenza del suo cinema che ha fatto la storia.
Il Corriere – The Mule trae ispirazione direttamente da un caso di cronaca. Nell’articolo The Sinaloa Cartel’s 90-year-old Drug Mule del New York Times viene raccontata la storia di Leo Sharp, veterano della seconda guerra mondiale, che per problemi economici si ritrova a trasportare chili e chili di droga per un cartello di narcos messicani.
La storia è adattata dallo sceneggiatore Nick Schenk, lo stesso del grande capolavoro del 2008 di Eastwood Gran Torino.
Da Leo Sharp il protagonista diventa Earl Stone, floricoltore appassionato dell’Illinois, che è specializzato nella coltura di un fiore che vive solo un giorno. A causa di quel fiore, ha sacrificato tutta la sua vita e i suoi affetti, sua moglie lo ha lasciato, sua figlia non gli parla e l’unica che sembra non volerlo abbandonare è sua nipote.
Earl possiede una serra e gira di fiera in fiera per mostrare a tutti le rarità che è capace di coltivare, fino a che nel Midwest il commercio crolla ed Earl si trova costretto a chiudere la sua attività. L’uomo, solo e ormai novantenne si ritrova con la casa pignorata e un malandato pick-up, con il quale ha girato tutti gli Stati Uniti senza mai prendere una multa. La sua attitudine alla guida attira, alla festa di fidanzamento della nipote, uno sconosciuto che gli propone un lavoro molto redditizio.
Earl finisce per trasportare ingenti quantità di droga dal Texas a Chicago, sotto il controllo di un cartello di narcos messicani senza scrupoli. La sua età ed il suo aspetto lo rendono insospettabile agli occhi della DEA, che sta conducendo un’indagine (capitanata da Bradley Cooper) sui componenti del cartello messicano.
L’epilogo di questo film ci mostra tutto il patriottismo di Eastwood, che attraverso il suo personaggio si fa carico di tutti gli errori del suo Paese, si assume tutte le responsabilità, si riconosce colpevole nell’aula di tribunale e soprattutto davanti alla sua famiglia.
Nel personaggio di Earl Stone cogliamo la giovinezza che è andata via, la malinconia e i sensi di colpa per l’infinita di errori commessi, è un uomo che si ritrova a fare i conti con sé stesso a causa delle avversità che gli si presentano.
Earl non si dispera, lo coglie come uno scotto da pagare, sa che per espiare le sue colpe di marito e padre, non può sottrarsi a questo nuovo lavoro così redditizio.
Clint Eastwood
“Quando mi hanno proposto di interpretare questo personaggio mi sono detto che sarebbe stato divertente vestire i panni di qualcuno più vecchio persino di me! La criminalità è economicamente un’ancora di salvezza per Stone, ma moralmente è un collasso. Per cui da una parte la sua vita migliora, ma dall’altra va a fondo. E uno di questi giorni dovrà pagare le conseguenze e affrontare le cose sbagliate che ha fatto”
Eastwood, dopo Ore 15:17-Attacco al treno, rallenta. Come in Gran Torino interpreta ancora una volta un uomo alla fine della corsa, sconfitto dalla vita e dalle scelte sbagliate. La struttura di questo film è lineare, le corse del trasporto della droga si ripetono ciclicamente e lo spettatore arriva al termine della pellicola consapevole che il protagonista finirà per pagare le sue colpe.
La regia di Eastwood sembra non avere grandi slanci di sperimentazione o innovazione, in alcuni punti del film potremmo affermare che ci sia qualcosa di già visto.
Le capacità attoriali e la presenza di Clint Eastwood in scena restano indiscutibili. È una personalità che rappresenta la cultura americana e con i suoi 50 anni di carriera ha fatto la storia del cinema americano e mondiale, e tutto ciò in un film come The Mule conta.
In alcune sequenze del film la narrazione manca di forza, la storia sembra trascinarsi per inerzia senza che qualcosa o qualcuno dia una vera e propria spinta alla vicenda.
Pur con questi difetti, il film resta un’opera importante del regista, che raggiunti ormai gli 88 anni rende questa storia una sorta di testamento artistico, dichiarando anche la presenza di elementi autobiografici, soprattutto per quanto riguarda il rapporto padre-figlia, interpretata, non a caso, da sua figlia Alison Eastwood.
La Recensione
Il ritorno di Clint Eastwood: la recensione di The Mule
Una storia di cronaca portata in scena dal regista di culto Clint Eastwood, che con la sua interpretazione riesce a mostrarci la realtà di un uomo solo che per problemi economici decide di fare il corriere di narcos messicani
PRO
- interpretazione del protagonista
- sceneggiatura
- sviluppo psicologico del protagonista
CONTRO
- debolezza della narrazione
- scarso sviluppo degli altri personaggi