(Attenzione, questo articolo contiene spoiler per chi non avesse ancora visto il suddetto film)
“Little Miss Sunshine” è un film del 2006 diretto da Jonathan Dayton e Valerie Farris.
La trama ruota attorno alla famiglia Hoover, la quale si mette in viaggio a bordo di un bus sgangherato per raggiungere Redondo Beach, in California, al fine di permettere alla piccola Olive di partecipare al concorso di bellezza per bambine “Little Miss Sunshine“.
I membri della famiglia Hoover sono tutti diversi tra loro: il padre, Richard (Greg Kinnear) è un aspirante scrittore fissato con la crescita personale; la madre, Sheryl (Toni Collette) è una casalinga in crisi; il figlio maggiore, Dwayne (Paul Dano), è un adolescente che ha fatto voto di silenzio in qualità di fioretto per veder esaudito il suo grande sogno di entrare nell’areonautica; il nonno paterno, Edwin (Alain Arkin) è un vivace anziano con alle spalle una vita dissoluta fatta di eccessi; lo zio, Frank (Steve Carell), fratello della madre, è il sopravvissuto ad un tentativo di suicidio in seguito ad una delusione amorosa e lavorativa.
E poi c’è lei, Olive (Abigail Breslin), una vivace bambina delle elementari con il desiderio di essere eletta nuova reginetta di bellezza.
Sei persone diverse, queste, che sono però accumunate da un elemento: il fatto di tentare, ma di non riuscire a farcela.
Il padre che tenta di vendere un libro che è il suo progetto di vita, ma viene ignorato.
La madre che tenta di rendere tutti felici, ma fallisce.
Il figlio maggiore che tenta di entrare in aeronautica e diventare pilota, ma scopre di essere daltonico.
Lo zio che tenta di suicidarsi, ma sopravvive.
Il nonno che insegna alla nipotina le mosse del ballo per la gara, ma muore prima di vederla sul palco.
La figlia minore che tenta di diventare la nuova miss California, ma perde.
Eppure, nonostante tutto, nonostante tutte le batoste, le porte chiuse in faccia, i sogni andati in frantumi e le aspettative totalmente deluse, gli Hoover riescono benissimo in una cosa: essere una famiglia.
E questa è la cosa più importante, la vera vittoria.
Perché siamo chi siamo, ma iniziamo e finiamo con la famiglia.