Milano, la metropoli del Nord Italia e capitale della moda, vanta tantissimi luoghi, monumenti e personaggi celebri in tutto il mondo. Ma, come ogni città, anche Milano nasconde dei “piccoli oggetti e luoghi nascosti”, sconosciuti anche ai milanesi.
Per questo noi vi elenchiamo alcuni luoghi “nascosti”, anche se sono sotto gli occhi di tutti.
La Torre Eiffel milanese
Anche Milano può vantare una torre imponente fatta totalmente in acciaio, seppure molto differente da quella di Parigi. Stiamo parlando della Torre Branca, chiamata prima Torre Littoria. Situata all’interno del Parco Sempione a Milano, è alta 108,60 metri, risultando la decima struttura più alta di Milano, superando di poco il Duomo.
La Cappella Sistina a Milano
Roma non è l’unica città che può vantarsi di avere una chiesa avente una cappella straordinaria. Anche Milano possiede infatti una chiesa molto simile a quella romana. Infatti in Corso Magenta n. 15 possiamo trovare la Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore. Di origine paleocristiana e ricostruita nel ‘500, fu sede del più importante monastero femminile della città appartenente all’ordine benedettino. Viene paragonata alla Cappella Sistina ambrosiana perchè il suo interno è ricoperto di circa 4 mila metri di affreschi, che decorano le sue superfici interne fino alla volta.
Il Muro di Bambole
Se avete avuto l’occasione di passare in Via de Amicis 2 a Milano, avrete notato qualcosa di strano attaccato al muro. Infatti lungo questa parete vi sono appese diverse bambole, alcune inquietanti e altre molto carine. Quest’idea, chiamata “Muro di Bambole”, è nata da Jo Squillo, giornalista di moda, cantautrice e conduttrice televisiva. L’obiettivo di questo progetto era quello di ricordare il femminicidio, un crimine contro l’essere femminile.
Con questo progetto, basato sul semplice gesto di portare una bambola e appenderla sul muro di via de Amicis, Jo Squillo vuole rappresentare la protagonista muta, ma al tempo stesso urlante di giustizia ed educazione al rispetto di tutte le donne. Diverse le celebrità e stilisti che hanno contribuito alla creazione di Wall of Dolls: Giusy Versace, Arisa, Maria Grazia Cucinotta, Giusy Ferreri, Elenoire Casalegno, Lino Banfi, Noemi, Diesel, Elena Mirò, Geox, Max Mara, OVS, Trussardi, Vivienne Westwood e tantissimi altri nomi famosi.
Le case dei puffi a Nord di Milano
A nord della città milanese, si possono ammirare vecchie e particolari case ancora in uso, dalla forma caratteristica di funghi e igloo. Infatti questa zona viene anche chiamata “villaggio degli gnomi”. Queste case si trovano nel quartiere residenziale Maggiolina ed è una zona poco conosciuta dai turisti, dato che non si trova vicino a luoghi di interesse. Inoltre quest’area viene anche chiamata Villaggio dei Giornalisti, perchè a costruirla fu un gruppo di editori, scrittori e giornalisti.
Oggi questo stile di abitazione può sembrarci strano, ma ai tempi case del genere venivano spesso costruite come abitazioni provvisorie, in vista delle famiglie sfollate durante i bombardamenti.
Le case ancora esistenti potrete trovarle in Via Lepanto e via Villa Mirabello.
La casa del rabbino
La curiosa storia della Casa 770 nasce dall’abitazione in stile fiammingo a Eastern Parkway, civico 770, nel distretto di Brooklyn, New York. I Lubavitcher, una famiglia di ebrei ortodossi, originari della Bielorussia ed emigrati negli Stati Uniti, decisero di costruire questa abitazione per il rabbino Joseph Isaac Schneerson, costretto a fuggire per la persecuzione nazista nel 1940. Finita la guerra, la Casa 770 divenne un punto di riferimento per la comunità ebraica di orientamento hassidico.
