Makoto Edamura, protagonista di “Great pretender” (serie anime disponibile su Netflix) e James Moran, antagonista di “Case file nº221” (serie anime disponibile su Amazon Prime Video) condividono tanto, e non solo la similarità fisica, con le loro espressioni talvolta un po’ bambinesche, talvolta imbronciate, in grado però di illuminarsi con un sorriso caldo e cordiale, non sempre sincero ma di sicuro bellissimo. Perché, in fondo, quello che davvero maggiormente unisce questi due personaggi provenienti da anime diversi ma entrambi avvezzi all’arte criminale, è la loro interiorità.
Il simbolismo della “teiera rotta”
In “Case file nº221“, il sedicenne James Moran si definisce “una teiera rotta“. Secondo il ragazzo infatti, per quanto le persone attorno a lui cerchino di infondergli le norme della buona morale, proprio come si riempie una teiera con del buono e caldo tè, essendo lui metaforicamente rotto, non riesce a trattenere in sè quei valori, a farli propri, disperdendoli al contrario nella cattiveria di cui si macchia, ancora e ancora, volta dopo volta. Proprio come, allo stesso modo e simbolicamente parlando, il tè che viene versato nella teiera si disperde se essa è rotta, o anche solo se presenta un’incrinatura, una crepa, una piccola apertura che la rende lontana dall’essere intatta.
Questo discorso, questa similitudine, si addice perfettamente anche a Makoto Edamura di “Great pretender“: per quanto lui stesso si propugni di condurre una vita retta e onesta, idea che aveva fin da bambino, ecco che succede sempre qualcosa che lo distrae da tali buoni propositi, che lo fa inevitabilmente sprofondare volta dopo volta nella spirale della truffa e della criminalità, anche se per un bene superiore, anche se per “rubare ai ricchi per dare ai poveri”. In Makoto infatti non è il proprio “io” a dominare, a rendergli piacevole ed apparentemente “giusto” l’atto di commettere crimini, incurante dei sentimenti altrui e di ciò che è lecito o meno fare, come invece accade per James, dotato di una individualità forte e propria. Per Makoto, l’essere distolto dalle proprie idee dipende dagli altri, che lo traviano: il padre in primis, Laurent e Cynthia poi, il che manifesta in lui l’assenza di una personalità ben definita che riesca a permettergli di portare a compimento i suoi piani ed obiettivi di vita senza essere influenzato da chi gli sta intorno. James invece sa bene cosa fa e perchè lo fa, e non si pone domande sulla correttezza o meno delle proprie azioni, e per quanto gli altri, gli amici di tutti i giorni o i familiari, cerchino di redimerlo, di dargli tutto l’affetto e la vicinanza emotiva di cui potrebbe aver bisogno, lui continua imperterrito sulla propria strada. Tutti quei buoni sentimenti e tutte quelle giudiziose ideologie non lo sfiorano nemmeno. O meglio, entrano a far parte di lui, ma solo per pochissimo tempo, e poi vengono disperse, perdute, dimenticate.
Due tipi diversi di crepe
Sia Makoto Edamura sia James Moran sono dunque, sempre simbolicamente parlando, due teiere rotte, ma vi è una differenza non da poco nei due personaggi: le crepe della teiera di James sono provocate in massima parte da se stesso, e dalla sua incuranza nel tentare di ripararle; per Makoto, invece, quelle medesime crepe sono il frutto dell’operato di altri, e della sua incapacità di evitarle, e di risanarle una volta che sono sorte.
Ma il risultato alla fine è sempre lo stesso per entrambi, indipendentemente da chi ne sia la causa: un allontanamento da ciò che è socialmente accettabile e moralmente corretto, e, di conseguenza, un inevitabile distacco dalle persone davvero importanti, quelle più care, vicine e fruitrici di amore incondizionato, le quali, più di tutte le altre, non bisognerebbe deludere mai.