Come ogni settore anche quello musicale sta risentendo e continuerà a risentire della situazione che si è venuta a creare a causa dell’emergenza Coronavirus. La cancellazione totale di qualsiasi tipo di aggregazione, da eventi piccoli a interi tour posticipati o interamente cancellati, è inevitabilmente una delle conseguenze maggiori che stanno mettendo a rischio il lavoro non solo degli artisti, ma anche di tutti coloro che lavorano nell’ambiente e di cui spesso forse ci si dimentica.
Tiziano Ferro nei giorni scorsi è stato al centro di una discussione dopo la sua richiesta diretta al Governo di far sapere loro cosa ne sarà dei concerti estivi, per la cui organizzazione lavorano moltissime persone e spesso con contratti a progetto, che esattamente come tutti si domandano quale sarà il loro futuro.
Sebbene molti lo abbiano criticato, forse coloro che non ritengono il settore musicale altrettando importante o pensino solamente agli artisti di spicco e alle loro vite benestanti, altrettanti sono accorsi in sua difesa e anzi hanno voluto affiancarlo in questa legittima richiesta.
A farlo in particolar modo è stata Laura Pausini con un lungo appello diretto proprio al nostro Governo e che è stato supportato e condiviso da numerosi colleghi: da Fiorella Mannoia a Emma Marrone, così come Alessandra Amoroso, Malika Ayane, Gigi D’Alessio, Kekko dei Modà, Francesco Renga, Piero Pelù e Patty Pravo.
Artisti del loro calibro che si fanno portavoce di tutti coloro che lavorano “dietro le quinte” così come degli artisti minori e indipendenti, che meritano di essere considerati esattamente come ogni singolo lavoratore.
Ecco uno stralcio dell’appello di Laura Pausini, che potrete ascoltare integralmente nel link sottostante:
“Ogni cosa ha il suo tempo e oggi è ancora il tempo del dolore per chi non c’è più, delle cure ai malati e del sostengo economico, morale e organizzativo da chiedere a gran voce per tutti gli operatori sanitari che sono in prima linea e questa senza dubbio è la priorità. Domani, però, nel rispetto di tutti, dovremmo ripartire. Non possiamo permetterci di dimenticare qualcuno, di lasciare indietro centinaia di migliaia di lavoratori senza colpe e ad oggi senza prospettive. Non stiamo parlando di noi o per noi. Stiamo parlando di tutti i musicisti, gli autori, i dj, i ballerini, gli operai, i tecnici, i lavoratori speciali, i professionisti di ogni settore dello spettacolo, i lavoratori senza cassa integrazione, i lavoratori occasionali, tutte le maestranze che lavorano nel mondo della musica e dell’intrattenimento. Stiamo parlando di chi suona la sera nei locali delle vostre città e di chi insegna musica ai vostri figli. Non sono star, ma è gente che lavora e con quel lavoro ci paga ciò che serve per vivere. Gente che come tutti ha il diritto di lavorare e di essere protetto quando senza alcuna colpa il lavoro e la dignità vengono messi in pericolo. Di loro e della loro angoscia e del loro disagio economico si parla pochissimo”