È ottobre, anno 1991.
L’Andrea Gail, peschereccio di pesci spada capitanato dal trentasettenne Frank William “Billy” Tyne, salpa da Gloucester, nel Massachusetts.
L’equipaggio, oltre al Capitano, è così formato:
- Robert “Bobby” Shatford, 30 anni;
- Michael “Bugsy” Moran, 36 anni;
- Alfred Pierre, 32 anni;
- David “Sully” Sullivan, 28 anni;
- Dale “Murph” Murphy, 30 anni.
È un periodo di estrema magra e degli spada non vi è neanche l’ombra. Gli uomini decidono pertanto di solcare le acque dell’Oceano Atlantico al fine di spingersi verso le zone floride ed inesplorate del Flemish Cap, al di fuori dei normali tracciati di pesca del New England. La loro intraprendenza viene premiata: in breve tempo le stive del peschereccio si riempiono di pescato fresco.
Ma proprio in quel momento, il capitano Tyne viene informato di un devastamte avvenimento: l’uragano Grace sta entrando in collisione con due aree di bassa pressione, una da Nord ed una da Sud, un evento rarissimo e di portata distruttiva incredibile che viene definito dai metereologi come “tempesta perfetta”. Tuttavia la fortuna è dalla loro parte: la zona in cui si trovano è fuori dal raggio di azione della tempesta, pertanto si tratterebbe di dover aspettare solo qualche giorno, in modo da far passare il peggio, e poter poi rientrare in tutta tranquillità. L’equipaggio continua così la propria attività di pesca, e con tutti gli spada che riescono a catturare potrebbero essere a posto per anni interi. Mica male, per solo qualche giorno di lavoro circondati dalla rilassante calma solitaria del mare aperto.
Tra sfortuna e intraprendenza, l’Andrea Gail affronta la “tempesta perfetta”
Ma la fortuna è anche cieca, e cambia bersaglio, abbandonando d’improvviso Tyne e i suoi in un tiepido giorno di autunno.
La macchina per il ghiaccio dell’Andrea Gail, infatti, si rompe irreparabilmente, e agli uomini restano solo due scelte: rimanere lì al sicuro, lontano dalla forza sempre più dirompente e disastrosa della tempesta, ma di conseguenza perdere tutto il pescato con il quale si pagherebbero da vivere, oppure tentare la sorte e tornare indietro lo stesso, al fine di evitare che il pesce marcisca.
Si dice che i pescatori di spada non abbiano sogni, ed è a questo che si deve il loro coraggio.
(Frase del film “La tempesta perfetta)
E l’equipaggio dell’Andrea Gail, di coraggio, ne ha davvero molto.
Tornano indietro, allora, quegli uomini coraggiosi e sfortunati, perchè ognuno di loro ha una famiglia da mantenere con i soldi ricavati dal pescato, e perderlo tutto sarebbe eccessivamente problematico.
Ma la sorte è infida, si sa, e ancora una volta gioca loro un brutto scherzo: la radio smette poco dopo la partenza di funzionare, così Tyne e il suo equipaggio non vengono a conoscenza del terribile pericolo cui stanno inconsapevolmente andando in contro: la traiettoria che seguono è infatti proprio al centro della collision tra l’uragano Grace e le due aree di bassa a pressione; proseguendo in quella medesima direzione, cioè, si troveranno di lì a breve proprio al centro della tempesta perfetta.
Le condizioni diventano ben presto proibitive, i venti sono fortissimi e le onde alte, eppure quel piccolo peschereccio continua comunque a proseguire imperterrito, sempre avanti, sempre fiero, riflesso inanimato degli spiriti indomiti degli uomini che vi sono a bordo.
Passa la notte, una notte caotica in cui ogni cavallone sembrava fosse l’ultimo, ma l’ultimo non è mai stato.
Arriva l’alba, il giorno è il 28 Ottobre del 1991, e tutti gli uomini dell’Andrea Gail sono vivi. Certo, magari un po’ ammaccatti a seguito dei continui scossoni del peschereccio, e anche ben spaventati per tutta la furia oceanica che hanno dovuto sopportare nel giro di poche ore. Ma sono vivi, ed è questo in fin dei conti ciò che davvero importa.
Spunta il Sole, il cielo è azzurro, l’aria calda; le acque si calmano. Tutto è finito, veloce come è iniziato.
Ma è solo il miraggio di un attimo.
Un’onda enorme, probabilmente una delle più alte registrate durante la tempesta (secondo le ricostruzioni sembra poter aver raggiunto un’altezza complessiva di ben 18 metri), rende reale l’inevitabile, e infrange ogni speranza di salvezza.
Travolge l’Andrea Gail, travolge i suoi uomini, travolge tutto il loro lavoro e il loro coraggio, quell’onda immensa.
L’ultima posizione del peschereccio è quella segnalata da Linda Greenlaw, capitano del peschereccio “Hanna Boden” appartenente alla medesima compagnia dell’Andrea Gail: 44°00′ N, 56°40′ W a 162 miglia (corrispondenti a circa 300 chilometri) a nord est di Sable Island, piccola isola canadese.
Dopo tale segnalazione, dell’Andrea Gail non v’è più alcuna traccia, risucchiata come sicuramente è stata dalle devastanti forze marine.
Le ricerche iniziano il giorno dopo, ma nessuno di quei caparbi marinai è mai stato ritrovato, e mai lo sarà.
“Per gli uomini morti in mare non esiste una tomba sulla quale deporre un fiore e versare le proprie lacrime. L’unico luogo in cui possono essere ritrovati è il nostro cuore, e i nostri sogni migliori.”
(Frase dal film “La tempesta perfetta”)
Dalla realtà al film
La drammatica vicenda del naufragio dell’Andrea Gail viene narrata nel film americano del 2000 intitolato proprio “La tempesta perfetta”, diretto dal regista Wolfgang Petersen e la cui sceneggiatura è ispirata al libro “The perfect storm” scritto da Sebastian Junger e pubblicato nel 1997.
Nel cast figurano attori quali George Clooney nei panni del Capitano Billy Tyne jr, e Mark Whalberg in quelli dell’uomo in seconda Bobby Shatford.
Con un budget di 140.000.000 di dollari, il film, girato parzialmente Dedham, nel Massachusetts, è stato distribuito dalla Warner Bros Picture il 30 Giugno del 2000 nei cinema statunitensi, ed il 29 Settembre del medesimo anno nelle sale italiane, ottenendo un notevole successo al botteghino, con incassi totali a livello mondiale stimati intorno ai 327.000.000 dollari.
Nel 2001, “La tempesta perfetta” venne nominato agli Oscar nella categoria di “miglior sonoro” e “migliori effetti speciali”, e, sempre nel 2001, vinse il premio Bafta (British Academy Film Awards) nella categoria “Migliori effetti speciali”.
Del film venne inoltre fatta una parodia nella decima puntata della diciottesima stagione della serie “I Simpson”.