Negli anni successivi la famiglia Lubavitcher decise di costruire altre case uguali alla 770 in altre città del mondo. Oggi se ne contano solo dodici, tra cui quella a Montréal in Canada, a Melbourne in Australia, a San Paolo in Brasile e a Gerusalemme. L’unica in Europa è questa a Milano, ora diventata una sinagoga, in Via Carlo Poerio 35.
Un panorama al 39° piano
I cittadini milanesi veneravano così tanto la loro Madonnina, che venne stabilito che nessuno avrebbe potuto costruire un edificio più alto del Duomo. Ovviamente col passare del tempo questo pensiero divenne sempre meno ascoltato. Infatti Gio Ponti, progettista della Pirelli, aveva fatto costruire un grattacielo alto 127 metri. Per non togliere comunque il primato alla “Signora di Milano”, venne posizionata una copia della statua sulla terrazza del Pirellone il 4 Aprile 1960. Successivamente altri colossi si innalzarono nella città milanese, andando a superare l’originale Madonnina.
E, come per il Pirelli, anche per i successivi palazzi venne installata nei punti più alti la figura della Madonnina. Per esempio, il palazzo della Regione Lombardia (alto 161 m), che ha posizionato la copia della Madonnina al 43° piano. Sempre in questo palazzo, al 39° piano si può ammirare Milano a 360°, definito come la “terrazza più alta della città”. Inoltre è possibile vedere, se si ha un binocolo, la Madonnina numero 2 sotto il tetto del vecchio Pirellone.
Indirizzo: Ingresso dal nucleo NIP, piazza Città di Lombardia (ang. via Francesco Restelli)
La palla cannone
Nel marzo del 1848, tra la popolazione italiana e l’Austria, scoppiò una rivolta durata cinque giorni (nome poi dato a Piazza Cinque Giornate di Milano). Questa battaglia portò a numerose morti e distruzioni. Come testimonianza di ciò, ancora oggi è possibile vedere in Corso di Porta Romana al n. 3 una palla di cannone conficcata nel muro.
Se al toro in Galleria Vittorio Emanuele le palle le hanno “tolte”, a questo muro ne hanno aggiunta una.
Lampione del ’43
Se siete di Milano, sarete passati qualche volta per Piazza della Repubblica. E sicuramente non vi sarete accorti che lì c’è un monumento originale, testimone dei tre bombardamenti dell’agosto 1943, che portarono l’Italia a firmare l’armistizio con gli Alleati. Di quale monumento stiamo parlando? Di un lampione. Avete letto bene. Infatti dei pezzi di bombe esplose durante lo scontro avevano perforato un lampione, rimasto in quella posizione da allora.
Sicuramente il monumento ai caduti meno celebrato del mondo.
Il volto mancante di Mussolini
In Stazione Centrale, al binario 20, potrete non osservare il volto di Benito Mussolini, che fece partire il progetto di costruzione della stazione, inaugurata nel 1931. Ai tempi, la stazione era arricchita di molte decorazioni, fra cui questo mosaico e diversi simboli fascisti, molti rimossi e altri ancora visibili.
Citofono wireless
In Via Serbelloni 10 si trova un palazzo chiamato Ca’ de l’Oreggia. Tradotto per noi milanesi adottati, Casa dell’Orecchio. Strano nome vero? In questo caso no. Perchè proprio accanto alla porta d’ingresso, realizzato in bronzo dallo scultore Adolfo Wildt negli anni Venti, era stato installato un orecchio che aveva come funzione quella di un citofono. Come funzionava? Un tubo collegava la statua all’ufficio del portiere, così i visitatori potevano annunciarsi in questo orecchio gigante, alto 70 centimetri.
Con la tecnologia di oggi, questo “citofono” ha smesso di funzionare, ma resta comunque un elemento decorativo molto originale.
Quante cose da me sconosciute ! Mi riprometto di andarle a scoprire ! Complimenti per le vostre fotografie, sono un ricordo prezioso della mia Milano !
Grazie Pierandrea, contenti che ti siano piaciute 🙂