Iniziamo subito dicendo che “L’attacco dei giganti“, tratto dall’omonimo manga di Hajime Isayama, è un anime per stomaci forti.
La millenaria lotta tra giganti e umani, che è alla base della trama, non risparmia infatti scene truculente e sanguinose, che non rendono questo anime adatto a un pubblico troppo giovane ed eccessivamente impressionabile.
Detto così può sembrare riduttivo, tuttavia dare più informazioni sulla trama risulta difficile, e il rischio di spoiler sarebbe davvero dietro l’angolo. Quello che possiamo dirvi per invogliarvi a guardare questo bellissimo anime è che tutta la sua storia non è altro che un simbolismo del mondo reale, quello di tutti i giorni in cui ci troviamo a vivere: forti che dominano sui deboli, schiavizzandoli ed emarginandoli per un peccato commesso in passato; tentativi di ribellione da parte degli assoggettati che sfocia in un odio e in una violenza ancor più feroci e distruttivi di quelli subiti; tradimenti sofferti che lacerano il cuore e la mente con tagli impossibili da rimarginare; continue ed ineluttabili perdite delle persone che più si hanno care.
E man mano che ci si avventura sempre più nella storia, che si entra nel vivo e che i tanti segreti piano a piano vengono rivelati, la domanda che ci si pone è solo e soltanto una: “ma i veri cattivi, alla fine, chi sono?“
Guardate “L’attacco dei giganti” se volete dunque una serie anime che sia sì d’azione, avventura, esplorazione e mistero, ma in cui dominino anche elementi più “seri” quali la politica, le lotte di potere e il sacrificio.
Non ci troviamo tuttavia di fronte ad un sacrificio glorioso e altisonante, quello che fa spettacolo ed è sulla bocca di tutti, bensì quello inquieto e silente di chi prende d’improvviso consapevolezza di non poter – di non dover – fare altro che riporre i propri sogni in un cassetto e andare incontro a una morte certa, al grido di “Offrite i vostri cuori!” ripetuto come un mantra per darsi coraggio, e in nome di qualcosa di più, che chissà poi se esiste davvero.
I personaggi sono inoltre caratterizzati perfettamente: nessuna esagerazione nella rappresentazione della loro fisicità (niente muscoli al limite del possibile per i maschi nè vitini inesistenti e seni enormi e tutti uguali per le femmine), nè caratteri sempre forti, valorosi ed eroici: ne “L’attacco dei giganti” uomini e donne sono sì coraggiosi e intrepidi, come richiede il loro ruolo di soldati, ma sono prima di tutto persone, ognuno con le proprie insicurezze, difetti e speranze.
Ciò che non troverete in questa serie, poi, è il romanticismo, quello sdolcinato e mieloso fatto di continui tira e molla: qui domina più il sentimento di amicizia, di fedeltà a un ideale e di voglia di libertà, rispetto a quello di puro e semplice amore.
Una menzione d’onore va poi al doppiaggio italiano, perfetto e azzeccato, in grado di caratterizzare ancor di più i tanti personaggi.
Tra i nomi dei doppiatori possiamo citare Alessandro Campaiola (nipote di Luca Ward), Elena Perino, Flavio Aquilone, Gaia Bolognesi, Valentina Favazza, Gabriele Patriarca, Andre Mete, Alessandro Quarta e Daniele Raffaeli.
Al momento su Prime Video sono disponibili le prime quattro stagioni dell’anime (la quarta è divisa in due parti), che tuttavia non adattano l’intero manga di Isayama. Per il 2023 è però previsto il rilascio dell’ultimo tranche di episodi (ne abbiamo parlato meglio qui), che chiuderanno definitivamente la turbolenta storia di Eren, Mikasa, Armin e tutti i loro compagni d’armi e di vita.
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Avete visto questo anime o ne avete letto il manga? Cosa ne pensate? Ditecelo nei commenti!