Ultimamente avevamo tanti dubbi su Netflix, ma una delle uscite più recenti è riuscita a ribaltare questo mio annoso pregiudizio che tanto grava sulla piattaforma Statunitense. Nella classifica dei migliori film del 2023 ho inserito Maestro, un film magico che vede la partecipazione di uno straordinario Bradley Cooper.
Trama
Maestro narra gli eventi che hanno costellato la vita impegnata del compositore e genio della musica classica Leonard Bernstein. Dai suoi primi passi nel mondo della musica, fino alle sue ultime apparizioni a causa del lento decorso della malattia che lo ha allontanato da questo mondo. Eppure, in mezzo, si nascondono mille aneddoti rimasti celati e nascosti per l’eternità, finché un coraggioso Bradley Cooper ha deciso di impersonare questo altissimo intellettuale con una performance da urlo. Dalla vita moderata alla sregolata, dalla bisessualità alla necessità di contrastare le voci sulla poligamia e sulla vita relazionale e di coppia sempre più complessa. Insomma, Leonard Bernstein si rende conto che la sua musica è influenzata dalle sue emozioni e che queste, a sua volta, derivano dai profondi stati emotivi e passionali che non riesce a domare o che contrasta a fatica. Il mondo? Un posto desolato, ove, chiaramente, il dramma dell’intelligente è quello di capire il male dell’ignoranza e decidere se soffrire e soccombere, ovvero vivere indisturbato. Ma qualsiasi forma d’arte, da quella di Delacroix a quella di Kurt Cobain, è avvelenata da quella componente di turbamento intestino che ossessiona chiunque tenti di capire l’abisso opaco che è la vita. Ed anche qui, la grandezza del personaggio deve sempre confrontarsi con la piccolezza dell’uomo. Chapeau.
Attori
Il film vede prevalentemente una straordinaria recitazione di Bradley Cooper nei panni di Leonard Bernstein. Il suo fascino, la sua leggerezza, la sua capacità espressiva, i suoi occhi sono solo alcuni dei punti di maggiore leva su cui riflettere. Bradley è un attore affermato ormai, che riesce a sostenere il peso di anni di preparazione per dirigere ed interpretare al meglio le movenze leggiadre del maestro in azione. Altra stella del firmamento è Carey Mulligan. Carey è anche lei molto esperta nel settore, specialmente nei film con un intenso trascorso emotivo. Anche qui, come nella sua strepitosa interpretazione ne “Il Grande Gatsby” di Baz Luhmann, -in quell’occasione interpretava quell’anima tormentata di Daisy Buchanan- riesce ad esprimere la sua straripante capacità di leggere le situazioni e di sapersi immedesimare in esse, come se per lei fosse una dote naturale. Inutile dire che la Mulligan è la moglie di Leonard Bernstein, la famosa artista dell’epoca Felicia Montealegre. Donna bellissima, sensuale di origine costaricana che ha ammaliato tutti sulla scena, finanche non si è smarrita con l’avvento della crisi profonda coniugale.Tra i personaggi secondari spiccano Matt Boomer (che i più nerd e non aspettano di vedere al posto di Henry Cavill in Superman di James Gunn) e Maya Thurman-Hawke, la figlia di Uma, già apparsa come personaggio piuttosto simbolico e caratteristico di Stranger Things.
Regia ed aspetto tecnico
Il film oscilla tra il colore ed il bianco e nero. Il primo viene usato nella contemporaneità, mentre il secondo per ripercorrere le scene di maggior importanza avvenute nel passato. Questo è simbolico, è come se l’assenza di colori, nel cinema come anche nella vita, rendesse più poetico il mondo e ci concedesse la possibilità di coglierne al meglio l’essenza maledetta che anima le azioni, gli stati d’animo, i sentimenti, la noia (maledetta, come direbbe Boudelaire). Poi per la musica non c’è problema, la colonna sonora era già preparata ed è un costante inno alla musica classica ed alla bravura di Leonard Bernstein. Oh, ma in tutto questo complimenti anche al regista che è -rullo di tamburi fuoricampo… Bradley Cooper. Vabè, chiudiamo questa sfilza di complimenti con una piccola nota negativa, inserita in calce ai mille elogi finora espressi. Il film è troppo lungo ed alle volte si perde, si smarrisce per effettuare clamorosi balzi o voli pindarici che non consentono al pubblico di cogliere sempre la pienezza dei messaggi. È un film intellettuale e qualsiasi dicitura intellegibile non può che essere compresa solamente -come se fosse un manuale di diritto, aggiungo- se rivista o riletta almeno, due, tre, quattro o centinaia di migliaia di volte.
Oscar
Ad oggi sono già uscite le short list per le candidature. È inutile dire che Maestro risulta candidato un po’ ovunque. Aggiungo un’ultima piccolezza: clamorosa la somiglianza tra Bradley Cooper e Leonard Bernstein, il trucco deve aver lavorato parecchio bene e con diligenza, serietà e dimestichezza encomiabili e fuori dal comune.
La Recensione
Maestro
Se non lo vedi quando ti spunta sul catalogo tra i suggeriti vuol dire che o sei uno scansafatiche oppure non vuoi vedere film belli e vuoi solo farti del male con contenuti mediocri. Strizzo l'occhio all'artista che c'è in ognuno di voi. Ho ancora fiducia nella malinconia del mondo. Un bacione a tutti ed arrivederci ed alla prossima.
PRO
- Storia
- Attori
- Trucco
- Fotografia
- Tematiche
CONTRO
- Durata